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Luglio 2022

GAE CAPITANO: IL PENSIERO DI MOGOL

“ Scrittura di ottimo livello, buono l’aspetto della creatività, efficace l’uso delle immagini costruite con metafore appropriate. Capacità scenografiche, sensibilità, narrativa precisa e lucida. Notevole background formativo e stilistico”

In realtà il commento non appartiene solo a Giulio ma anche ai suoi collaboratori di quel periodo al CET, Centro Europeo di Toscolano: Giuseppe Barbera eccelso pianista, il grande autore Giuseppe Anastasi (ha scritto Sincerità e Controvento di Arisa) e naturalmente lui:

Giulio Rapetti in arte Mogol, il più famoso degli autori italiani.

I cui testi hanno così profondamente segnato il modo di percepire la parola scritta nelle canzoni, mio e di migliaia di altre persone, autori, artisti.

Naturalmente vado fiero del suo pensiero e quello dei suoi collaboratori, tra l’altro Giuseppe Anastasi è un autore bravissimo che ammiro molto.

 

Quando il CET aprì nei primi anni 90 non mi iscrissi: i costi e le tempistiche di partecipazione erano complicati, in particolare per chi muoveva i primi passi nel mondo della musica cercando di farla diventare un lavoro.

Nel 1992 avevo molti sogni nel cassetto ma come tanti musicisti una posizione ancora instabile nel mondo del lavoro, e rinunciai.

Al salone della musica del 1993 ne parlai in una intervista su RAI 3, ospite di Nanni Moretti ( iniziavo ad essere conosciuto nel circuito degli autori): “La preparazione artistica d’eccellenza dovrebbe essere un bene non privatizzato, in particolare per gli artisti che dimostrano di esserne meritevoli“, dissi.

Ed è un pensiero che ritengo ancora sacrosanto oggi.

Molte cose sono cambiate da allora, e l’accesso ai corsi di Giulio e dei suoi professori è diventato più semplice grazie alle borse di studio e ai premi dei vari concorsi italiani che pilotano le nuove promesse verso un appuntamento storico e unico come quello di conoscere Mogol -uno dei tasselli della storia della musica italiana d’eccellenza-  e frequentare la fucina artistica del Centro di Toscolano

dove il vero dono è incontrare tanti colleghi con i tuoi stessi sogni e passioni, consacrare amicizie  e collaborazioni.

Ho conosciuto Mogol più tardi, quindi, negli anni 2000, e alla prima occasione gli chiesi un parere scritto diretto e ufficiale del mio mondo di scrittura, perchè non volevo il suo giudizio per me così prezioso, potesse diventare una pacca sulla spalla al ristorante alla fine di una serata.

E siccome ci tenevo davvero al suo giudizio, promisi a mia moglie Claudia che se Mogol mi avesse dato una valutazione anche solo normale, sufficiente, non entusiastica, mi sarei messo l’anima in pace e avrei dimezzato le ore che dedicavo alla musica, inserendo quelle attività che nella mia vita sono sempre rimaste indietro: passeggiate, palestra, studi di recitazione e armonia, weekend senza lavorare.

Ricordo quanto fossi intimorito di ricevere un suo parere negativo:

una cosa è scrivere benino, vincere qualche concorso di letteratura, avere un contratto discografico con la Fonit Cetra a titolo della mia capacità di scrittura,

un’ altra chiedere al più famoso autore italiano un parere serio sul tuo lavoro e aspettarsi una risposta professionale.

Perché chi conosce Mogol sa che ha una visione realistica, irriverente, colta ma pratica del mestiere e nessuna remore nel dirti come stanno le cose.

Chiedere una valutazione ai grandi può rivelare rovesci della medaglia, risposte che possono infrangere sogni e convinzioni. Cambiarti la vita in pochi istanti.

Ne ero cosciente. Attesi quindi con calma, salutariamente chiamando la sua carinissima e professionale segretaria di allora, la gentilissima Lorella, responsabile dei corsi, chiedendo ogni tanto di ricordare cortesemente a Giulio il mio materiale.

La valutazione finale di “Ottimo” e le sue parole gentili “Ritengo i testi tutti ottimi” mi tranquillizzarono (e salvarono dalle promesse, che non ho ancora mantenuto).

E’ stato un momento particolare del mio percorso di autore, di cui ho un ricordo molto intenso e bello.

Da allora il suo pensiero è un piccolo cameo che mi accompagna quando scrivo o mi avventuro in nuovi progetti: la sua foto -sotto- è una delle poche, con Maurizio Fabrizio, che tengo sulla scrivania dove lavoro.

