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FEDERICA GILI: “COME LA NEVE AL CUORE”

Una canzone affidata ad una interprete sensibile è sempre un grande dono per un autore: “Come la Neve al Cuore” è un brano la cui sintesi spazia dal mondo autorale di Mia Martini- di cui con Federica siamo estimatori – fino alla ricerca di soluzioni armoniche e modus orchestrali che appartengono ad una precisa scuola di pensiero: quella stilisticamente inarrivabile del maestro Maurizio Fabrizio e di tutte le forme d’arte che hanno l’anima come comune denominatore”

 

 

Federica Gili:

Formatrice aziendale in ambito di team building e team working (Scienze delle comunicazioni – Università degli studi di Torino) Formazione musicale: Centro perfezionamento jazz, American Musical, Black music stages, Diploma Interpreti C.E.T. Mogol Insegnante di tecnica vocale e uso della voce, canto, improvvisazione teatrale Diploma Teatro: Teatranza ArteDrama, dopo 6 anni di Improvvisazione presso Compagnia del Giglio-Torino. E’ la direttrice dell’accademia Art’es di Torino-

In qualità di Vocal Coach, Federica ha vinto nel 2021 il talent televisivo “The Coach”

“Ho conosciuto il lavoro di Federica Gili molti anni prima di conoscerla direttamente: in comune avevamo la formazione al Cet di Mogol, la stessa città dove lavoriamo, Torino, e una certa filosofia nel fare questo mestiere.

E’ stato un piacere quindi poter lavorare ad un certo punto dei nostri percorsi insieme quando ile nostre rispettive professioni, vocal coach e autore, si sono incontrate per seguire il progetto di qualche artista.

Federica è un’anima inusuale e solare: autrice, poetessa, imprenditrice, raffinata interprete.

Così ad un certo punto abbiamo provato a scrivere qualcosa per il suo personale repertorio ed è nata ” Come la Neve al Cuore”

Un brano ricercato e difficile sotto il profilo di armonie e teatralità, che guarda al repertorio elegante di Mia Martini, che entrambi ammiriamo, e si rifà ad una scuola antica di scrittura, dove testi e musiche lavorano in simbiosi con l’anima e le sensazioni.

La prima stesura orchestrale è stata affidata a Luke Silver e il progetto è stato poi completato da Fabrizio Ronco, che si è occupato anche di tutte le fasi di registrazione mix e mastering. Il progetto è stato poi affidato a Zara Music edizioni e farà parte di un Album in preparazione.

“Il cuore sai è una scatola di vetro, che rende trasparenti le emozioni”, recita un punto della canzone. e Federica Gili è riuscita con la sua sensibilità e interpretazione a rendere “trasparenti” le emozioni della storia raccontata da questa canzone”

 

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

GAE CAPITANO: IL PENSIERO DI LIGHEA

La sensibilità di un uomo che si fa musica e poesia. E’ solo incontrandosi con l’artista della parola che una canzone può diventare magia e una voce non può che essere onorata da tanta bellezza”

Tania Moltelpare, in arte Lighea è una bravissima cantante e cantautrice marchigiana, dalla voce intensa e dalla tecnica raffinata.

Vincitrice di Castrocaro e di Sanremo Giovani nel 1991, presente nella categoria big del Festival di Sanremo del 1994 e 1995.

Proprio in quell’anno il suo Album “Tania” con la sua “Io rivoglio la mia vita” si attesta tra i dieci più venduti del Festival. tante le collaborazioni nella sua intensissima carriera artistica, tra cui quelle con Eugenio Finardi e Gaetano Curreri degli Stadio.

E ancora sigle televisive, cinque album, tre musical.

“Ho conosciuto Lighea nel 2015 per la realizzazione di un brano importante scritto dal Maestro Maurizio Fabrizio, con un mio testo, dedicato alla figura di Giorgio Faletti, il cui arrangiamento era stato affidato al maestro Umberto Iervolino

L’interpretazione di Tania ci lasciò subito senza parole:  bellissima, potente, emozionante. Una performance dove talento, sensibilità e capacità di comunicazione si percepivano a pelle“.

La responsabilità di avere tra le mani l’opera di uno dei più grandi autori italiani-Maurizio Fabrizio la leggenda vivente che ha scritto brani come “Almeno tu nell’Universo” di Mia Martini, o “I Migliori anni della nostra vita” di Renato Zero – galvanizzò le ore di lavoro nello studio del maestro e l’apporto regalato dall’interpretazione di Lighea fu fondamentale per la bellissima riuscita del progetto. Come il moderno arrangiamento ideato dal maestro Iervolino.

