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SONGWRITER & INFLUENCER: MANUEL DOSIO

“Manuel & Denis Dosio: dal salotto di Barbara D’Urso ai programmi televisivi  “L’isola dei Famosi”, “La Pupa e il secchione”, “On the beach”. Il percorso artistico dei due famosi Influencer & Youtuber che si occupano di moda, spettacolo, danza, comunicazione e musica”

Qui siamo nel mio studio personale per un progetto musicale di Manuel.

Dennis Dosio e Manuel Dosio sono due famosi youtuber & influencer che si occupano di danza, televisione, spettacolo, moda e musica.

La somiglianza tra i due sembra essere davvero incredibile anche se solo apparentemente, perchè basta conoscerli per notare le sfumature tra questi due giovani imprenditori di se stessi che, partendo da una immagine avvenente, si stanno muovendo nel mondo dello spettacolo con percorsi separati che in comune hanno solo la voglia di far parlare di sé e di essere presenti nel mondo della comunicazione.

Qui sono ospiti entrambi del programma Pomeriggio 5 condotto da Barbara D’Urso. 

 

 

Va all’intervista di Manuel

 

 

 

 

© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

GAE CAPITANO OSPITE DE “LE STANZE DELLE CANZONI” -INTERVISTA

“Gae Capitano ospite de “Le stanze delle Canzoni” racconta alcuni passaggi del suo percorso d’autore e della sua storia ai microfoni virtuali di Luca Viviani e del suo format dedicato al mondo delle canzoni”

“Ciao Gaetano, come sai, apprezzo tantissimo il tuo modo di scrivere e soprattutto, apprezzo la tua voglia di continuare a proporre un tipo di canzone di stampo autorale. Vuoi raccontarci un po’ della tua storia? “

 Ciao Luca. Grazie per avermi invitato e un saluto ai colleghi de “ Le Stanze delle canzoni”.

Come sai la stima è reciproca – ti considero uno degli autori più versatili e talentuosi in circolazione- e mi fa piacere trovarti d’accordo su una certa ricercatezza autorale che caratterizza alcuni di noi. Il punto interessante sarebbe capire quanto sia utile, oggi, l’eleganza autorale nell’attuale panorama musicale italiano.

la mia storia? Scrivo canzoni da quando ne ho memoria, ancora prima di saper leggere e scrivere, ho un passato da chitarrista, studi classici di conservatorio, e dal 1986, dal mio primo contratto con la Fonit Cetra – lavoro nel campo della musica occupandomi di scrittura, produzione e consulenze.

Ho vinto alcuni premi nell’ambito della scrittura quindi da molti sono più conosciuto come autore di testi, ma gli anni alle spalle e i progetti sono ormai davvero molti e raccontare di me sarebbe complesso. Anche Wikipedia elenca solo in parte le mie esperienze .

Per questo invito chi volesse approfondire il mio percorso d’autore a visitare direttamente  il mio sito personale gaecapitano.it , dove –oltre una sezione Academy songwritingacademy.it dedicata a chi vuole scrivere canzoni – esiste un blog dove racconto un po’ della mia storia, raccolgo interviste, articoli e miei pensieri sul mondo della scrittura e del songwriting.

“Soffermiamoci un attimo su usong e ciò che ha rappresentato per te. Vuoi raccontarci cosa è successo?”

Usong [ il portale dedicato ad autori e interpreti creato da Diego Calvetti e Adrian Berwick] è stato un interessante e discusso progetto durato dal 2013 al 2017, che andava a coprire un tassello complicato del circuito discografico: mettere in comunicazione autori e interpreti con producer, case editrici e major, mediante l’analisi e la supervisione di una serie di professionisti.

Per quanto mi riguarda, è stata un’esperienza difficile ed entusiasmante.

Difficile perché confrontarsi con grandissimi professionisti, non è stato facile e ogni tuo credito personale con loro non aveva valore, siccome a essere analizzate, erano le opere, e questo veniva fatto con una visuale molto diretta e concreta, senza sconti, praticamente la stessa delle case discografiche,  a cui poi i brani migliori venivano proposti.

Entusiasmante perché mi ha permesso di crescere professionalmente e di conoscere e avviare collaborazioni con nomi straordinari della musica. Uno su tutti il maestro Maurizio Fabrizio, un mostro sacro che non ha bisogno di presentazioni: colui che ha scritto “ I migliori anni della nostra vita” di Renato Zero e “Almeno tu nell’universo” di Mia Martini.

Anche solo potersi confrontare con due massimi esperti come Adrian Berwick e Diego Calvetti valeva il progetto di Usong.

