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Songwriting Academy

SONGWRITING-PERCHE’ LA MUSICA E’ COSI’ IMPORTANTE NELLE NOSTRE VITE

“Una domanda che nasconde il segreto intrinseco della capacità delle canzoni di evocare stati d’animo ed emozionarci”

 

Perché la musica è così importante nelle nostre vite?

Steven Pinker, professore di psicologia all’università di Harward, afferma che

“Rispetto al linguaggio, alla vista, al ragionamento sociale e alle conoscenze fisiche, la musica potrebbe scomparire dalle nostre vite lasciando praticamente intatto il nostro stile di vita. La musica è semplicemente un cocktail di elementi ricreativi che attraverso l’apparato uditivo stimolano una massa di circuiti, creando una sensazione di piacere”

Un’affermazione cinica.

Oggi conosciamo i meccanismi di “premiazione chimica” del cervello di fronte a stimoli sonori, ma ridurre una esperienza così straordinaria come l’ascolto (e ancor di più la creazione) di esperienze sonore è sicuramente una visione troppo semplicistica.

La prima risposta sul perché dell’ esistenza della musica nella storia dell’uomo ha bisogno di un’angolazione diversa per essere elaborata:

Ci sono molti aspetti culturali che ci appartengono che non sono direttamente legati alla sopravvivenza diretta ma rivestono ugualmente grande importanza.

L’alfabetizzazione per esempio – cioè la capacità di trasmettere informazioni- è importantissima ma appartiene a una fase evolutiva dell’uomo abbastanza recente., segno che la sua invenzione ha – sì- accelerato il passo e portato grandi benefici, ma l’essere umano era giunto ugualmente in qualche modo fino al tempo della sua apparizione nella società.

J.Carroll dell’Università del Missouri esprime un concetto interessante anticipato da un aforisma di Liebiz nel 1600, che diceva” La musica è il piacere che la mente umana prova quando conta senza essere conscia di contare“.

Liebiz era un grande filosofo quindi dietro questa affermazione apparentemente semplice si nasconde un argomento molto complesso.

Carroll dice che: “La musica, l’arte, la letteratura sono strumenti grazie ai quali affiniamo la macchina cognitiva che l’evoluzione ci ha messo a disposizione attraverso i processi del nostro cervello

Platone parlava già della “Natura nobilitatrice dell’arte”.

Ritorniamo alla domanda principale:

la musica è così importante nelle nostre esistenze -ed è presente in qualche mondo nella vita di ognuno di noi -per qualche motivo che non può essere semplificato in una funzione necessaria alla vita.

Ma allo stesso tempo la musica non è una cosa che pratichiamo per scelta: è radicata in noi , nelle nostre funzioni motorie, cognitive, uditive, in modo così naturale che non potremmo liberarcene neanche se volessimo.

Charles Darwin nell’”Origine dell’uomo” del 1877, diceva che la musica è una qualità latente presente in tutti gli esseri umani, non direttamente legata alla sopravvivenza diretta ma piuttosto collegabile alla selezione sessuale, in cui un organismo ottiene un vantaggio riproduttivo non grazie ad una vita più lunga ma al maggior successo nel corteggiamento, quindi ad una maggiore possibilità di trasmissione dei geni.

Qualcuno, negli anni a venire,  ha espresso l’obiezione che se fosse così la musica avrebbe intrapreso strade diverse nella vita di uomini o donne, ma non esistono studi che evidenziano questo aspetto.

Quindi approfitto di questo punto per svelarvi un pensiero:

rispondere correttamente da un punto di vista scientifico alla domanda “Perché la musica è così importante nelle nostre vite” è una impressa difficilissima: personalmente studio questo quesito da sempre e non ci sono affermazioni sicure ma solo risposte che cambiano continuamente in base a nuove scoperte scientifiche e correnti di pensiero filosofiche.

Sicuramente sono convinto Joseph Carroll abbia evidenziato un punto fondamentale: il nostro cervello è in grado di svolgere potenti connessioni emotive legate al processa mento dei suoni e lo fa di continuo, incessantemente perché ne è capace.

Nei miei workshop utilizzo intere lezioni per evidenziare come il suono sia stato per l’essere umano un arma potentissima per sopravvivere.

Le capacità quasi magiche del suono di poter essere udito a distanza, al buio, di poter superare aggirare gli ostacoli e di poter trasmettere la stessa informazione in tempi velocissimi a molti individui contemporaneamente, si sono rivelate dei superpoteri.

Il cervello ha sfruttato queste informazioni importantissime, evolvendosi dedicando processi di raccolta ed elaborazione di queste informazioni in modi velocissimi e prioritari.

