Back to the top

songwritingacademy

GAE CAPITANO – MEDAGLIA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

“Alla premiazione delle opere letterarie del Premio Huco presso La Casa Delle Culture di Roma, la medaglia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stata assegnata per la migliore opera letteraria all’Autore Torinese Gae Capitano, già vincitore del Premio Letterario Panchina di Bologna, Resto del Carlino”

Ha presieduto la serata l’attrice Giuditta Saltarini moglie dell’indimenticabile Renato Rascel

La Casa delle Culture di Roma impronta la sua attività e le sue modalità associative all’esperienza della Casa della Cultura , nata nel 1962, e alla sua successiva modificazione in Casa delle culture a partire dal 1993. Esperienze che nel corso degli anni , pur mantenendo le originarie peculiarità , hanno cercato di modellarsi e interpretare i mutamenti intervenuti nel campo vasto delle culture delle sinistra, politica e sociale, nel rapporto fra intellettualità e impegno civile. Con la stessa denominazione di Casa delle Culture, assunta nel 1993, si è voluto sottolineare sin da allora il carattere plurale dell’associazione come “luogo” aperto al confronto, al dialogo e alla contaminazione fra culture ed esperienze soggettive e collettive diverse. Tutto ciò per contribuire attraverso le sue attività a far crescere un punto di vista critico rispetto ai modelli liberisti e ai fenomeni della globalizzazione. Per contribuire a una consapevole partecipazione alla vita pubblica e allo sviluppo di una democrazia per e di tutti , in particolare per i soggetti più deboli.

L’attività della Casa delle Culture è fondata principalmente sul volontariato e sull’autofinanziamento. Le fonti del sostegno economico all’associazioni sono: le quote associative; le sottoscrizioni; le attività teatrali; l’ospitalità prestata a partiti, associazioni, movimenti, case editrici, presentazione di libri, convegni, proiezioni, teatro, assemblee cittadine, riunioni politiche, laboratori. Attività che  animano da quasi vent’anni la sede di via San Crisogono.

 

 

 

 

 

 

 

 

© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

AGNESE GALASSI – VINCITRICE SANREMO NEW TALENT – “ORIGAMI”

“Gae Capitano & Paolo Paolini firmano ” Origami” per Agnese Galassi, la quindicenne Ferrarese vincitrice di Sanremo New Talent” “Il premio è stato assegnato dal Maestro Vince Tempera” “Maria Teresa Ruta madrina della manifestazione, organizzata da Devis Paganelli. ” ” Il videoclip è stato prodotto dalla Fonoplay di Paolo Paltrinieri”

 

 

 

Vai all’articolo

 

 

 

 

© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

GAE CAPITANO – IL PENSIERO DEL MAESTRO MAURIZIO FABRIZIO

 “Non esistono successi inarrivabili: le creazioni belle fanno parte tutte della stessa famiglia e quelle di Gae lo sono”

 

Sono sempre in imbarazzo ed emozionato quando parlo di Maurizio Fabrizio: una leggenda della musica per me”

“Averlo conosciuto e poter scrivere con lui sono è stato probabilmente l’ incontro e il dono più bello del mio percorso d’autore”

“Ho avuto la fortuna di lavorare molti anni con Roberto Puleo -suo co-chitarrista nella formazione storica di Branduardi negli anni d’oro dell’artista- e ricordo di aver ascoltato sempre con grande ammirazione e riverenza le storie che riguardavano il maestro: un genio e un professionista grandissimo con una visuale della musica incredibile”

(Roberto Puleo & Maurizio Fabrizio in concerto)

Anche solo nominare i titoli delle canzoni che ha scritto mi mette soggezione:

“Almeno tu nell’ Universo” di Mia Martini, “I migliori anni della nostra vita” di Zero, “Sempre” di Lisa, “Strano il mio destino” di Giorgia, “Un’emozione per sempre” di Ramazzotti, “Brividi” di Rossana Casale, “Storie di tutti  i giorni” di  Fogli, “Che fantastica storia è la vita” di Venditti “Acquarello” di Toquinho e decine e decine di altre ancora”.

Andate ad ascoltare “Che sa di sale“, scritto con Guido Morra: che meraviglia!

“Ricordo con emozione quando mi avvisarono che avrei lavorato con lui: una gioia immensa”

e per questo dovrò sempre ringraziare Adrian Bervick e Diego Calvetti.