“Cosa pensi servirebbe alla musica italiana, oggi? “

La musica, il linguaggio, la composizione e la scrittura in genere sono organismi emozionali viventi, in continua evoluzione, che tendono a oscillare, cambiare forma e rimanere in brevi stati d’immobilità per alcuni periodi.

Per questo motivo quello che manca alla musica è sempre un modo alternativo di dire le cose, proporre una visuale originale.

E, da sempre, chi la trova, o la ripresenta nel momento giusto, riesce a distinguersi ed arrivare al maggior pubblico possibile.

Oggi siamo in una fase di standardizzazione che omologa tutti i generi e tende a “bruciare” vorticosamente brani che sono scritti per attirare l’attenzione in qualunque modo, per conquistare il nostro interesse per un po’ di secondi. Opere inevitabilmente già destinate quindi ad ascolti veloci e superficiali.

Mancano artisti, canzoni, produzioni forse sganciate dal circuito puramente commerciale e fatte in modo artigianale- con l’anima- che possano rimanere nel tempo ed entrare a far parte delle nostre vite, come per qualche canzone importante che abbiamo incontrato nel nostro percorso e che è diventata , in qualche modo, frammento inscindibile della nostra storia personale.

“Vuoi dirci quali sono le tue canzoni a cui sei più legato e perché?”

Voglio credere che la canzone più bella per un autore sia sempre la prossima da scrivere, perché di questa speranza è costituita l’energia che alimenta i sogni di ogni artista.

Sono contento di aver avuto la fortuna di lasciare piccole orme del mio cammino di scrittura con “Il Dio delle piccole cose”, contenuto nell’album Disco d’Oro, Disco di Platino “Il padrone della festa” di Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè, candidato a miglior album cantautoriale al Premio Tenco, o con “Tabula rasa” di Ilaria Porceddu&Gnu Quartett che ha ricevuto premi e favori della critica musicale d’elite come Mario Luzzatto Fegiz, Michele Neri, Michele Monina e altri grandi esperti e critici.

Poi ogni canzone ha una sua storia naturalmente: come “Nina le leggenda della ballerina” scritta con il maestro Daniele Dall’Omo storico chitarrista di Paolo Conte, con cui ho vinto il Premio Panchina del Resto del Carlino o “L’uomo senza storia” di Alex D’Herin prodotta dalla casa di moda Frangiluna che è poi diventata un cortometraggio con diverse nomination, tra cui una come Miglior colonna sonora.

“Tra le tue collaborazioni più recenti c’è anche quella con una cara amica comune. Sto parlando di Adriana Spuria. Come è nata la vostra collaborazione e soprattutto, avrà un seguito?”

Adriana Spuria è un’autrice straordinaria e un’interprete raffinata, un’artista cosmopolita con un bellissimo background formativo che attinge alla storia della musica italiana ed estera doc. Basta ascoltare il suo ultimo singolo “Fragile”

E’ stato un bell’incontro fortunato: Adriana era ospite con Ilaria Porceddu -con cui collaboravo- al Festival di Anatomia Femminile di Michele Monina. Ci siamo trovati subito in sintonia e abbiamo iniziato una collaborazione che va avanti sempre con immenso piacere. Abbiamo lavorato a diversi progetti (uno molto bello vede anche la tua firma: “Veroamore”) e in questo momento stiamo realizzando un brano molto particolare:  “I Fiori del Male” la versione italiana – di cui potrete trovare un’anteprima del testo sulla pagina di apertura del mio sito- di uno dei suoi ultimi singoli: Restless,

“Il sogno nel cassetto?”

Sono un estimatore delle voci grandi voci femminili italiane, immaginate come strumenti pregiati per eseguire le canzoni che scrivo.

In questi anni ho avuto il privilegio di poter presentare dei brani a meravigliose artiste che amo, come Mina, Silvia Mezzanotte,Tosca, Fiorella Mannoia, Elisa, e sicuramente unsogno nel cassetto sarebbe poter ascoltare una mia canzone interpretata da loro.

E -siccome bisogna sempre sognare in grande – magari un brano importante, di quelli che sopravvivono al tempo, realizzato con una orchestra d’archi.

“Hai un luogo privilegiato dove scrivere o l’ispirazione arriva quando meno te lo aspetti?”

L’idea – che sia una frase letteraria o una linea melodica può arrivare in qualunque momento e in qualunque posto. A me spesso capita mentre dormo, quando i processi mentali sono slegati dai filtri del ragionamento.

