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Luglio 2022

GAE CAPITANO – IL PENSIERO DI MICHELE NERI

“Un autore bravissimo: non ricordo di aver mai sentito una canzone più elegantemente sensuale di “Tabula rasa”. Bellissima, con dei passaggi di testi pressoché perfetti e una interpretazione magnifica. E’ un testo incredibile: un capolavoro”

“Tabula Rasa”, scritta con Ilaria Porceddu e Francesco Gazzè, interpretata da Ilaria con i Gnu Quartet, porta a casa un altro premio: il commento entusiasta di Michele Neri, critico musicale  dalla cultura musicale immensa e profondo conoscitore e ascoltatore di musica.

Michele Neri ha collaborato a varie trasmissioni radiofoniche per la Rai (tra cui Tg2 Dossier per alcune puntate monografiche musicalei realizzate con Michele Bovi[2] e Eventi pop[3]) e riviste, tra cui Musica Leggera, di cui è stato condirettore[4]Nel 2006 è stato uno dei collaboratori di Enrico Deregibus per il Dizionario completo della canzone italiana[5]

Nel 2010 pubblica Lucio Battisti, Discografia mondiale, volume di 640 pagine in cui viene analizzata tutta la discografia mondiale di Lucio Battisti[6][7]; tra le altre cose nel libro viene presentata la scoperta, effettuata da Neri, dell’album Lucio Battisti Vol. 2, pubblicato nel 1970 solo in cassetta con scarsa diffusione[8][9].

Nel 2011 collabora con Maurizio Becker per la pubblicazione di Da Mameli a Vasco. 150 canzoni che hanno unito gli italiani, in cui vengono raccolte 150 schede di canzoni entrate nella storia della musica leggera italiana; tra gli autori delle singole schede, oltre a Becker e Neri, vi sono giornalisti musicali e cantanti noti come Fausto CiglianoGiorgio CalabreseChristian CalabreseTimisoara PintoFranco SettimoGiorgio ConteEnzo GiannelliEnrico De AngelisVito VitaStefano TorossiFranco ZanettiPiergiuseppe CaporaleMimmo Liguoro[10].

Nel 2017 collabora con Dario Salvatori al volume Satisfaciton. La ribellione del rock occupandosi, con Franco Brizi, della discografia italiana dei Rolling Stones[11]Dal 2012 è uno degli autori del programma televisivo Techetechetè[12] ed è uno dei collaboratori della Discoteca di stato[13].

 

 

© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

GAE CAPITANO: IL PENSIERO DEL PATRON DEL PREMIO LUNEZIA

“Il successo di  Gae Capitano è il maggior orgoglio per un patron di un festival: un concetto da estendere a tutti i festival. Sarebbe bello fosse sempre così

Sostanzialmente possiamo confermare il fatto che tanto lavoro di ricerca porti relazioni e conseguenze. Questo non vuol dire che il vero significato della passione di scrivere testi sia sublimato non solo dal fatto di diventare famosi. Vi sono molte vie intermedie che possono gratificare l’amore per la scrittura musicale. Quello che sta capitando a Gae è un po’ questo, ed è quello che più gratifica noi come organizzatori e puristi dell’arte canzone: rappresenta per noi il modello di ciò che vorremmo accadesse quando qualcuno vince il “Lunezia”, è finalista, o vi partecipa. I festival devono essere una fucina di relazioni e incontri per dare lavoro, anche a chi un lavoro ce l’ha già. Non solo, dunque, per appagare l’anima ma anche lo stomaco in termini economici. Realtà come le nostre incrementano il lavoro artistico di chi ci prova, per dare a nostra volta soddisfazione a chi ci prova.

 

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

GAE CAPITANO – IL PENSIERO DI MICHELE MONINA

“Storie raccontante con un lessico colto, importante, poetico, e appoggiate su melodie e armonie, come oggi non si usa quasi più: “Tabula rasa”, un brano in cui Ilaria racconta di amore e di sesso, di corpi; corpi, descritti poeticamente, ma comunque descritti.”