E ha continuato a elaborare i suoni intorno a noi perché si tratta di uno strumento molto potente che ci fornisce indicazioni precise in tempo reale dell’ambiente intorno a noi. Una specie di radar sempre attivo.

Tornando un passo indietro, la capacità del cervello di elaborare dati si è trasmessa in modo automatico al mondo dei suoni legato alle strutture regolari che sono poi diventate le canzoni.  

Le canzoni  hanno sempre avuto una componente di piacere nelle nostre vite e hanno avuto un ruolo sempre più presente nelle nostre vite: mentre una volta per ascoltare musica occorreva trovare un musicista che suonasse uno strumento o qualcuno che cantasse, oggi  siamo bombardati continuamente da un mare di strutture di suoni (canzoni) che vengono diffuse da radio, tv, cellulari.

Il pensiero personale che cerco di trasmettere a chi mi dedica del tempo ed è interessato da questo argomento, la mia personale deduzione che riassume i miei anni di studi e ragionamenti è brevemente questo:

“Quando suoniamo, inventiamo file ordinate di suoni , aggiungiamo concetti alla musica con l’utilizzo del linguaggio delle parole – utilizziamo quei circuiti di elaborazione principale che la natura ha prima creato per la sopravvivenza ma ha poi utilizzato per scopi ludici e di piacere anche alla musica”

Arrivare a questa conclusione ha cambiato molto il mio modo di scrivere: spero queste mie considerazioni possano condurvi ad un nuovo modo di pensare alla musica,  utile anche al vostro percorso. Gae

 

Citazioni di Correll, Bach, Liebniz, Platone, Pinker & Gae

 

 

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

SONGWRITING – PERCHE’ SOLITAMENTE NON AMIAMO LE COSE CHE SCRIVIAMO?

“Solitamente non amiamo le cose che abbiamo scritto in passato”

I nostri testi, le nostre musiche, e quelle canzoni che ci sembravano bellissime e perfette nel momento in cui le abbiamo scritte, perchè ci affascinano di meno quando, tempo dopo, le riascoltiamo?”

“Alla base di queste impressioni ci sono meccanismi  mentali che fanno parte della nostra evoluzione”

❝Perché solitamente non ci piacciono le cose che abbiamo scritto tempo prima?❞

L’antico detto “L’erba del vicino è sempre più verde” ha in qualche modo -semplicistico-a che fare con la risposta a questa domanda.

David Huron negli anni 50 aveva sviluppato un modello di risposte comportamentali legate all’ascolto della musica che evidenziava risposte meccaniche impresse in noi da millenni di biologia evolutiva.

‹Tra queste una delle più significative è la capacità di sviluppare aspettative›

Riuscire a prevedere con precisione quello che può accadere nell’ambiente a noi circostante si è rivelato un aspetto fondamentale per la nostra sopravvivenza:

come interpretare il suono provocato da un animale: tipo di animale, posizione nello spazio intorno a noi, distanza, velocità con cui potrebbe raggiungerci, tempi di fuga, possibilità di risposta difensiva.

Il nostro cervello ha sviluppato complessi algoritmi di decodificazione che ci permettono calcoli strabilianti per analizzare le cose che velocemente si evolvono intorno a noi:

come prevedere traiettorie di oggetti in movimento verso di noi e quindi poter reagire velocemente al lancio di pietre, lance, attacchi di animali.

‹Per arrivare a queste complesse capacità il cervello ha adottato un sistema per “premiare” le azioni utili e “punire” quelle sbagliate›

Come i benefici evolutivi del sesso -come mezzo per diffondere i geni- sono favoriti dalla sua piacevolezza, così il valore adattativo alla capacità di previsione sono gestiti da meccanismi che provocano sensazioni piacevoli o sgradevoli a secondo il risultato finale possa essere utile o no per noi.

‹Cosa c’entra questo con la musica e la scrittura di canzoni?›

Tralasciando l’aspetto sessuale- la musica è un’arma di corteggiamento- il meccanismo di gratificazione si attiva anche nei processi di creazione in generale: quando una soluzione musicale o letteraria ci “piace” i circuiti neurali coinvolti nelle risposte adattative si attivano allo stesso modo di quando assumiamo buon cibo o droghe.

Cambiando i livelli di serotonina e dopamina nel sangue, una dose di neurotrasmettitori che ci daranno una sensazione di piacere o di sgradevolezza.

Nei processi mentali legati alla musica noi sfruttiamo un punto fondamentale di questo meccanismo: l’evoluzione ha deciso di attivarlo anche in presenza di stimoli più innocui

Essendo difficile prevedere se qualche evento ci mette davvero in pericolo di vita, il sistema di premiazione-punizione si attiva anche nei semplici processi di creazione: quando abbiamo una buona idea, quando arriviamo ad una conclusione corretta, quando creiamo associazioni di note e sillabe piacevoli: musiche e testi, appunto.