“Un’ eccellenza assoluta, in grado sempre di stupirti con una soluzione armonica aggraziata e impensabile, capace di costruire melodie di incredibile ariosità ed eleganza e di metterti in difficoltà con metriche asciutte difficili da trasformare in testi, ma assolutamente sempre bellissime: un genio, non ci sono molti aggettivi per descrivere Maurizio Fabrizio”

“Per il maestro un unico pensiero: grazie Maurizio per questa amicizia: sei un esempio inarrivabile di professionalità, educazione, gentilezza, genialità indiscussa:

una Leggenda della Musica”

Gae

 

 

 

 

© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

GAE CAPITANO: IL PENSIERO DI MARIO LUZZATTO FEGIZ

“Il più autorevole e temuto critico musicale italiano- storico collaboratore del Corriere della sera- commenta il brano “Tabula Rasa” e L’album “Di questo parlo io” di Ilaria Porceddu ”

 

Il pensiero di Mario Luzzatto Fegiz sulle pagine del corriere della sera è temuto anche dai più grandi artisti italiani – Laura Pausini, Mina, Celentano, Tiziano Ferro, Baglioni– che non vengono risparmiati dalla sua disamina impertinente, tagliente e severa.

Un regalo straordinario quindi essere premiati con un voto molto alto (7,5) direttamente sulle pagine del Corriere della sera cartaceo:

L’Album è “Di questo parlo io” della meravigliosa Ilaria Porceddu.

Ad aprire l’articolo le parole di “Tabula rasa”  (Porceddu, Gazzè, Capitano) da molti considerato uno dei più affascinanti e importanti di questo lavoro discografico della artista Sarda che dopo X Factor e Sanremo, si conferma come una delle più interessanti artisti femminili italiane

Vai all’articolo

 

 

 

 

© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

ALEX D’HERIN: “L’UOMO SENZA STORIA”

“L’uomo senza storia”: una canzone nata da un’amicizia, diventata un pluripremiato progetto internazionale. Da un album straordinario, passando dalle Isole Eolie alla Spagna, dal Festival di Taormina fino a Los Angeles ”

“Alex D’Herin è un’ anima bella: autore, interprete raffinato, polistrumentista e showman

“Da anni ammiravamo i nostri rispettivi percorsi e progetti da lontano. Fino a quando un live di una comune amica cantante ci ha fatto conoscere e decidere di collaborare insieme.

L’obiettivo era il nuovo straordinario album di Alex, “Le stagioni che saprai aspettare“, ricco di collaborazioni illustri come la presenza di Dani Galenda – producer e autore di artisti internazionali, producer di J-Ax, -che avrebbe curato gli arrangiamenti.

La vena artistica e autorale di Alex è una miscellanea di stili che vanno dal blues al pop, dal jazz allo swing, dal gipsy alle ballads, con contaminazioni linguistiche in francese, spagnolo, inglese.  Da qui la scelta di puntare su un brano leggermente più pop che unisse i nostri due mondi artistici, la visione cantautorale di Alex e il mio universo letterario di immagini.

Così è nato “L’uomo senza storia“, un soft reggaeton latino radiofonico impreziosito da un testo pregiato, che racconta la storia di un uomo che ha perso la memoria e cerca di recuperarla attraverso piccoli oggetti che appartengono al suo passato e la magia evocatrice della musica.

Il mondo del cinema e della letteratura è pieno di racconti che parlano di uomini senza memoria, ma io e Alex volevamo dare vita ad una nostra personale visione che ripercorresse le orme di Fossati in Panama, la magia dei Tanghi argentini, la bellezza femminile, i paesaggi Cubani.

Come capita per i progetti e sogni più belli, quella semplice canzone nata da una profonda stima e amicizia ha preso poi il volo con l’aiuto di tanti professionisti e amici che si sono innamorati come noi della potenza evocativa di quelle parole e note -a partire dalla collaborazione con la casa di moda “Frangiluna– per diventare un progetto pluripremiato e internazionale.