Michele Monina:

“La voce di Ilaria Porceddu, –  probabilmente la più bella tra quelle passate da quel tritatutto che è il mondo dei talent-  è di quelle che ti prendono il cuore e te lo fanno a brandelli,  è capace di portarti in un mondo, il suo, e di fartene partecipe, parlando di corpi, di anime, di storie e di sentimenti, di donne, molto di donne, ma più in generale del mondo, di questo nostro mondo”

“Scrittura di qualità, leggera ma molto profonda, classica, nei suoni e nella composizione, ma contemporanea, per dirla con parole che si usano oggi, globalizzata e local al tempo stesso”

“Un’opera importante e assai bella, ribadisco e sottoscrivo, firmata dalla stessa Ilaria in buona compagnia di un team di lavoro di livello

Gae Capitano:

Non ho mai incontrato personalmente Michele Monina, anche se qualche volta gli ho scritto riguardo le sue disamini intelligenti e taglienti sul mondo della musica. Ma con grande piacere lui ha menzionato più volte la scrittura del mio testo “Tabula rasa”, brano scritto con Ilaria Porceddu e Francesco Gazzè e contenuto in quello splendido album che è “Di questo parlo io”

Il merito è assolutamente tutto della bellezza straordinaria di una artista come poche ne esistono in Italia, Ilaria Porceddu, che – accompagnata dalla formazione di archi GnuQuartett e dal suo pianoforte – ha saputo dare vita ad un piccolo cameo che la critica musicale d’élite ha valorizzato in interviste e articoli, Monina tra i primi.

Felice quindi di aver fatto parte di questo progetto e di aver potuto ricevere una nota positiva da uno dei critici italiani più attenti ed esigenti

https://www.linkiesta.it/2017/04/renzo-rubino-ilaria-porceddu-e-giulia-anania-tre-album-salvifici-per-l/

Di seguito un mix di pensieri estratti dagli articoli che Michele Monina ha dedicato a Ilaria Porceddu, a “Tabula rasa” e al disco “Di questo parlo io”.

Ilaria Porceddu dimostra come sia possibile, oggi, fare bella musica d’autore senza dover necessariamente inseguire le fatue mode del momento ma al tempo stesso producendo canzoni che potrebbero  serenamente passare in radio o in televisione

Non succede quasi mai, se ci pensate bene. Sì, se vi fermate un momento a ragionarci su, vi accorgerete che non succede quasi mai di poter assistere al momento in cui un artista da alla luce la sua opera d’arte.

Così non è nel resto della musica leggera, specie nel pop. È vero, la musica dal vivo è, in qualche modo, arte esibita, ma si tratta di arte che si replica, perché il momento vero della creazione, quello in cui le note prendono corpo, in cui le parole si mettono una dietro l’altra, avviene altrove, lontano dagli occhi e dagli orecchi.

Preso per buono questo assunto, e non abbiamo alternativa, possiamo però gioire, e gioire di cuore quando assistiamo non al concepimento, ma quantomeno al momento in cui un’opera importante e assai bella viene alla luce. Non presenti in camera da letto, parafrasando, ma in sala parto.

È successo ieri, a me e agli altri presenti al Momo Restaurant di Milano, nel momento in cui Ilaria Porceddu ha presentato agli addetti ai lavori e al pubblico il suo nuovo album, Di questo parlo io.

Importante, quindi, perché ci riconsegna un’artista che ha fatto il suo esordio ormai una vita fa nella prima edizione di X Factor ma che, a dispetto di quel che il talent ci hanno poi mostrato nel corso del tempo, impoverendo il cast edizione dopo edizione, e conseguentemente andando a rincorrere personaggi più che artisti, facce più che voci, profili più che anime, a dispetto di quanto i talent ci hanno mostrato è stata capace di riprendere in mano la propria poetica e, affidandosi a chi ha a cuore la musica più che un trend topic del momento, oggi torna sulle scene con un lavoro di grande livello.

Sì, perché Di questo parlo io non è solo un lavoro importante, per i motivi qui detti, ma anche assai bello.