‹Huron ci ricorda che è meglio scappare cento volte al rumore di un daino che rischiare di incontrare un leone anche una sola volta›

Arriviamo a noi.

Quando non esisteva la rete e le informazioni in nostro possesso erano quindi notevolmente più limitate, pensavo di soffrire di un disturbo particolare:

di notte sognavo canzoni complete bellissime, con testi e musiche perfette, straordinariamente musicali e prive di errori. Canzoni dalla costruzione perfetta che scorrevano velocemente senza alcuna ridondanza, che mi meravigliavano in ogni secondo di esecuzione.

Canzoni che al risveglio non ricordavo più.

Negli anni qualche volta è capitato che per l’intensità dell’emozione – o per puro caso- mi sia svegliato immediatamente dopo il sogno e sia riuscito a trascrivere su uno spartito la canzone.

E qui viene la parte più interessante: quelle rare volte in cui questo è successo, al mattino risuonando la canzone al pianoforte e analizzandola con attenzione, non ho ritrovato la bellezza assoluta che avevo provato nel sogno, ma spesso una composizione normale, senza pregi o demeriti particolari

Ho scoperto da adulto che sognare canzoni complete e non ricordarsele al mattino è un evento che succede a molti musicisti e che non si tratta di un evento particolarmente straordinario, quindi.

Ho iniziato i miei studi di biologia musicale proprio incuriosito da questo particolare processo.

‹Oggi conosco una possibile risposta tecnica, che a grandi linee può essere sintetizzata così: nella notte i valori di dopamina nel sangue scendono riducendo la capacità di analisi. Tutto nei sogni ci sembra più enfatizzato ( o meno processato criticamente) musiche comprese›

 

Da qui la risposta al nostro quesito iniziale: “Perché solitamente non ci piacciono le cose che abbiamo scritto tempo prima?”

Perché quando le abbiamo create il cervello ci ha “premiati” inducendo una scarica di sostanze chimiche gratificanti, per il solo fatto che abbiamo creato un’abbinamento di strutture piacevoli, utilizzando quel sistema di ricompensa creato per favorire le risposte adattative più utili alla nostra sopravvivenza e poi estese a tutti i processi di creazione per motivi di comodità, efficienza e migliore utilizzo di risorse mentali.

Il processo di premiazione avviene solo al momento della creazione: quando riesaminiamo quello che abbiamo creato precedente il giudizio è affidato solo ai processi mentali critici. E quello che abbiamo scritto potrebbe piacerci o no.

“Nei miei workshop- e nella lezione “10 consigli PRO per scrivere un testo canzone”- consiglio sempre di conservare le cose che scriviamo all’inizio del nostro percorso di scrittura, perchè -analizzate molto tempo dopo i processi di ricompensa mentale – potrebbe riservarci piacevoli sorprese❞

10 CONSIGLI PRO PER SCRIVERE UN TESTO CANZONE

 

© Gae Capitano @ Songwriting Academy 

 

 

 

SONGWRITING – I MIEI TESTI PIU’FAMOSI

“Scrivo da sempre, da quando ne ho memoria”. “E le parole hanno ancora la capacità di emozionarmi” “Quando questo succede sento di essere di fronte ad un piccolo miracolo”

Ad ogni testo e canzone che ho scritto sono legati sogni, storie, emozioni, felicità, delusioni, progetti, visi e parole di chi ho conosciuto, amato, perso per strada o incontrato anche solo per un attimo.”

“Ma un attimo importante”

Gino Paoli diceva che le canzoni sono degli appendiabiti dove uno posa dei ricordi, ricordi ed emozioni che per noi rimarranno per sempre inscindibili dalla canzone stessa”

Sono cresciuto con l’ammirazione per quegli artisti che la parola la sapevano usare per raccontare storie e farmi emozionare: Fossati, De Andrè, De Gregori, ma anche Baglioni, Renato Zero, Fabi.

E molti altri, anche non famosi, perchè la magia delle parole può arrivare da ogni parte.

Per questo alcuni di questi testi rappresentano chi sono stato, chi sono oggi e la direzione di quello che vorrei scrivere domani.

 

E questo è il testo del mio brano più famoso: “Il Dio delle piccole cose”

 

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

SONGWRITING – DIFFERENZA TRA TESTI CANZONI, POESIE, PENSIERI &…

“Tutti noi abbiamo nella nostra vita avuto esperienze di scrittura: dai temi di scuola, alle lettere d’amore, dalle email di lavoro ai messaggi sul cellulare, la comunicazione scritta appartiene al nostro modo di vivere. Che differenza quindi tra le opere scritte in genere e i testi delle canzoni?”