“Un onore aver potuto lavorare con una così grande professionista, dal carattere solare e affettuoso e una voce bellissima”

 

Lighea:

La sua carriera inizia nel 1989, quando partecipa (col suo vero nome) al Festival di Castrocaro col brano Non c’è più verità. Vi si ripresenta quattro anni dopo con il brano Siamo noi quelli sbagliati aggiudicandosi la vittoria e guadagnandosi così il diritto a partecipare a Sanremo Giovani 1993. Tramite quest’ultima manifestazione acquisisce il diritto di accedere al Festival di Sanremo 1994, nella sezione “Nuove proposte”, aggiudicandosi il 6º posto con Possiamo realizzare i nostri sogni. Nello stesso anno viene pubblicato il suo primo album Non siamo eroi (il titolo è un verso di Siamo noi quelli sbagliati).

Nel 1995 ritorna al Festival con Rivoglio la mia vita, brano con il quale guadagna l’ammissione alla sezione “Campioni”, classificandosi al 7º posto nella finale del sabato sera. Esce il suo secondo disco, Lighea, che comprende anche Le cose che non riusciamo a terminare mai, brano presentato al Festivalbar 1995 e con il quale raggiungerà la top 40 degli album più venduti in Italia. Nel 1996, dopo l’uscita del terzo album Impara a dire no, duetta con Fausto Leali nella sigla del telefilm Dio vede e provvede.

L’anno successivo Eugenio Finardi la sceglie come interprete musicale di La principessa Sissi, cartone animato trasmesso da Raiuno. Nel 1999 esce il singolo Ci sei perché, brano scritto a quattro mani da Gaetano Curreri e Luca Carboni. Torna sulle scene musicali nel 2002, debuttando come attrice nel musical Joseph e la strabigliante tunica dei sogni. Nel 2005, dopo aver duettato con Marco Armani nel singolo Nessuna ragione, torna in teatro con Cleopatra.

Nel 2006, anticipato dal singolo Ho, esce il CD Tania. L’album, che vende oltre 10 000 copie, ospita il bassista di Vasco Rossi Claudio Golinelli ed altri musicisti noti, come il chitarrista di Nek Massimo Varini, il batterista Cristiano Micalizzi (che suona la batteria nella sigla del telegiornale di Youtube) e Mario Neri. Nel 2007 Lighea ha prodotto un DVD destinato al videocrossing. Girato da Roberto Chierici con la partecipazione dei Kontrasto (duo hip hop di Milano), il videoclip del singolo Matilde è stato abbandonato in molteplici copie sulle piazze italiane, con istruzioni per distribuirlo al maggior numero di persone possibile.

Il 21 giugno 2009 partecipa ad Amiche per l’Abruzzo. Nel novembre 2009 è uscito in tutte le piattaforme digitali il singolo Miele e veleno. Da novembre 2010 è in tour teatrale con uno spettacolo-canzone dal titolo Il cuore in bocca prima di lanciare il nuovo progetto discografico. Alla fine di marzo 2012, esce “Temeraria” contenente sei nuove canzoni, tra cui il singolo “Le viole“, uscito nel 26 gennaio 2012, e nuove versioni dei brani HoLe cose che non riusciamo a terminare maiRivoglio la mia vita. Il brano Miele e Veleno, incluso nell’album, è presente per la prima volta su CD.

Nel maggio 2012 si presta, assieme ad altri personaggi del mondo dello spettacolo e della musica, come voce narrante nel libro di favole “Storie dei cinque elementi”, progetto benefico a cura delle scrittrici Elena Torre e Anna Marani. Come testimonial dello stesso è stata invitata all’edizione 2012 del Festival Letterario LuccAutori dove si è esibita con “Le cose che non riusciamo a terminare mai” accompagnata dal pianista Giuseppe Sanalitro. Nello stesso 2012, durante una tappa del programma televisivo I fatti vostri denuncia che da bambina ha subito delle molestie dal vicino di casa.

Nel giugno 2015 annuncia la nascita del Lighea Talent Show.

 

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

GAE CAPITANO: IL PENSIERO DEL MAESTRO SILVANO BORGATTA

Quando ho conosciuto Gae sono rimasto immediatamente colpito dalla sua umiltà, dalla determinazione e dalla curiosità per tutti gli aspetti che componevano questo variegato mestiere. Oltre al talento che già faceva capolino”. Non  mi sbagliavo e sono felice delle soddisfazioni personali che ha raccolto e raccoglierà “.  ” Soprattutto perché aldilà della stima professionale, sono l’amicizia e l’affetto, i primi pensieri che mi vengono in mente pensando a lui. E in questo mestiere non è poco”

Autore, arrangiatore, pianista, compositore di colonne sonore, Silvano Borgatta non ha bisogno di presentazioni:

Phil Collins, Ivano Fossati, Stadio, Lucio Dalla, Renato Zero, Caparezza, Jannacci, Ivan Graziani, Teresa De Sio, Rossana Casale. Fabio Concato, Steve Grossaman, Alberto Fortis, Mike Bloomfield, & … sono solo alcune delle sue collaborazioni:

Silvano Borgatta è da sempre una delle eccellenze del panorama musicale italiano, e  – con il chitarrista Roberto Puleo – è uno dei maestri con i quali ho studiato i passi fondamentali del mestiere di autore, quindi ne parlo sempre con affetto e riverenza.