Poi sicuramente aiuta avere un luogo del cuore dove potersi isolare per non essere distratto dal mondo, un angolo dove sentirsi a proprio agio. Nel mio caso uno scalino antico di una chiesa da cui vedere il mare o le luci soffuse del mio studio di registrazione.

“Cosa ti piace della musica di oggi? Hai qualche nome, qualche suggerimento d’ascolto da darci?”

Nell’infinità di proposte usa e getta qualche perla pregiata si trova.

Amo le produzioni di Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari, piccoli capolavori commerciali magari non originalissime ma sicuramente scritte da manuale e con un linguaggio fresco come  “Giovani wannabe” o “Pastello bianco” .

Ammiro “La rappresentante di Lista” (il duo Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina.) che hanno alzato l’asticella della qualità e spettacolarità delle canzoni riportandele ai grandi successi degli anni passati.

Ci sono giovani cantautrici talentuose come Alicexx, ChiamamiFaro o la splendida Simona Severini.

E poi ci sono delle certezze confermate la cui arte mi accompagna quando cerco qualcosa di più profondo:

grandi artiste che elegantiscono il panorama italiano come la pianista contemporanea Roberta Di Mario con la sua raffinata prodzione che segue le orme di Einaudi

Roberta Di Lorenzo , autrice di “E tu lo chiami Dio” di Eugenio Finardi  musicista di Gianluca Grignani, preziosa  interprete e autrice.

O Ilaria Patassini , in arte Pilar, che seguo da moltissimi anni e  in questi giorni è sul palco con uno dei più grandi arrangiatori viventi: Jeoff Westely, che ha diretto  artisti come Peter Gabriel, Claudio Baglioni, Bee Gees, Battisti

Vai al video di “vero Amore” @ Adriana Spuria:

 

 

 

 

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FEDERICA GILI: “COME LA NEVE AL CUORE”

Una canzone affidata ad una interprete sensibile è sempre un grande dono per un autore: “Come la Neve al Cuore” è un brano la cui sintesi spazia dal mondo autorale di Mia Martini- di cui con Federica siamo estimatori – fino alla ricerca di soluzioni armoniche e modus orchestrali che appartengono ad una precisa scuola di pensiero: quella stilisticamente inarrivabile del maestro Maurizio Fabrizio e di tutte le forme d’arte che hanno l’anima come comune denominatore”

 

 

Federica Gili:

Formatrice aziendale in ambito di team building e team working (Scienze delle comunicazioni – Università degli studi di Torino) Formazione musicale: Centro perfezionamento jazz, American Musical, Black music stages, Diploma Interpreti C.E.T. Mogol Insegnante di tecnica vocale e uso della voce, canto, improvvisazione teatrale Diploma Teatro: Teatranza ArteDrama, dopo 6 anni di Improvvisazione presso Compagnia del Giglio-Torino. E’ la direttrice dell’accademia Art’es di Torino-

In qualità di Vocal Coach, Federica ha vinto nel 2021 il talent televisivo “The Coach”

“Ho conosciuto il lavoro di Federica Gili molti anni prima di conoscerla direttamente: in comune avevamo la formazione al Cet di Mogol, la stessa città dove lavoriamo, Torino, e una certa filosofia nel fare questo mestiere.

E’ stato un piacere quindi poter lavorare ad un certo punto dei nostri percorsi insieme quando ile nostre rispettive professioni, vocal coach e autore, si sono incontrate per seguire il progetto di qualche artista.

Federica è un’anima inusuale e solare: autrice, poetessa, imprenditrice, raffinata interprete.

Così ad un certo punto abbiamo provato a scrivere qualcosa per il suo personale repertorio ed è nata ” Come la Neve al Cuore”

Un brano ricercato e difficile sotto il profilo di armonie e teatralità, che guarda al repertorio elegante di Mia Martini, che entrambi ammiriamo, e si rifà ad una scuola antica di scrittura, dove testi e musiche lavorano in simbiosi con l’anima e le sensazioni.

La prima stesura orchestrale è stata affidata a Luke Silver e il progetto è stato poi completato da Fabrizio Ronco, che si è occupato anche di tutte le fasi di registrazione mix e mastering. Il progetto è stato poi affidato a Zara Music edizioni e farà parte di un Album in preparazione.

“Il cuore sai è una scatola di vetro, che rende trasparenti le emozioni”, recita un punto della canzone. e Federica Gili è riuscita con la sua sensibilità e interpretazione a rendere “trasparenti” le emozioni della storia raccontata da questa canzone”

 

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GAE CAPITANO: IL PENSIERO DI LIGHEA

La sensibilità di un uomo che si fa musica e poesia. E’ solo incontrandosi con l’artista della parola che una canzone può diventare magia e una voce non può che essere onorata da tanta bellezza”

Tania Moltelpare, in arte Lighea è una bravissima cantante e cantautrice marchigiana, dalla voce intensa e dalla tecnica raffinata.