Il sommo maestro osserva.

Grazie Giulio – non solo per questo – ma soprattutto per i grandi brani che hai scritto che ci hanno fatto -e continuano- a farci sognare.

 

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

GAE CAPITANO – MEDAGLIA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

“Alla premiazione delle opere letterarie del Premio Huco presso La Casa Delle Culture di Roma, la medaglia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stata assegnata per la migliore opera letteraria all’Autore Torinese Gae Capitano, già vincitore del Premio Letterario Panchina di Bologna, Resto del Carlino”

Ha presieduto la serata l’attrice Giuditta Saltarini moglie dell’indimenticabile Renato Rascel

La Casa delle Culture di Roma impronta la sua attività e le sue modalità associative all’esperienza della Casa della Cultura , nata nel 1962, e alla sua successiva modificazione in Casa delle culture a partire dal 1993. Esperienze che nel corso degli anni , pur mantenendo le originarie peculiarità , hanno cercato di modellarsi e interpretare i mutamenti intervenuti nel campo vasto delle culture delle sinistra, politica e sociale, nel rapporto fra intellettualità e impegno civile. Con la stessa denominazione di Casa delle Culture, assunta nel 1993, si è voluto sottolineare sin da allora il carattere plurale dell’associazione come “luogo” aperto al confronto, al dialogo e alla contaminazione fra culture ed esperienze soggettive e collettive diverse. Tutto ciò per contribuire attraverso le sue attività a far crescere un punto di vista critico rispetto ai modelli liberisti e ai fenomeni della globalizzazione. Per contribuire a una consapevole partecipazione alla vita pubblica e allo sviluppo di una democrazia per e di tutti , in particolare per i soggetti più deboli.

L’attività della Casa delle Culture è fondata principalmente sul volontariato e sull’autofinanziamento. Le fonti del sostegno economico all’associazioni sono: le quote associative; le sottoscrizioni; le attività teatrali; l’ospitalità prestata a partiti, associazioni, movimenti, case editrici, presentazione di libri, convegni, proiezioni, teatro, assemblee cittadine, riunioni politiche, laboratori. Attività che  animano da quasi vent’anni la sede di via San Crisogono.

 

 

 

 

 

 

 

 

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AGNESE GALASSI – VINCITRICE SANREMO NEW TALENT – “ORIGAMI”

“Gae Capitano & Paolo Paolini firmano ” Origami” per Agnese Galassi, la quindicenne Ferrarese vincitrice di Sanremo New Talent” “Il premio è stato assegnato dal Maestro Vince Tempera” “Maria Teresa Ruta madrina della manifestazione, organizzata da Devis Paganelli. ” ” Il videoclip è stato prodotto dalla Fonoplay di Paolo Paltrinieri”

 

 

 

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GAE CAPITANO – IL PENSIERO DEL MAESTRO MAURIZIO FABRIZIO

 “Non esistono successi inarrivabili: le creazioni belle fanno parte tutte della stessa famiglia e quelle di Gae lo sono”

 

Sono sempre in imbarazzo ed emozionato quando parlo di Maurizio Fabrizio: una leggenda della musica per me”

“Averlo conosciuto e poter scrivere con lui sono è stato probabilmente l’ incontro e il dono più bello del mio percorso d’autore”

“Ho avuto la fortuna di lavorare molti anni con Roberto Puleo -suo co-chitarrista nella formazione storica di Branduardi negli anni d’oro dell’artista- e ricordo di aver ascoltato sempre con grande ammirazione e riverenza le storie che riguardavano il maestro: un genio e un professionista grandissimo con una visuale della musica incredibile”

(Roberto Puleo & Maurizio Fabrizio in concerto)

Anche solo nominare i titoli delle canzoni che ha scritto mi mette soggezione:

“Almeno tu nell’ Universo” di Mia Martini, “I migliori anni della nostra vita” di Zero, “Sempre” di Lisa, “Strano il mio destino” di Giorgia, “Un’emozione per sempre” di Ramazzotti, “Brividi” di Rossana Casale, “Storie di tutti  i giorni” di  Fogli, “Che fantastica storia è la vita” di Venditti “Acquarello” di Toquinho e decine e decine di altre ancora”.

Andate ad ascoltare “Che sa di sale“, scritto con Guido Morra: che meraviglia!

“Ricordo con emozione quando mi avvisarono che avrei lavorato con lui: una gioia immensa”

e per questo dovrò sempre ringraziare Adrian Bervick e Diego Calvetti.