❝Quel è la differenza tra una poesia, un tema, un pensiero, delle semplici parole su un foglio di carta e un testo canzone❞?

Probabilmente la risposta più semplice a questa domanda è che il Testo di una canzone è un insieme di parole organizzate in una certa forma finita e regolare

La struttura generale di un insieme di parole è d’altronde la caratteristica principale di ogni forma di componimento:

nel Giappone del XVII secolo esistevano gli Haiku, componimenti brevi di tre righe e un numero determinato di parole. I Poemi Epici di tutte le letterature sono solitamente testi in versi di una certa lunghezza. In poesia nel 1600 esisteva una forma detta Ballata, destinata al canto e alla danza, con una struttura di strofa e ritornelli.

‹E’ l’organizzazione con cui i gruppi di parole vengono riunite a definire l’appartenenza ad una categoria letteraria›

Anche nostra vita sociale, noi utilizziamo quasi inconsciamente degli schemi formali per comunicare, adattandoli continuamente in base alle situazioni in cui ci troviamo: cambiamo continuamente modi di strutturare parole e modi di formulare l’informazione che vogliamo trasmettere.

‹Una canzone è una forma molto complessa di comunicazione a cui applichiamo delle strutture e delle regole per migliorarne l’efficienza›

Uno degli aspetti più evidenti dell’applicazione di queste regole è lo spazio che abbiamo a disposizione per poter dire quello che vogliamo: quasi infinito in un libro, molto breve in una canzone.

Spazio che modifica di conseguenza anche la durata complessiva della comunicazione: solitamente ore per un libro, pochi minuti per una canzone.

Per organizzare le parole di un testo canzone, l’autore utilizza periodi dalla funzione comunicativa diversa che nel tempo hanno assunto nomi convenzionali: Strofe, Ritornelli, Bridge, Stacchi, Intro, Code e molti altri.

Parole e linee melodiche della stessa canzone rispondono alle stesse regole: anche i compositori utilizzano questi periodi convenzionali per meglio trasmettere le informazioni: anche in ambito musicali esistono Strofe, Ritornelli, Bridge, Stacchi, Intro, Code che avranno lo stesso scopo comunicativo delle parole: aiutare l’ascoltatore alla loro comprensione›

Le Strofe, sono la parte più introspettiva del racconto musicale e letterario.

Il Ritornello è il cuore della storia che stiamo raccontando e musicalmente l’apice dell’evoluzione della linea melodica, la parte più espressiva, ariosa, importante o facile da ricordare.

Code, Intro, Stacchi, Assoli e altri periodi,  sono solo altri punti all’interno della narrazione dove avvengono cambi di registro narrativo e musicale

‹Entrambi –Musica e Parole– utilizzano questi cambi dinamici del racconto melodico e musicale per farvi arrivare nel modo più efficace possibile il messaggio che vogliono comunicare›

Con la stesse tecniche che appartengono ai nostri modi di vivere quotidiani: parlando con una persona noi rallentiamo per esprimere meglio un concetto, (Strofe) alziamo il tono per manifestare eccitazione, rabbia, partecipazione, (Special) utilizziamo delle premesse prima di arrivare al cuore del discorso (Intro), ripetiamo i punti importanti per essere sicuri siano stati compresi (Ritornelli). Le analogie tra il mondo della scrittura, il mondo della musica e la nostra comunicazione quotidiana sono infinite.

‹Ogni genere musicale ha, nel tempo e nell’esperienza del mondo delle canzoni, preferito adottare delle formule di comunicazione che si cono rivelate efficaci›

Le Ballate cantautorali utilizzano prevalentemente forme semplici di organizzazione come
⇒ [Strofa -Stacco musicale Strofa -Stacco Musicale]
e i Racconti popolari quella di
⇒ [Strofa-Ritornello- Strofa- Ritornello]
Le Canzoni pop hanno formule che partono dalla struttura Standard
⇒ [Strofa-Strofa- Ritornello- Strofa- Ritornello, Ritornello]
e- a scelta dell’autore o del compositore -adottano strutture sempre più complesse di comunicazione incorporando periodi diversi:
⇒ [Intro- Strofa-Strofa- Ritornello- Stacco musicale -Strofa- Ritornello-Special-Ritornello- Assolo- Coda]

‹Non esistono formule migliori delle altre : l’unica regola è che quando la comunicazione risulta efficiente la struttura è risultata efficace›

“Partire dallo studio delle strutture che altri grandi autori hanno utilizzato per comunicare le loro storie, rimane comunque uno dei migliori punti di partenza❞

 

© Gae Capitano @ Songwriting Academy 

 

 

 

© Gae Capitano, 2022