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#gaetanocapitano

GAE CAPITANO – IL PENSIERO DEL MAESTRO MAURIZIO FABRIZIO

 “Non esistono successi inarrivabili: le creazioni belle fanno parte tutte della stessa famiglia e quelle di Gae lo sono”

 

Sono sempre in imbarazzo ed emozionato quando parlo di Maurizio Fabrizio: una leggenda della musica per me”

“Averlo conosciuto e poter scrivere con lui sono è stato probabilmente l’ incontro e il dono più bello del mio percorso d’autore”

“Ho avuto la fortuna di lavorare molti anni con Roberto Puleo -suo co-chitarrista nella formazione storica di Branduardi negli anni d’oro dell’artista- e ricordo di aver ascoltato sempre con grande ammirazione e riverenza le storie che riguardavano il maestro: un genio e un professionista grandissimo con una visuale della musica incredibile”

(Roberto Puleo & Maurizio Fabrizio in concerto)

Anche solo nominare i titoli delle canzoni che ha scritto mi mette soggezione:

“Almeno tu nell’ Universo” di Mia Martini, “I migliori anni della nostra vita” di Zero, “Sempre” di Lisa, “Strano il mio destino” di Giorgia, “Un’emozione per sempre” di Ramazzotti, “Brividi” di Rossana Casale, “Storie di tutti  i giorni” di  Fogli, “Che fantastica storia è la vita” di Venditti “Acquarello” di Toquinho e decine e decine di altre ancora”.

Andate ad ascoltare “Che sa di sale“, scritto con Guido Morra: che meraviglia!

“Ricordo con emozione quando mi avvisarono che avrei lavorato con lui: una gioia immensa”

e per questo dovrò sempre ringraziare Adrian Bervick e Diego Calvetti.

“Un’ eccellenza assoluta, in grado sempre di stupirti con una soluzione armonica aggraziata e impensabile, capace di costruire melodie di incredibile ariosità ed eleganza e di metterti in difficoltà con metriche asciutte difficili da trasformare in testi, ma assolutamente sempre bellissime: un genio, non ci sono molti aggettivi per descrivere Maurizio Fabrizio”

“Per il maestro un unico pensiero: grazie Maurizio per questa amicizia: sei un esempio inarrivabile di professionalità, educazione, gentilezza, genialità indiscussa:

una Leggenda della Musica”

Gae

 

 

 

 

© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

GAE CAPITANO – IL PENSIERO DI MICHELE NERI

“Un autore bravissimo: non ricordo di aver mai sentito una canzone più elegantemente sensuale di “Tabula rasa”. Bellissima, con dei passaggi di testi pressoché perfetti e una interpretazione magnifica. E’ un testo incredibile: un capolavoro”

“Tabula Rasa”, scritta con Ilaria Porceddu e Francesco Gazzè, interpretata da Ilaria con i Gnu Quartet, porta a casa un altro premio: il commento entusiasta di Michele Neri, critico musicale  dalla cultura musicale immensa e profondo conoscitore e ascoltatore di musica.

Michele Neri ha collaborato a varie trasmissioni radiofoniche per la Rai (tra cui Tg2 Dossier per alcune puntate monografiche musicalei realizzate con Michele Bovi[2] e Eventi pop[3]) e riviste, tra cui Musica Leggera, di cui è stato condirettore[4]Nel 2006 è stato uno dei collaboratori di Enrico Deregibus per il Dizionario completo della canzone italiana[5]

Nel 2010 pubblica Lucio Battisti, Discografia mondiale, volume di 640 pagine in cui viene analizzata tutta la discografia mondiale di Lucio Battisti[6][7]; tra le altre cose nel libro viene presentata la scoperta, effettuata da Neri, dell’album Lucio Battisti Vol. 2, pubblicato nel 1970 solo in cassetta con scarsa diffusione[8][9].

Nel 2011 collabora con Maurizio Becker per la pubblicazione di Da Mameli a Vasco. 150 canzoni che hanno unito gli italiani, in cui vengono raccolte 150 schede di canzoni entrate nella storia della musica leggera italiana; tra gli autori delle singole schede, oltre a Becker e Neri, vi sono giornalisti musicali e cantanti noti come Fausto CiglianoGiorgio CalabreseChristian CalabreseTimisoara PintoFranco SettimoGiorgio ConteEnzo GiannelliEnrico De AngelisVito VitaStefano TorossiFranco ZanettiPiergiuseppe CaporaleMimmo Liguoro[10].