“Un’ eccellenza assoluta, in grado sempre di stupirti con una soluzione armonica aggraziata e impensabile, capace di costruire melodie di incredibile ariosità ed eleganza e di metterti in difficoltà con metriche asciutte difficili da trasformare in testi, ma assolutamente sempre bellissime: un genio, non ci sono molti aggettivi per descrivere Maurizio Fabrizio”

“Per il maestro un unico pensiero: grazie Maurizio per questa amicizia: sei un esempio inarrivabile di professionalità, educazione, gentilezza, genialità indiscussa:

una Leggenda della Musica”

Gae

 

 

 

 

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GAE CAPITANO, RON E STEFANO DE MARTINO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Gae Capitano, Ron, Stefano De Martino e Michele de Lucia sono stati ricevuti alla Camera dei Deputati alla presenza del Vice Presidente, l’On. Roberto Giachetti, in occasione di una importante iniziativa culturale promossa dal Premio Lunezia

Il paroliere del momento, già al lavoro su altri importanti fronti artistici, si dichiara “Entusiasta per aver preso parte a un evento di primo piano e rilievo organizzato dal Premio Lunezia, insieme a uno dei maestri indiscussi del cantautorato italiano che ho sempre ammirato: Ron”

“Sono certo che le sue note non mancheranno di emozionare ancora il pubblico, aggiungendo un tocco di classe, delicatezza e poesia alla manifestazione come il grande cantautore lombardo fa con successo da oltre trent’anni a oggi”

 

“Ron è un artista eccezionale con una cultura e sensibilità musicale fuori dal comune”.

Poterlo conoscere e ascoltare di presenza i suoi meravigliosi aneddoti che spaziavano dall’imprevedibilità di Lucio Dalla e Patty Pravo al suo viaggio in America in cerca di nuove sonorità, fino agli episodi lavorativi nel suo bellissimo studio di registrazione L’angelo, costruito all’interno delle mura di una antica fabbrica di cioccolato a Garlasco, vicino Pavia- è stata una bellissima esperienza.

Musicalmente Rosalino è un professionista con una esperienza immensa del mondo dello spettacolo, che frequenta sin da quando era giovanissimo.

Sono sempre stato affascinato dal suo repertorio sofisticato capace di rimanere in equilibrio tra il raffinato e il pop e straordinariamente accontentare il pubblico più semplice e quello più esigente.

Certo nella sua scaletta i capolavori non mancano.

E l’eleganza e la delicatezza che naturalmente gli appartengono sono il marchio di fabbrica di canzoni senza tempo

Non abbiam bisogno di parole, Vorrei incontrarti fra cent’anniJoe Temerario,  Anima, E’ l’Italia che va, Al centro della musica,  Abitante di un corpo celeste. 

La chitarra è il mio strumento principale, mi accompagna sin da quado sono bambino e tra le sue canzoni sono particolarmente affezionato- sia per la delicata tecnica di fingerpicking sia per la malinconia del brano- a Una città per cantare, brano che suono sempre quando voglio rilassarmi.

la sua versione è disarmante: come solo i professionisti del suo livello sanno fare, Ron la esegue con una interpretazione che mantiene un leggero distacco narrativo, tecnica che ricorda le voci narranti dei film.

Sei cosciente di ascoltare parole che raccontano della sua vita, di esperienze che gli appartengono, ma la visione è cinematografica, distante, asciutta, essenziale, carica di pathos.

Ascoltarlo suonare dal vivo con la sua formazione è una esperienza che ricorda i gruppi girovaghi country americani, dove ensemble di pochi strumenti come chitarre folk, basso e batteria, violino e pianoforte sono in grado di orchestrare in modo molto dettagliato i suoi racconti sonori.

Canzoni che “stanno in piedi da sole” grazie alla bellezza delle melodie e delle parole che, nei brani di Ron, sono sempre ricercate e di alto livello.

Di Rosalino colpisce l’estrema gentilezza dei modi:

alla camera dei deputati ho dimenticato di mettere giacca e cravatta (era un particolare raccomandato nel comunicato degli inviti di Montecitorio! che naturalmente non ho letto fino in fondo) e mi hanno dato una giacca tre volte più grande di me per entrare.

A Montecitorio, nella hall d’ingresso, hanno un armadio antico dove tengono vestiti di emergenza: camicie, giacche, cravatte- naturalmente rigorosamente orrende- per i casi disperati come il mio.

Ron ha riso tutto il pomeriggio e con la sua tranquillità e simpatia ha reso la cosa divertente togliendo me e la direzione del premio dall’imbarazzo della gaffe. Noi autori siamo un po’ orsi abituati a lavorare nel buio degli studi di registrazione e agli appuntamenti mondani siamo delle frane.