Vincitrice di Castrocaro e di Sanremo Giovani nel 1991, presente nella categoria big del Festival di Sanremo del 1994 e 1995.

Proprio in quell’anno il suo Album “Tania” con la sua “Io rivoglio la mia vita” si attesta tra i dieci più venduti del Festival. tante le collaborazioni nella sua intensissima carriera artistica, tra cui quelle con Eugenio Finardi e Gaetano Curreri degli Stadio.

E ancora sigle televisive, cinque album, tre musical.

“Ho conosciuto Lighea nel 2015 per la realizzazione di un brano importante scritto dal Maestro Maurizio Fabrizio, con un mio testo, dedicato alla figura di Giorgio Faletti, il cui arrangiamento era stato affidato al maestro Umberto Iervolino

L’interpretazione di Tania ci lasciò subito senza parole:  bellissima, potente, emozionante. Una performance dove talento, sensibilità e capacità di comunicazione si percepivano a pelle“.

La responsabilità di avere tra le mani l’opera di uno dei più grandi autori italiani-Maurizio Fabrizio la leggenda vivente che ha scritto brani come “Almeno tu nell’Universo” di Mia Martini, o “I Migliori anni della nostra vita” di Renato Zero – galvanizzò le ore di lavoro nello studio del maestro e l’apporto regalato dall’interpretazione di Lighea fu fondamentale per la bellissima riuscita del progetto. Come il moderno arrangiamento ideato dal maestro Iervolino.

“Un onore aver potuto lavorare con una così grande professionista, dal carattere solare e affettuoso e una voce bellissima”

 

Lighea:

La sua carriera inizia nel 1989, quando partecipa (col suo vero nome) al Festival di Castrocaro col brano Non c’è più verità. Vi si ripresenta quattro anni dopo con il brano Siamo noi quelli sbagliati aggiudicandosi la vittoria e guadagnandosi così il diritto a partecipare a Sanremo Giovani 1993. Tramite quest’ultima manifestazione acquisisce il diritto di accedere al Festival di Sanremo 1994, nella sezione “Nuove proposte”, aggiudicandosi il 6º posto con Possiamo realizzare i nostri sogni. Nello stesso anno viene pubblicato il suo primo album Non siamo eroi (il titolo è un verso di Siamo noi quelli sbagliati).

Nel 1995 ritorna al Festival con Rivoglio la mia vita, brano con il quale guadagna l’ammissione alla sezione “Campioni”, classificandosi al 7º posto nella finale del sabato sera. Esce il suo secondo disco, Lighea, che comprende anche Le cose che non riusciamo a terminare mai, brano presentato al Festivalbar 1995 e con il quale raggiungerà la top 40 degli album più venduti in Italia. Nel 1996, dopo l’uscita del terzo album Impara a dire no, duetta con Fausto Leali nella sigla del telefilm Dio vede e provvede.

L’anno successivo Eugenio Finardi la sceglie come interprete musicale di La principessa Sissi, cartone animato trasmesso da Raiuno. Nel 1999 esce il singolo Ci sei perché, brano scritto a quattro mani da Gaetano Curreri e Luca Carboni. Torna sulle scene musicali nel 2002, debuttando come attrice nel musical Joseph e la strabigliante tunica dei sogni. Nel 2005, dopo aver duettato con Marco Armani nel singolo Nessuna ragione, torna in teatro con Cleopatra.

Nel 2006, anticipato dal singolo Ho, esce il CD Tania. L’album, che vende oltre 10 000 copie, ospita il bassista di Vasco Rossi Claudio Golinelli ed altri musicisti noti, come il chitarrista di Nek Massimo Varini, il batterista Cristiano Micalizzi (che suona la batteria nella sigla del telegiornale di Youtube) e Mario Neri. Nel 2007 Lighea ha prodotto un DVD destinato al videocrossing. Girato da Roberto Chierici con la partecipazione dei Kontrasto (duo hip hop di Milano), il videoclip del singolo Matilde è stato abbandonato in molteplici copie sulle piazze italiane, con istruzioni per distribuirlo al maggior numero di persone possibile.