I vari passi della storia di questa canzone, li potrete trovare in vari articoli sul mio blog. Grazie sempre Alex. Gae

 

Vai all’articolo

 

 

 

 

© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

GAE CAPITANO – IL PENSIERO DI MICHELE NERI

“Un autore bravissimo: non ricordo di aver mai sentito una canzone più elegantemente sensuale di “Tabula rasa”. Bellissima, con dei passaggi di testi pressoché perfetti e una interpretazione magnifica. E’ un testo incredibile: un capolavoro”

“Tabula Rasa”, scritta con Ilaria Porceddu e Francesco Gazzè, interpretata da Ilaria con i Gnu Quartet, porta a casa un altro premio: il commento entusiasta di Michele Neri, critico musicale  dalla cultura musicale immensa e profondo conoscitore e ascoltatore di musica.

Michele Neri ha collaborato a varie trasmissioni radiofoniche per la Rai (tra cui Tg2 Dossier per alcune puntate monografiche musicalei realizzate con Michele Bovi[2] e Eventi pop[3]) e riviste, tra cui Musica Leggera, di cui è stato condirettore[4]Nel 2006 è stato uno dei collaboratori di Enrico Deregibus per il Dizionario completo della canzone italiana[5]

Nel 2010 pubblica Lucio Battisti, Discografia mondiale, volume di 640 pagine in cui viene analizzata tutta la discografia mondiale di Lucio Battisti[6][7]; tra le altre cose nel libro viene presentata la scoperta, effettuata da Neri, dell’album Lucio Battisti Vol. 2, pubblicato nel 1970 solo in cassetta con scarsa diffusione[8][9].

Nel 2011 collabora con Maurizio Becker per la pubblicazione di Da Mameli a Vasco. 150 canzoni che hanno unito gli italiani, in cui vengono raccolte 150 schede di canzoni entrate nella storia della musica leggera italiana; tra gli autori delle singole schede, oltre a Becker e Neri, vi sono giornalisti musicali e cantanti noti come Fausto CiglianoGiorgio CalabreseChristian CalabreseTimisoara PintoFranco SettimoGiorgio ConteEnzo GiannelliEnrico De AngelisVito VitaStefano TorossiFranco ZanettiPiergiuseppe CaporaleMimmo Liguoro[10].

Nel 2017 collabora con Dario Salvatori al volume Satisfaciton. La ribellione del rock occupandosi, con Franco Brizi, della discografia italiana dei Rolling Stones[11]Dal 2012 è uno degli autori del programma televisivo Techetechetè[12] ed è uno dei collaboratori della Discoteca di stato[13].

 

 

© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

GAE CAPITANO: IL PENSIERO DEL PATRON DEL PREMIO LUNEZIA

“Il successo di  Gae Capitano è il maggior orgoglio per un patron di un festival: un concetto da estendere a tutti i festival. Sarebbe bello fosse sempre così

Sostanzialmente possiamo confermare il fatto che tanto lavoro di ricerca porti relazioni e conseguenze. Questo non vuol dire che il vero significato della passione di scrivere testi sia sublimato non solo dal fatto di diventare famosi. Vi sono molte vie intermedie che possono gratificare l’amore per la scrittura musicale. Quello che sta capitando a Gae è un po’ questo, ed è quello che più gratifica noi come organizzatori e puristi dell’arte canzone: rappresenta per noi il modello di ciò che vorremmo accadesse quando qualcuno vince il “Lunezia”, è finalista, o vi partecipa. I festival devono essere una fucina di relazioni e incontri per dare lavoro, anche a chi un lavoro ce l’ha già. Non solo, dunque, per appagare l’anima ma anche lo stomaco in termini economici. Realtà come le nostre incrementano il lavoro artistico di chi ci prova, per dare a nostra volta soddisfazione a chi ci prova.

 

Vai all’articolo

 

 

 

 

© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

GAE CAPITANO – IL PENSIERO DI MICHELE MONINA

“Storie raccontante con un lessico colto, importante, poetico, e appoggiate su melodie e armonie, come oggi non si usa quasi più: “Tabula rasa”, un brano in cui Ilaria racconta di amore e di sesso, di corpi; corpi, descritti poeticamente, ma comunque descritti.”