Una volta in un intervista dissi che incontrare i tuoi idoli musicali a volte può essere sconveniente, ed è meglio continuare ad immaginarseli come meglio preferiamo, perchè un grande artista potrebbe anche non essere una grande persona.

Ron è una di quelle eccezioni in cui l’uomo e l’artista sono superiori a quello che immaginavi:  per la presenza, umanità, bravura, simpatia.

Di ritorno da una pausa caffè, davanti a Montecitorio abbiamo trovato una donna con una bambina che protestava per una questione-se non ricordo male- legata ad uno sfratto. Ron si è fermato ad ascoltarla con particolare attenzione e disponibilità poi, senza farsi troppo notare, ha chiesto al suo collaboratore di interessarsene..

Questi sono gli uomini a cui affiderei volentieri il mondo.

E che bello tornare a casa – con un sorriso da bambino negl’occhi – con la sensazione di aver conosciuto una specie di supereroe.

 

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GAE CAPITANO: IL PENSIERO DI MARIO LUZZATTO FEGIZ

“Il più autorevole e temuto critico musicale italiano- storico collaboratore del Corriere della sera- commenta il brano “Tabula Rasa” e L’album “Di questo parlo io” di Ilaria Porceddu ”

 

Il pensiero di Mario Luzzatto Fegiz sulle pagine del corriere della sera è temuto anche dai più grandi artisti italiani – Laura Pausini, Mina, Celentano, Tiziano Ferro, Baglioni– che non vengono risparmiati dalla sua disamina impertinente, tagliente e severa.

Un regalo straordinario quindi essere premiati con un voto molto alto (7,5) direttamente sulle pagine del Corriere della sera cartaceo:

L’Album è “Di questo parlo io” della meravigliosa Ilaria Porceddu.

Ad aprire l’articolo le parole di “Tabula rasa”  (Porceddu, Gazzè, Capitano) da molti considerato uno dei più affascinanti e importanti di questo lavoro discografico della artista Sarda che dopo X Factor e Sanremo, si conferma come una delle più interessanti artisti femminili italiane

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ALEX D’HERIN: “L’UOMO SENZA STORIA”

“L’uomo senza storia”: una canzone nata da un’amicizia, diventata un pluripremiato progetto internazionale. Da un album straordinario, passando dalle Isole Eolie alla Spagna, dal Festival di Taormina fino a Los Angeles ”

“Alex D’Herin è un’ anima bella: autore, interprete raffinato, polistrumentista e showman

“Da anni ammiravamo i nostri rispettivi percorsi e progetti da lontano. Fino a quando un live di una comune amica cantante ci ha fatto conoscere e decidere di collaborare insieme.

L’obiettivo era il nuovo straordinario album di Alex, “Le stagioni che saprai aspettare“, ricco di collaborazioni illustri come la presenza di Dani Galenda – producer e autore di artisti internazionali, producer di J-Ax, -che avrebbe curato gli arrangiamenti.

La vena artistica e autorale di Alex è una miscellanea di stili che vanno dal blues al pop, dal jazz allo swing, dal gipsy alle ballads, con contaminazioni linguistiche in francese, spagnolo, inglese.  Da qui la scelta di puntare su un brano leggermente più pop che unisse i nostri due mondi artistici, la visione cantautorale di Alex e il mio universo letterario di immagini.

Così è nato “L’uomo senza storia“, un soft reggaeton latino radiofonico impreziosito da un testo pregiato, che racconta la storia di un uomo che ha perso la memoria e cerca di recuperarla attraverso piccoli oggetti che appartengono al suo passato e la magia evocatrice della musica.

Il mondo del cinema e della letteratura è pieno di racconti che parlano di uomini senza memoria, ma io e Alex volevamo dare vita ad una nostra personale visione che ripercorresse le orme di Fossati in Panama, la magia dei Tanghi argentini, la bellezza femminile, i paesaggi Cubani.

Come capita per i progetti e sogni più belli, quella semplice canzone nata da una profonda stima e amicizia ha preso poi il volo con l’aiuto di tanti professionisti e amici che si sono innamorati come noi della potenza evocativa di quelle parole e note -a partire dalla collaborazione con la casa di moda “Frangiluna– per diventare un progetto pluripremiato e internazionale.

I vari passi della storia di questa canzone, li potrete trovare in vari articoli sul mio blog. Grazie sempre Alex. Gae

 

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© Gae Capitano, 2022