Back to the top

#silvanoborgatta

GAE CAPITANO: IL PENSIERO DEL MAESTRO SILVANO BORGATTA

Quando ho conosciuto Gae sono rimasto immediatamente colpito dalla sua umiltà, dalla determinazione e dalla curiosità per tutti gli aspetti che componevano questo variegato mestiere. Oltre al talento che già faceva capolino”. Non  mi sbagliavo e sono felice delle soddisfazioni personali che ha raccolto e raccoglierà “.  ” Soprattutto perché aldilà della stima professionale, sono l’amicizia e l’affetto, i primi pensieri che mi vengono in mente pensando a lui. E in questo mestiere non è poco”

Autore, arrangiatore, pianista, compositore di colonne sonore, Silvano Borgatta non ha bisogno di presentazioni:

Phil Collins, Ivano Fossati, Stadio, Lucio Dalla, Renato Zero, Caparezza, Jannacci, Ivan Graziani, Teresa De Sio, Rossana Casale. Fabio Concato, Steve Grossaman, Alberto Fortis, Mike Bloomfield, & … sono solo alcune delle sue collaborazioni:

Silvano Borgatta è da sempre una delle eccellenze del panorama musicale italiano, e  – con il chitarrista Roberto Puleo – è uno dei maestri con i quali ho studiato i passi fondamentali del mestiere di autore, quindi ne parlo sempre con affetto e riverenza.

 

 

Conosco Syl dagli anni 80, da quando lavoravo come autore al mitico G7 in pieno centro a Torino, lo studio gestito dal discografico e caro amico Gualtiero Gatto. Il G7 era l’eccellenza degli studi torinesi ed era normale incontrare in una delle tre sale di registrazione gli artisti più noti del panorama italiano che lavoravano tra Torino e Milano e condividere a volte con loro un caffè, un pranzo o una cena, perché lo studio si affacciava sulla centralissima Piazza Castello del centro di Torino.

Syl era una specie di leggenda per noi giovani musicisti in studio: sapevamo tutti della storia di quando, da ragazzino, si era presentato a Lucio Dalla per fargli sentire un arrangiamento e Lucio gli avesse chiesto in quale studio e con quali musicisti fosse stato realizzato: il demo lo aveva realizzato in casa con un 4 piste a cassette, suonando tutti gli strumenti con diverse sovra registrazioni.

Ricordo con affetto che era anche famoso per la sua poca pazienza: era un musicista di levatura eccezionale, molto esigente, dai modi diretti, essenziale, che ti diceva senza mezzi termini cosa pensava dei tuoi lavori e -a parte le pause sigarette e caffè, in quantità industriali- non dava spazio alle chiacchiere durante le sessioni di studio.

Quando Gualtiero Gatto mi affidò nel 1987 il primo album sotto la sua completa supervisione ne fui molto fiero.

Lavorammo nello studio B del G7 perché la pre produzione prevedeva diverse settimane di lavoro dove Syl si sarebbe occupato di arrangiare i brani suonando tutti gli strumenti.

Ricordo nel suo set personale una drums machine Linn 9000, un campionatore Ensoniq Mirage, con le sue personali lbrerie di suoni modificate su disco, i vari D 50 Roland e DX7 Yamaha che facevano parte del set presente in studio. I fonici Mauro Morittu e Alex Vogel si sarebbero occupati del mixaggio finale.

Nelle sue mani assoli di chitarra solista o classica e sax erano indistinguibili dagli strumenti reali. Gli archi erano sempre scritti con eleganza e intelligenza, mai suonati solo per essere presenti. E quando si trattava di scelte armoniche e parti di pianoforte occorreva solo stare in silenzio a osservare tanta bellezza. Senza dimenticare che Syl è sempre stato anche un ottimo interprete e un grande vocal-coach.

Un vero grande maestro, quindi.

Per l’occasione mi preoccupai di preparare tutte le partiture da suonare, tutti i testi e i riferimenti stilistici che, come autore di tutti i brani dell’album, avevo pensato per la produzione.

Il primo giorno di lavoro Syl ascoltò tutte le canzoni con attenzione, poi iniziò a farmi tutte una serie di osservazioni generali che si conclusero con la necessità di modificare tutti i pezzi e con una delle mie prime, più importanti e difficili lezioni di songwriting di sempre:

“Tagliare, tagliare e ancora tagliare tutte le ridondanze inutili per la comunicazione finale delle storie sonore e letterarie dei brani”

 

Una cosa che sul momento mi fece incazzare molto: un autore non inserisce neanche una virgola che non sia pensata: figuriamoci di tagliare intere parti. tenendo conto di dover rifare il lavoro di partiture e magari dover modificare i tempi del progetto, in cui Gualtiero Gatto, visto i costi dello studio, era molto esigente.

Ma questo diventò il modus operandi di lavorare con Silvano perchè tutte le sue osservazioni, alla fine, rendevano i lavori più professionali, e quella fu solo fu la prima di una serie di lezioni di songwriting che Syl, dall’alto della sua immensa esperienza di autore e musicista professionista, mi regalò in quei mesi di lavoro insieme e nelle collaborazioni degli anni a venire:

la scelta minuziosa degli accordi; il fatto che un buon brano debba basarsi su una sola buona idea ben sviluppata; le pause per dare respiro ai brani; il sapersi “tenere indietro” musicalmente in un passaggio particolarmente intenso

“perché il musicista professionista crea lo sfondo su cui gli attori  principali – l’interprete e la canzone-  si muovono,  e si fa vedere sotto le luci solo al momento giusto”

Sono consigli preziosi che seguo sempre quando scrivo e che insegno puntualmente nei miei corsi di songwriting: il suo immenso tocco pianistico e la sua visuale di direttore di orchestra hanno sempre fatto al differenza:

Perché è la visuale generale, la percezione dell’insieme e del risultato finale – e solo dopo- la cura dei singoli dettagli che fanno grandi  brani e orchestrazioni”

Syl è un autore raffinato oltre che un grande musicista e ancora oggi – che sono passati tre decenni- nel suo tocco pianistico, nell’ammirarlo al lavoro e nell’ascoltare le cose che scrive o interpreta c’è sempre qualcosa da imparare.

Grazie di tutto Syl.  Ti voglio bene.

Vai al video:

 

 

 

 

© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

© Gae Capitano, 2022