Michele Monina:

“La voce di Ilaria Porceddu, –  probabilmente la più bella tra quelle passate da quel tritatutto che è il mondo dei talent-  è di quelle che ti prendono il cuore e te lo fanno a brandelli,  è capace di portarti in un mondo, il suo, e di fartene partecipe, parlando di corpi, di anime, di storie e di sentimenti, di donne, molto di donne, ma più in generale del mondo, di questo nostro mondo”

“Scrittura di qualità, leggera ma molto profonda, classica, nei suoni e nella composizione, ma contemporanea, per dirla con parole che si usano oggi, globalizzata e local al tempo stesso”

“Un’opera importante e assai bella, ribadisco e sottoscrivo, firmata dalla stessa Ilaria in buona compagnia di un team di lavoro di livello

Gae Capitano:

Non ho mai incontrato personalmente Michele Monina, anche se qualche volta gli ho scritto riguardo le sue disamini intelligenti e taglienti sul mondo della musica. Ma con grande piacere lui ha menzionato più volte la scrittura del mio testo “Tabula rasa”, brano scritto con Ilaria Porceddu e Francesco Gazzè e contenuto in quello splendido album che è “Di questo parlo io”

Il merito è assolutamente tutto della bellezza straordinaria di una artista come poche ne esistono in Italia, Ilaria Porceddu, che – accompagnata dalla formazione di archi GnuQuartett e dal suo pianoforte – ha saputo dare vita ad un piccolo cameo che la critica musicale d’élite ha valorizzato in interviste e articoli, Monina tra i primi.

Felice quindi di aver fatto parte di questo progetto e di aver potuto ricevere una nota positiva da uno dei critici italiani più attenti ed esigenti

https://www.linkiesta.it/2017/04/renzo-rubino-ilaria-porceddu-e-giulia-anania-tre-album-salvifici-per-l/

Di seguito un mix di pensieri estratti dagli articoli che Michele Monina ha dedicato a Ilaria Porceddu, a “Tabula rasa” e al disco “Di questo parlo io”.

Ilaria Porceddu dimostra come sia possibile, oggi, fare bella musica d’autore senza dover necessariamente inseguire le fatue mode del momento ma al tempo stesso producendo canzoni che potrebbero  serenamente passare in radio o in televisione

Non succede quasi mai, se ci pensate bene. Sì, se vi fermate un momento a ragionarci su, vi accorgerete che non succede quasi mai di poter assistere al momento in cui un artista da alla luce la sua opera d’arte.

Così non è nel resto della musica leggera, specie nel pop. È vero, la musica dal vivo è, in qualche modo, arte esibita, ma si tratta di arte che si replica, perché il momento vero della creazione, quello in cui le note prendono corpo, in cui le parole si mettono una dietro l’altra, avviene altrove, lontano dagli occhi e dagli orecchi.

Preso per buono questo assunto, e non abbiamo alternativa, possiamo però gioire, e gioire di cuore quando assistiamo non al concepimento, ma quantomeno al momento in cui un’opera importante e assai bella viene alla luce. Non presenti in camera da letto, parafrasando, ma in sala parto.

È successo ieri, a me e agli altri presenti al Momo Restaurant di Milano, nel momento in cui Ilaria Porceddu ha presentato agli addetti ai lavori e al pubblico il suo nuovo album, Di questo parlo io.

Importante, quindi, perché ci riconsegna un’artista che ha fatto il suo esordio ormai una vita fa nella prima edizione di X Factor ma che, a dispetto di quel che il talent ci hanno poi mostrato nel corso del tempo, impoverendo il cast edizione dopo edizione, e conseguentemente andando a rincorrere personaggi più che artisti, facce più che voci, profili più che anime, a dispetto di quanto i talent ci hanno mostrato è stata capace di riprendere in mano la propria poetica e, affidandosi a chi ha a cuore la musica più che un trend topic del momento, oggi torna sulle scene con un lavoro di grande livello.

Sì, perché Di questo parlo io non è solo un lavoro importante, per i motivi qui detti, ma anche assai bello.

Ed è bello perché Ilaria Porceddu ha una voce di quelle che ti prendono il cuore e te lo fanno a brandelli, come in certe puntate particolarmente azzeccate di Grey’s Anatomy, e si sappia che chi scrive adora Grey’s Anatomy.

con questo ricorso alla lingua sarda in due tracce. Di questo parlo io è un album assai bello perché

Ecco, essere presenti nel momento in cui Di questo parlo io non è come sarebbe stato essere presenti nel momento in cui queste canzoni sono diventate tali, ma è già qualcosa, è già molto. Ci si perde spesso, anche a ragione, a stigmatizzare il brutto. Ogni tanto, è questo il caso, è bene indicare il bello lì dove c’è.

Vai all’articolo

 

 

 

 

© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

© Gae Capitano, 2022