Nel 2017 collabora con Dario Salvatori al volume Satisfaciton. La ribellione del rock occupandosi, con Franco Brizi, della discografia italiana dei Rolling Stones[11]Dal 2012 è uno degli autori del programma televisivo Techetechetè[12] ed è uno dei collaboratori della Discoteca di stato[13].

 

 

© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

GAE CAPITANO – IL PENSIERO DI MICHELE MONINA

“Storie raccontante con un lessico colto, importante, poetico, e appoggiate su melodie e armonie, come oggi non si usa quasi più: “Tabula rasa”, un brano in cui Ilaria racconta di amore e di sesso, di corpi; corpi, descritti poeticamente, ma comunque descritti.”

Michele Monina:

“La voce di Ilaria Porceddu, –  probabilmente la più bella tra quelle passate da quel tritatutto che è il mondo dei talent-  è di quelle che ti prendono il cuore e te lo fanno a brandelli,  è capace di portarti in un mondo, il suo, e di fartene partecipe, parlando di corpi, di anime, di storie e di sentimenti, di donne, molto di donne, ma più in generale del mondo, di questo nostro mondo”

“Scrittura di qualità, leggera ma molto profonda, classica, nei suoni e nella composizione, ma contemporanea, per dirla con parole che si usano oggi, globalizzata e local al tempo stesso”

“Un’opera importante e assai bella, ribadisco e sottoscrivo, firmata dalla stessa Ilaria in buona compagnia di un team di lavoro di livello

Gae Capitano:

Non ho mai incontrato personalmente Michele Monina, anche se qualche volta gli ho scritto riguardo le sue disamini intelligenti e taglienti sul mondo della musica. Ma con grande piacere lui ha menzionato più volte la scrittura del mio testo “Tabula rasa”, brano scritto con Ilaria Porceddu e Francesco Gazzè e contenuto in quello splendido album che è “Di questo parlo io”

Il merito è assolutamente tutto della bellezza straordinaria di una artista come poche ne esistono in Italia, Ilaria Porceddu, che – accompagnata dalla formazione di archi GnuQuartett e dal suo pianoforte – ha saputo dare vita ad un piccolo cameo che la critica musicale d’élite ha valorizzato in interviste e articoli, Monina tra i primi.

Felice quindi di aver fatto parte di questo progetto e di aver potuto ricevere una nota positiva da uno dei critici italiani più attenti ed esigenti

https://www.linkiesta.it/2017/04/renzo-rubino-ilaria-porceddu-e-giulia-anania-tre-album-salvifici-per-l/

Di seguito un mix di pensieri estratti dagli articoli che Michele Monina ha dedicato a Ilaria Porceddu, a “Tabula rasa” e al disco “Di questo parlo io”.

Ilaria Porceddu dimostra come sia possibile, oggi, fare bella musica d’autore senza dover necessariamente inseguire le fatue mode del momento ma al tempo stesso producendo canzoni che potrebbero  serenamente passare in radio o in televisione

Non succede quasi mai, se ci pensate bene. Sì, se vi fermate un momento a ragionarci su, vi accorgerete che non succede quasi mai di poter assistere al momento in cui un artista da alla luce la sua opera d’arte.

Così non è nel resto della musica leggera, specie nel pop. È vero, la musica dal vivo è, in qualche modo, arte esibita, ma si tratta di arte che si replica, perché il momento vero della creazione, quello in cui le note prendono corpo, in cui le parole si mettono una dietro l’altra, avviene altrove, lontano dagli occhi e dagli orecchi.

Preso per buono questo assunto, e non abbiamo alternativa, possiamo però gioire, e gioire di cuore quando assistiamo non al concepimento, ma quantomeno al momento in cui un’opera importante e assai bella viene alla luce. Non presenti in camera da letto, parafrasando, ma in sala parto.

È successo ieri, a me e agli altri presenti al Momo Restaurant di Milano, nel momento in cui Ilaria Porceddu ha presentato agli addetti ai lavori e al pubblico il suo nuovo album, Di questo parlo io.