Il 21 giugno 2009 partecipa ad Amiche per l’Abruzzo. Nel novembre 2009 è uscito in tutte le piattaforme digitali il singolo Miele e veleno. Da novembre 2010 è in tour teatrale con uno spettacolo-canzone dal titolo Il cuore in bocca prima di lanciare il nuovo progetto discografico. Alla fine di marzo 2012, esce “Temeraria” contenente sei nuove canzoni, tra cui il singolo “Le viole“, uscito nel 26 gennaio 2012, e nuove versioni dei brani HoLe cose che non riusciamo a terminare maiRivoglio la mia vita. Il brano Miele e Veleno, incluso nell’album, è presente per la prima volta su CD.

Nel maggio 2012 si presta, assieme ad altri personaggi del mondo dello spettacolo e della musica, come voce narrante nel libro di favole “Storie dei cinque elementi”, progetto benefico a cura delle scrittrici Elena Torre e Anna Marani. Come testimonial dello stesso è stata invitata all’edizione 2012 del Festival Letterario LuccAutori dove si è esibita con “Le cose che non riusciamo a terminare mai” accompagnata dal pianista Giuseppe Sanalitro. Nello stesso 2012, durante una tappa del programma televisivo I fatti vostri denuncia che da bambina ha subito delle molestie dal vicino di casa.

Nel giugno 2015 annuncia la nascita del Lighea Talent Show.

 

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GAE CAPITANO: IL PENSIERO DEL MAESTRO SILVANO BORGATTA

Quando ho conosciuto Gae sono rimasto immediatamente colpito dalla sua umiltà, dalla determinazione e dalla curiosità per tutti gli aspetti che componevano questo variegato mestiere. Oltre al talento che già faceva capolino”. Non  mi sbagliavo e sono felice delle soddisfazioni personali che ha raccolto e raccoglierà “.  ” Soprattutto perché aldilà della stima professionale, sono l’amicizia e l’affetto, i primi pensieri che mi vengono in mente pensando a lui. E in questo mestiere non è poco”

Autore, arrangiatore, pianista, compositore di colonne sonore, Silvano Borgatta non ha bisogno di presentazioni:

Phil Collins, Ivano Fossati, Stadio, Lucio Dalla, Renato Zero, Caparezza, Jannacci, Ivan Graziani, Teresa De Sio, Rossana Casale. Fabio Concato, Steve Grossaman, Alberto Fortis, Mike Bloomfield, & … sono solo alcune delle sue collaborazioni:

Silvano Borgatta è da sempre una delle eccellenze del panorama musicale italiano, e  – con il chitarrista Roberto Puleo – è uno dei maestri con i quali ho studiato i passi fondamentali del mestiere di autore, quindi ne parlo sempre con affetto e riverenza.

 

 

Conosco Syl dagli anni 80, da quando lavoravo come autore al mitico G7 in pieno centro a Torino, lo studio gestito dal discografico e caro amico Gualtiero Gatto. Il G7 era l’eccellenza degli studi torinesi ed era normale incontrare in una delle tre sale di registrazione gli artisti più noti del panorama italiano che lavoravano tra Torino e Milano e condividere a volte con loro un caffè, un pranzo o una cena, perché lo studio si affacciava sulla centralissima Piazza Castello del centro di Torino.

Syl era una specie di leggenda per noi giovani musicisti in studio: sapevamo tutti della storia di quando, da ragazzino, si era presentato a Lucio Dalla per fargli sentire un arrangiamento e Lucio gli avesse chiesto in quale studio e con quali musicisti fosse stato realizzato: il demo lo aveva realizzato in casa con un 4 piste a cassette, suonando tutti gli strumenti con diverse sovra registrazioni.

Ricordo con affetto che era anche famoso per la sua poca pazienza: era un musicista di levatura eccezionale, molto esigente, dai modi diretti, essenziale, che ti diceva senza mezzi termini cosa pensava dei tuoi lavori e -a parte le pause sigarette e caffè, in quantità industriali- non dava spazio alle chiacchiere durante le sessioni di studio.

Quando Gualtiero Gatto mi affidò nel 1987 il primo album sotto la sua completa supervisione ne fui molto fiero.

Lavorammo nello studio B del G7 perché la pre produzione prevedeva diverse settimane di lavoro dove Syl si sarebbe occupato di arrangiare i brani suonando tutti gli strumenti.

Ricordo nel suo set personale una drums machine Linn 9000, un campionatore Ensoniq Mirage, con le sue personali lbrerie di suoni modificate su disco, i vari D 50 Roland e DX7 Yamaha che facevano parte del set presente in studio. I fonici Mauro Morittu e Alex Vogel si sarebbero occupati del mixaggio finale.