Ed è bello perché Ilaria Porceddu ha una voce di quelle che ti prendono il cuore e te lo fanno a brandelli, come in certe puntate particolarmente azzeccate di Grey’s Anatomy, e si sappia che chi scrive adora Grey’s Anatomy.

con questo ricorso alla lingua sarda in due tracce. Di questo parlo io è un album assai bello perché

Ecco, essere presenti nel momento in cui Di questo parlo io non è come sarebbe stato essere presenti nel momento in cui queste canzoni sono diventate tali, ma è già qualcosa, è già molto. Ci si perde spesso, anche a ragione, a stigmatizzare il brutto. Ogni tanto, è questo il caso, è bene indicare il bello lì dove c’è.

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IL CAPITANO DEL POP ITALIANO-TORINO MAGAZINE

“Gae Capitano ospite di “Torino Magazine” la rivista delle eccellenze italiane. Dai prestigiosi premi nazionali, alla collaborazione con il grande maestro Maurizio Fabrizio, passando per le recensioni positive dei principali critici musicali italiani, fino alla partecipazione al pluripremiato album- disco d’oro, di platino e finalista al Premio Tenco- “Il padrone della festa” dei cantautori romani Fabi Silvestri Gazzè, considerato dalla critica d’élite come uno dei migliori album cantautoriali dell’ultimo ventennio”

Torino Magazine è un progetto editoriale sintonizzato verso il futuro, che valorizzi le eccellenze locali in una logica globale, allineandosi alle migliori esperienze metropolitane, traghettando la città verso uno scenario in costante divenire. Questa è la più evidente aspirazione di una rivista che ha la costante ambizione di offrire il volto migliore della città della quale porta – con orgoglio e passione – il nome da 27 anni.

Una periodicità cadenzata con cinque numeri ogni anno per offrire un prodotto elegante e collezionabile, testimonial del territorio attraverso immagini, personaggi, storie, eccellenze ed eventi.

Una testata giornalistica che sceglie di collaborare attivamente con le istituzioni condividendone sforzi e prospettive, con una volontà di ‘fare squadra’ che superi ogni logica di parte ma punti sull’appartenenza. Perché, come spiega il direttore responsabile Guido Barosio,

«Torino cambia interpreti e partitura, ma resta una realtà metropolitana che merita di essere narrata con amore e tenacia, anticipando progetti, narrando vicende e tendenze, valorizzando la storia, ma premiando il concetto di una città laboratorio, dove il domani ha sempre radici vitali e stimolanti».

“E’ stato un onore poter condividere questo numero con lo Chef Antonino Canavacciuolo, perché musica e cucina condividono lo stesso comune denominatore: la passione per la creazione” [Gae Capitano]

 

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“BENVENUTE” SULLA STORICA RIVISTA MUSICALE “VINILE”

“Sulla più importante e storica rivista italiana di musica- per la prima volta insieme- 12 delle più interessanti cantautrici italiane offrono una fotografia in primo piano sulla nuova musica d’autrice italiana”.

Ilaria Porceddu | Tabula rasa (Porceddu- Gazzè- Capitano)

Eros è un demone”, diceva Socrate menzionando Diotima di Mantinea, e a prescindere che il nostro pensiero si avvicini al romanticismo di Platone (l’amore come completamento di un altro essere) o al crudo realismo di Dawkins (“Il gene egoista”) e Schopenhauer (“Metafisica dell’amore sessuale”), è innegabile che il sesso sia una componente inscindibile della nostra esistenza.

Un gesto estremo e naturale di cui la parola “amore” non svela la profonda alchimia di emozioni, paure, rabbia, fiducia, totale abbandono, desideri, e che nella sua forma più pura, nella sua capacità di fondere due anime distinte ha qualcosa di magico.

Nell’atto di fare l’amore mostriamo davvero chi siamo. E alla sua fine, quando la coscienza riprende dominio dei pensieri, il cuore (innocente) ritrova una tavoletta di cera vuota, su cui poter riscrivere una nuova storia.