Importante, quindi, perché ci riconsegna un’artista che ha fatto il suo esordio ormai una vita fa nella prima edizione di X Factor ma che, a dispetto di quel che il talent ci hanno poi mostrato nel corso del tempo, impoverendo il cast edizione dopo edizione, e conseguentemente andando a rincorrere personaggi più che artisti, facce più che voci, profili più che anime, a dispetto di quanto i talent ci hanno mostrato è stata capace di riprendere in mano la propria poetica e, affidandosi a chi ha a cuore la musica più che un trend topic del momento, oggi torna sulle scene con un lavoro di grande livello.

Sì, perché Di questo parlo io non è solo un lavoro importante, per i motivi qui detti, ma anche assai bello.

Ed è bello perché Ilaria Porceddu ha una voce di quelle che ti prendono il cuore e te lo fanno a brandelli, come in certe puntate particolarmente azzeccate di Grey’s Anatomy, e si sappia che chi scrive adora Grey’s Anatomy.

con questo ricorso alla lingua sarda in due tracce. Di questo parlo io è un album assai bello perché

Ecco, essere presenti nel momento in cui Di questo parlo io non è come sarebbe stato essere presenti nel momento in cui queste canzoni sono diventate tali, ma è già qualcosa, è già molto. Ci si perde spesso, anche a ragione, a stigmatizzare il brutto. Ogni tanto, è questo il caso, è bene indicare il bello lì dove c’è.

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

GAE CAPITANO OSPITE NEGLI STUDI DI RTM, CON LAURA DIMITRI

“Riccardo Fogli, Gae Capitano, Giuseppe Anastasi, Mimmo Cavallo , Franco Micalizzi, Adolfo Durante, Luca Rustici, Alessandro Helmann, Totò Cascio, Luigi Mariano, Alberto Lombardi, Marianna Liguori, sono solo alcuni degli ospiti di questa straordinaria seconda stagione di “Tratti & Ritratti”, una serie di interviste curate da Laura Dimitri nei fantascientifici studi di RTM”

https://www.facebook.com/watch/?v=424507566249077

Laura Dimitri è una splendida padrona di casa: artista, interprete presentatrice, autrice. Una bella anima.

Una artista che intervista altri artisti, con garbo, discrezione, intelligenza e gentilezza: è questo il segreto di questi appuntamenti televisivi.

Questa seconda stagione di interviste ha avuto ospiti eccezionali, che hanno voluto raccontare aneddoti e curiosità della loro carriera

https://www.facebook.com/watch/?v=441386827694661

 

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

PREMIO MIGLIOR ARRANGIAMENTO – FESTIVAL DELLE ARTI DI ANDREA MINGARDI

“Gae Capitano si aggiudica il “Premio Miglior Arrangiamento” al Festival delle Arti di Andrea Mingardi per l’arrangiamento orchestrale del brano “Sfida al tempo” di Claudio Caggiari. Il brano è anche firmato dall’autore disco di Platino.”

Il Festival è realizzato con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, del Comune di Bologna e della Provincia di Bologna e la partnership di importanti istituzioni e realtà quali l’Accademia delle Belle Arti di Bologna, il Conservatorio bolognese “G.B. Martini”, il Teatro Arena del Sole, la Scuola di Teatro di Bologna, MusicAcademy, l’Associazione Nazionale Italiana Cantanti, Umbria Jazz, l’associazione Amici del Manzoni, Bravograzie, La Champion league del Cabaret, Danza in Fiera.

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

ADRIANA SPURIA -“FRAGILE”

“Più che testo, poesia, come sempre, quando si ha a che fare con il songwriter torinese: “L’odore delle stelle che cade prima della notte sulla mia pelle non va più via”, lo trovo di una sensibilità straordinaria”

[ZTL Magazine] 

“Un testo nel quale Gae Capitano sulla composizione di Adriana Spuria ha dato il meglio di sé, interpretando con maestria la versione originale in inglese scritta dalla cantautrice siciliana”

[RGitalia]

“Una canzone che attraverso la squisita penna di Adriana e Gae Capitano ci trasporta con delicatezza in un viaggio musicale fuori dal comune”

[Juke Box di Alba Cosentino]

 

La vita è un viaggio che si alterna tra paesaggi deserti, sedie vuote, strade infinite e spazi sconfinati, solitudini e gioie, legami indissolubili ed eterni, complicità tutta al femminile e amori meravigliosi. “Saremo uniche Sensei in questa vita perché sei tu l’altra parte di me” scrive Gae Capitano coautore del brano con Adriana, dove Sensei è la madre, l’amica, l’amore, la madre terra e la funzione di  maestro che vive in ognuno di questi personaggi. Un video interamente girato in America, tra il Grand Canyon, la route 66, lo Yosemite park e New York.