Nelle sue mani assoli di chitarra solista o classica e sax erano indistinguibili dagli strumenti reali. Gli archi erano sempre scritti con eleganza e intelligenza, mai suonati solo per essere presenti. E quando si trattava di scelte armoniche e parti di pianoforte occorreva solo stare in silenzio a osservare tanta bellezza. Senza dimenticare che Syl è sempre stato anche un ottimo interprete e un grande vocal-coach.

Un vero grande maestro, quindi.

Per l’occasione mi preoccupai di preparare tutte le partiture da suonare, tutti i testi e i riferimenti stilistici che, come autore di tutti i brani dell’album, avevo pensato per la produzione.

Il primo giorno di lavoro Syl ascoltò tutte le canzoni con attenzione, poi iniziò a farmi tutte una serie di osservazioni generali che si conclusero con la necessità di modificare tutti i pezzi e con una delle mie prime, più importanti e difficili lezioni di songwriting di sempre:

“Tagliare, tagliare e ancora tagliare tutte le ridondanze inutili per la comunicazione finale delle storie sonore e letterarie dei brani”

 

Una cosa che sul momento mi fece incazzare molto: un autore non inserisce neanche una virgola che non sia pensata: figuriamoci di tagliare intere parti. tenendo conto di dover rifare il lavoro di partiture e magari dover modificare i tempi del progetto, in cui Gualtiero Gatto, visto i costi dello studio, era molto esigente.

Ma questo diventò il modus operandi di lavorare con Silvano perchè tutte le sue osservazioni, alla fine, rendevano i lavori più professionali, e quella fu solo fu la prima di una serie di lezioni di songwriting che Syl, dall’alto della sua immensa esperienza di autore e musicista professionista, mi regalò in quei mesi di lavoro insieme e nelle collaborazioni degli anni a venire:

la scelta minuziosa degli accordi; il fatto che un buon brano debba basarsi su una sola buona idea ben sviluppata; le pause per dare respiro ai brani; il sapersi “tenere indietro” musicalmente in un passaggio particolarmente intenso

“perché il musicista professionista crea lo sfondo su cui gli attori  principali – l’interprete e la canzone-  si muovono,  e si fa vedere sotto le luci solo al momento giusto”

Sono consigli preziosi che seguo sempre quando scrivo e che insegno puntualmente nei miei corsi di songwriting: il suo immenso tocco pianistico e la sua visuale di direttore di orchestra hanno sempre fatto al differenza:

Perché è la visuale generale, la percezione dell’insieme e del risultato finale – e solo dopo- la cura dei singoli dettagli che fanno grandi  brani e orchestrazioni”

Syl è un autore raffinato oltre che un grande musicista e ancora oggi – che sono passati tre decenni- nel suo tocco pianistico, nell’ammirarlo al lavoro e nell’ascoltare le cose che scrive o interpreta c’è sempre qualcosa da imparare.

Grazie di tutto Syl.  Ti voglio bene.

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GAE CAPITANO: IL PENSIERO DI MOGOL

“ Scrittura di ottimo livello, buono l’aspetto della creatività, efficace l’uso delle immagini costruite con metafore appropriate. Capacità scenografiche, sensibilità, narrativa precisa e lucida. Notevole background formativo e stilistico”

In realtà il commento non appartiene solo a Giulio ma anche ai suoi collaboratori di quel periodo al CET, Centro Europeo di Toscolano: Giuseppe Barbera eccelso pianista, il grande autore Giuseppe Anastasi (ha scritto Sincerità e Controvento di Arisa) e naturalmente lui:

Giulio Rapetti in arte Mogol, il più famoso degli autori italiani.

I cui testi hanno così profondamente segnato il modo di percepire la parola scritta nelle canzoni, mio e di migliaia di altre persone, autori, artisti.

Naturalmente vado fiero del suo pensiero e quello dei suoi collaboratori, tra l’altro Giuseppe Anastasi è un autore bravissimo che ammiro molto.

 

Quando il CET aprì nei primi anni 90 non mi iscrissi: i costi e le tempistiche di partecipazione erano complicati, in particolare per chi muoveva i primi passi nel mondo della musica cercando di farla diventare un lavoro.

Nel 1992 avevo molti sogni nel cassetto ma come tanti musicisti una posizione ancora instabile nel mondo del lavoro, e rinunciai.

Al salone della musica del 1993 ne parlai in una intervista su RAI 3, ospite di Nanni Moretti ( iniziavo ad essere conosciuto nel circuito degli autori): “La preparazione artistica d’eccellenza dovrebbe essere un bene non privatizzato, in particolare per gli artisti che dimostrano di esserne meritevoli“, dissi.