 

 

Conosco Syl dagli anni 80, da quando lavoravo come autore al mitico G7 in pieno centro a Torino, lo studio gestito dal discografico e caro amico Gualtiero Gatto. Il G7 era l’eccellenza degli studi torinesi ed era normale incontrare in una delle tre sale di registrazione gli artisti più noti del panorama italiano che lavoravano tra Torino e Milano e condividere a volte con loro un caffè, un pranzo o una cena, perché lo studio si affacciava sulla centralissima Piazza Castello del centro di Torino.

Syl era una specie di leggenda per noi giovani musicisti in studio: sapevamo tutti della storia di quando, da ragazzino, si era presentato a Lucio Dalla per fargli sentire un arrangiamento e Lucio gli avesse chiesto in quale studio e con quali musicisti fosse stato realizzato: il demo lo aveva realizzato in casa con un 4 piste a cassette, suonando tutti gli strumenti con diverse sovra registrazioni.

Ricordo con affetto che era anche famoso per la sua poca pazienza: era un musicista di levatura eccezionale, molto esigente, dai modi diretti, essenziale, che ti diceva senza mezzi termini cosa pensava dei tuoi lavori e -a parte le pause sigarette e caffè, in quantità industriali- non dava spazio alle chiacchiere durante le sessioni di studio.

Quando Gualtiero Gatto mi affidò nel 1987 il primo album sotto la sua completa supervisione ne fui molto fiero.

Lavorammo nello studio B del G7 perché la pre produzione prevedeva diverse settimane di lavoro dove Syl si sarebbe occupato di arrangiare i brani suonando tutti gli strumenti.

Ricordo nel suo set personale una drums machine Linn 9000, un campionatore Ensoniq Mirage, con le sue personali lbrerie di suoni modificate su disco, i vari D 50 Roland e DX7 Yamaha che facevano parte del set presente in studio. I fonici Mauro Morittu e Alex Vogel si sarebbero occupati del mixaggio finale.

Nelle sue mani assoli di chitarra solista o classica e sax erano indistinguibili dagli strumenti reali. Gli archi erano sempre scritti con eleganza e intelligenza, mai suonati solo per essere presenti. E quando si trattava di scelte armoniche e parti di pianoforte occorreva solo stare in silenzio a osservare tanta bellezza. Senza dimenticare che Syl è sempre stato anche un ottimo interprete e un grande vocal-coach.

Un vero grande maestro, quindi.

Per l’occasione mi preoccupai di preparare tutte le partiture da suonare, tutti i testi e i riferimenti stilistici che, come autore di tutti i brani dell’album, avevo pensato per la produzione.

Il primo giorno di lavoro Syl ascoltò tutte le canzoni con attenzione, poi iniziò a farmi tutte una serie di osservazioni generali che si conclusero con la necessità di modificare tutti i pezzi e con una delle mie prime, più importanti e difficili lezioni di songwriting di sempre:

“Tagliare, tagliare e ancora tagliare tutte le ridondanze inutili per la comunicazione finale delle storie sonore e letterarie dei brani”

 

Una cosa che sul momento mi fece incazzare molto: un autore non inserisce neanche una virgola che non sia pensata: figuriamoci di tagliare intere parti. tenendo conto di dover rifare il lavoro di partiture e magari dover modificare i tempi del progetto, in cui Gualtiero Gatto, visto i costi dello studio, era molto esigente.

Ma questo diventò il modus operandi di lavorare con Silvano perchè tutte le sue osservazioni, alla fine, rendevano i lavori più professionali, e quella fu solo fu la prima di una serie di lezioni di songwriting che Syl, dall’alto della sua immensa esperienza di autore e musicista professionista, mi regalò in quei mesi di lavoro insieme e nelle collaborazioni degli anni a venire:

la scelta minuziosa degli accordi; il fatto che un buon brano debba basarsi su una sola buona idea ben sviluppata; le pause per dare respiro ai brani; il sapersi “tenere indietro” musicalmente in un passaggio particolarmente intenso

“perché il musicista professionista crea lo sfondo su cui gli attori  principali – l’interprete e la canzone-  si muovono,  e si fa vedere sotto le luci solo al momento giusto”

Sono consigli preziosi che seguo sempre quando scrivo e che insegno puntualmente nei miei corsi di songwriting: il suo immenso tocco pianistico e la sua visuale di direttore di orchestra hanno sempre fatto al differenza:

Perché è la visuale generale, la percezione dell’insieme e del risultato finale – e solo dopo- la cura dei singoli dettagli che fanno grandi  brani e orchestrazioni”

Syl è un autore raffinato oltre che un grande musicista e ancora oggi – che sono passati tre decenni- nel suo tocco pianistico, nell’ammirarlo al lavoro e nell’ascoltare le cose che scrive o interpreta c’è sempre qualcosa da imparare.

Grazie di tutto Syl.  Ti voglio bene.

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

© Gae Capitano, 2022