Una “tabula rasa”.  [Presentazione di Gae Capitano. “La Nazione”]

TRACKLIST

  1. Flo | L’uomo normale
  2. Francesca Incudine | No name
  3. Paola Rossato feat. Doro Gjat | Non dormo
  4. Ilaria Pilar Patassini | Eccomi
  5. Sarah Stride | Schianto
  6. Giulia Pratelli | Le cose da fare
  7. Eleonora Betti | Libera
  8. Ilaria Porceddu | Tabula rasa
  9. Giorgia Bazzanti | Famme giocà
  10. Marlò | La donna di scorta
  11. Katres | Coiffeur
  12. Veronica Marchi | La musica fa male 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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GAE CAPITANO OSPITE NEGLI STUDI DI RTM, CON LAURA DIMITRI

“Riccardo Fogli, Gae Capitano, Giuseppe Anastasi, Mimmo Cavallo , Franco Micalizzi, Adolfo Durante, Luca Rustici, Alessandro Helmann, Totò Cascio, Luigi Mariano, Alberto Lombardi, Marianna Liguori, sono solo alcuni degli ospiti di questa straordinaria seconda stagione di “Tratti & Ritratti”, una serie di interviste curate da Laura Dimitri nei fantascientifici studi di RTM”

https://www.facebook.com/watch/?v=424507566249077

Laura Dimitri è una splendida padrona di casa: artista, interprete presentatrice, autrice. Una bella anima.

Una artista che intervista altri artisti, con garbo, discrezione, intelligenza e gentilezza: è questo il segreto di questi appuntamenti televisivi.

Questa seconda stagione di interviste ha avuto ospiti eccezionali, che hanno voluto raccontare aneddoti e curiosità della loro carriera

https://www.facebook.com/watch/?v=441386827694661

 

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GAE CAPITANO – IL PENSIERO DI ALBA COSENTINO

 “Gae Capitano è la somma degli anni della musica, quella con la M maiuscola. Compositore, arrangiatore, autore, musicista, paroliere, professore, si legge sui libri e sul web. Per me Gae  è rumore per l’anima. Perché non è da tutti saper scrivere magistrali  poesie… da trasformare con dovizia di particolari…in indelebili note”

Alba Cosentino, critico musicale e TV, Direttore Ragazza In e degli editoriali Di Tutto- Lei- Ora- Voi-Adesso- Critico di Media – Maker S.P.A. Gruppo Editoriale Jedi.

Gae Capitano: la sua scrittura è il rumore dell’anima 

Ho conosciuto parecchi anni fa questa meraviglia di anima” 

“Gae Capitano: il raffinato autore che con la sua penna profuma le parole con effervescenza sottile ed elegante, ricalcando con grande umiltà le orme dei grandi autori italiani, da Mogol a Fossati, da De Gregori a Fabrizio De Andrè” .

” I suoi testi mi hanno sempre affascinata, come un gioiello prezioso da maneggiare con cura.

Le sue composizioni sono come quelle splendide navi da crociera, sicure, quelle che sai arriveranno a destinazione, senza intralcio alcuno e senza pericoli… in una delle mete più belle e inarrivabili.

Gae, di gavetta ne ha fatta tanta: premi vinti? Un’infinità che non sto qui ad elencare, ci vorrebbero giorni interi per citare tutti i prestigiosi premi ricevuti

Virtuoso con la chitarra, falegname eccelso di parole e professionista del suono.

 Nel 2014, Gae Capitano è stato l’unico autore italiano a collaborare al Disco dell’Anno “Il padrone della festa”, inciso dal trio di cantautori romani Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè, con il brano “Il Dio delle piccole cose” (scritto da Gae con Max Gazzè e Francesco Gazzè). Un pezzo magistrale, da ascoltare ad occhi chiusi e che tocca le corde dell’anima.

Per non parlare di “Tabula Rasa” e dell’ importante riconoscimento  per  Gae, interpretato da Ilaria Porceddu.

 Insomma, Gae Capitano è la somma degli anni della musica quella con la M maiuscola. Compositore, arrangiatore, autore, musicista, paroliere, professore, si legge sui libri e sul web. Per me Gae  è rumore per l’anima. Perché non è da tutti saper scrivere magistrali  poesie… da trasformare con dovizia di particolari…in indelebili note

 

 

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© Gae Capitano, 2022