Ed è un pensiero che ritengo ancora sacrosanto oggi.

Molte cose sono cambiate da allora, e l’accesso ai corsi di Giulio e dei suoi professori è diventato più semplice grazie alle borse di studio e ai premi dei vari concorsi italiani che pilotano le nuove promesse verso un appuntamento storico e unico come quello di conoscere Mogol -uno dei tasselli della storia della musica italiana d’eccellenza-  e frequentare la fucina artistica del Centro di Toscolano

dove il vero dono è incontrare tanti colleghi con i tuoi stessi sogni e passioni, consacrare amicizie  e collaborazioni.

Ho conosciuto Mogol più tardi, quindi, negli anni 2000, e alla prima occasione gli chiesi un parere scritto diretto e ufficiale del mio mondo di scrittura, perchè non volevo il suo giudizio per me così prezioso, potesse diventare una pacca sulla spalla al ristorante alla fine di una serata.

E siccome ci tenevo davvero al suo giudizio, promisi a mia moglie Claudia che se Mogol mi avesse dato una valutazione anche solo normale, sufficiente, non entusiastica, mi sarei messo l’anima in pace e avrei dimezzato le ore che dedicavo alla musica, inserendo quelle attività che nella mia vita sono sempre rimaste indietro: passeggiate, palestra, studi di recitazione e armonia, weekend senza lavorare.

Ricordo quanto fossi intimorito di ricevere un suo parere negativo:

una cosa è scrivere benino, vincere qualche concorso di letteratura, avere un contratto discografico con la Fonit Cetra a titolo della mia capacità di scrittura,

un’ altra chiedere al più famoso autore italiano un parere serio sul tuo lavoro e aspettarsi una risposta professionale.

Perché chi conosce Mogol sa che ha una visione realistica, irriverente, colta ma pratica del mestiere e nessuna remore nel dirti come stanno le cose.

Chiedere una valutazione ai grandi può rivelare rovesci della medaglia, risposte che possono infrangere sogni e convinzioni. Cambiarti la vita in pochi istanti.

Ne ero cosciente. Attesi quindi con calma, salutariamente chiamando la sua carinissima e professionale segretaria di allora, la gentilissima Lorella, responsabile dei corsi, chiedendo ogni tanto di ricordare cortesemente a Giulio il mio materiale.

La valutazione finale di “Ottimo” e le sue parole gentili “Ritengo i testi tutti ottimi” mi tranquillizzarono (e salvarono dalle promesse, che non ho ancora mantenuto).

E’ stato un momento particolare del mio percorso di autore, di cui ho un ricordo molto intenso e bello.

Da allora il suo pensiero è un piccolo cameo che mi accompagna quando scrivo o mi avventuro in nuovi progetti: la sua foto -sotto- è una delle poche, con Maurizio Fabrizio, che tengo sulla scrivania dove lavoro.

Il sommo maestro osserva.

Grazie Giulio – non solo per questo – ma soprattutto per i grandi brani che hai scritto che ci hanno fatto -e continuano- a farci sognare.

 

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GAE CAPITANO – MEDAGLIA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

“Alla premiazione delle opere letterarie del Premio Huco presso La Casa Delle Culture di Roma, la medaglia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stata assegnata per la migliore opera letteraria all’Autore Torinese Gae Capitano, già vincitore del Premio Letterario Panchina di Bologna, Resto del Carlino”

Ha presieduto la serata l’attrice Giuditta Saltarini moglie dell’indimenticabile Renato Rascel

La Casa delle Culture di Roma impronta la sua attività e le sue modalità associative all’esperienza della Casa della Cultura , nata nel 1962, e alla sua successiva modificazione in Casa delle culture a partire dal 1993. Esperienze che nel corso degli anni , pur mantenendo le originarie peculiarità , hanno cercato di modellarsi e interpretare i mutamenti intervenuti nel campo vasto delle culture delle sinistra, politica e sociale, nel rapporto fra intellettualità e impegno civile. Con la stessa denominazione di Casa delle Culture, assunta nel 1993, si è voluto sottolineare sin da allora il carattere plurale dell’associazione come “luogo” aperto al confronto, al dialogo e alla contaminazione fra culture ed esperienze soggettive e collettive diverse. Tutto ciò per contribuire attraverso le sue attività a far crescere un punto di vista critico rispetto ai modelli liberisti e ai fenomeni della globalizzazione. Per contribuire a una consapevole partecipazione alla vita pubblica e allo sviluppo di una democrazia per e di tutti , in particolare per i soggetti più deboli.

L’attività della Casa delle Culture è fondata principalmente sul volontariato e sull’autofinanziamento. Le fonti del sostegno economico all’associazioni sono: le quote associative; le sottoscrizioni; le attività teatrali; l’ospitalità prestata a partiti, associazioni, movimenti, case editrici, presentazione di libri, convegni, proiezioni, teatro, assemblee cittadine, riunioni politiche, laboratori. Attività che  animano da quasi vent’anni la sede di via San Crisogono.

 

 

 

 

 

 

 

 

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AGNESE GALASSI – VINCITRICE SANREMO NEW TALENT – “ORIGAMI”

“Gae Capitano & Paolo Paolini firmano ” Origami” per Agnese Galassi, la quindicenne Ferrarese vincitrice di Sanremo New Talent” “Il premio è stato assegnato dal Maestro Vince Tempera” “Maria Teresa Ruta madrina della manifestazione, organizzata da Devis Paganelli. ” ” Il videoclip è stato prodotto dalla Fonoplay di Paolo Paltrinieri”

 

 

 

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GAE CAPITANO – IL PENSIERO DEL MAESTRO MAURIZIO FABRIZIO

 “Non esistono successi inarrivabili: le creazioni belle fanno parte tutte della stessa famiglia e quelle di Gae lo sono”

 

Sono sempre in imbarazzo ed emozionato quando parlo di Maurizio Fabrizio: una leggenda della musica per me”

“Averlo conosciuto e poter scrivere con lui sono è stato probabilmente l’ incontro e il dono più bello del mio percorso d’autore”

“Ho avuto la fortuna di lavorare molti anni con Roberto Puleo -suo co-chitarrista nella formazione storica di Branduardi negli anni d’oro dell’artista- e ricordo di aver ascoltato sempre con grande ammirazione e riverenza le storie che riguardavano il maestro: un genio e un professionista grandissimo con una visuale della musica incredibile”

(Roberto Puleo & Maurizio Fabrizio in concerto)

Anche solo nominare i titoli delle canzoni che ha scritto mi mette soggezione:

“Almeno tu nell’ Universo” di Mia Martini, “I migliori anni della nostra vita” di Zero, “Sempre” di Lisa, “Strano il mio destino” di Giorgia, “Un’emozione per sempre” di Ramazzotti, “Brividi” di Rossana Casale, “Storie di tutti  i giorni” di  Fogli, “Che fantastica storia è la vita” di Venditti “Acquarello” di Toquinho e decine e decine di altre ancora”.

Andate ad ascoltare “Che sa di sale“, scritto con Guido Morra: che meraviglia!

“Ricordo con emozione quando mi avvisarono che avrei lavorato con lui: una gioia immensa”

e per questo dovrò sempre ringraziare Adrian Bervick e Diego Calvetti.

“Un’ eccellenza assoluta, in grado sempre di stupirti con una soluzione armonica aggraziata e impensabile, capace di costruire melodie di incredibile ariosità ed eleganza e di metterti in difficoltà con metriche asciutte difficili da trasformare in testi, ma assolutamente sempre bellissime: un genio, non ci sono molti aggettivi per descrivere Maurizio Fabrizio”

“Per il maestro un unico pensiero: grazie Maurizio per questa amicizia: sei un esempio inarrivabile di professionalità, educazione, gentilezza, genialità indiscussa:

una Leggenda della Musica”

Gae

 

 

 

 

© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

GAE CAPITANO: IL PENSIERO DI MARIO LUZZATTO FEGIZ

“Il più autorevole e temuto critico musicale italiano- storico collaboratore del Corriere della sera- commenta il brano “Tabula Rasa” e L’album “Di questo parlo io” di Ilaria Porceddu ”

 

Il pensiero di Mario Luzzatto Fegiz sulle pagine del corriere della sera è temuto anche dai più grandi artisti italiani – Laura Pausini, Mina, Celentano, Tiziano Ferro, Baglioni– che non vengono risparmiati dalla sua disamina impertinente, tagliente e severa.

Un regalo straordinario quindi essere premiati con un voto molto alto (7,5) direttamente sulle pagine del Corriere della sera cartaceo:

L’Album è “Di questo parlo io” della meravigliosa Ilaria Porceddu.

Ad aprire l’articolo le parole di “Tabula rasa”  (Porceddu, Gazzè, Capitano) da molti considerato uno dei più affascinanti e importanti di questo lavoro discografico della artista Sarda che dopo X Factor e Sanremo, si conferma come una delle più interessanti artisti femminili italiane

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© Gae Capitano, 2022