Un Un avvicendarsi di paesaggi e volti ,persone importanti  che ci lasciano ma che saranno con noi per sempre, come mamma Michela scomparsa recentemente e a cui Adriana ha dedicato questo video.

La vita viaggia attraverso lande deserte e sconfinate, conosce il sapore amaro dell’abbandono e della solitudine, ma poi si rigenera con fiducia e amore ancora una volta ed esulta di gioia e di forza, con rinnovata bellezza .

Fragile comincia con un pianoforte  e una sedia nel Grand Canyon, poi  un viaggio attraverso il deserto, come Thelma e Louise…Un’alternanza di suoni acustici ed elettrici, di piano e forte che si dipana in questo mix di rock ballad e canzone d’autore. Un testo nel quale Gae Capitano sulla composizione di Adriana Spuria ha dato il meglio di sé, interpretando con maestria la versione originale in inglese scritta dalla cantautrice siciliana.

Intervista Adriana Spuria su SKY TG 24

Sono sempre stata convinta  che le canzoni esistano  ancor prima che noi compositori e autori le creiamo e che ci usino come mezzi per manifestarsi proprio come accade per  una nuova vita”

“A tal proposito Fragile racconta una  storia che mi tocca nel profondo riguardandomi  intimamente, non credo di esagerare se dico  che questa canzone ha avuto una funzione premonitrice nel mio percorso di vita. La musica possiede una saggezza profonda, antica come la terra e racconta l’evoluzione degli eventi, talvolta addirittura anticipandoli, ancor prima che noi li sperimentiamo”

“In un pomeriggio di  marzo 2021, credo fosse il giorno 20, composi questa canzone. Era una preghiera rivolta a qualcuno di non ben definito, ma qualcuno di importante, era la preghiera di non andar via ,una richiesta di non abbandono. La sera che conclusi questo brano mia madre ebbe una emorragia cerebrale e dopo 36 giorni morì.

In quei 36 giorni in cui mamma lottava per la sua sopravvivenza, chiesi  a Gae Capitano di scrivere un testo in italiano in cui si parlasse del  legame eterno madre/figlia, della fragilità della separazione, dell’amore che le terrà unite per sempre”

“Così la madre divenne Sensei (In giapponese Maestro) nel testo di Gae , quel maestro che vivrà per sempre dentro di noi. Ma il brano accenna anche ad un nuovo amore, anch’esso maestro. Accade che la vita sia un viaggio  attraverso lande deserte e sconfinate, che impariamo il sapore amaro dell’abbandono e della solitudine, ma poi la vita si rigenera e ancora una volta incontriamo l’amore ed esultiamo di gioia e di bellezza, con rinnovata forza. Fragile racconta di un viaggio e dei legami indissolubili ed eterni. “

“Il videoclip è stato interamente girato in America, tra il Grand Canyon, la Route 66 e New York.

Il brano comincia con un pianoforte  e una sedia nel Grand Canyon, poi un viaggio attraverso il deserto, la madre e due donne che come Thelma e Louise guardano verso nuovi orizzonti…un’alternanza di suoni acustici ed elettrici, di piano e forte che si dipana in questo mix di rock ballad e canzone d’autore.

Dedico Fragile a mia madre, colei che mi ha sempre sostenuto e invogliato a fare la mia musica

 

Vai all’articolo di ZTL Magazine

Fragile Adriana Spuria 

Ha il suono del deserto
il vento nei capelli
l’asfalto brucia
e ora noi
Ci giocheremo tutto
ci basterà uno sguardo
non torneremo
indietro mai

La strada corre e nella radio
suona “Ring of fire” di Johnny Cash
e sembra un mare questo cielo
chiudo gli occhi e ora volo libera
non sono

Fragile se sei
adesso dentro i giorni miei
noi come Thelma
& Louise
-saremo-

Uniche Sensei
di questa vita perché sei
tu l’altra parte
di me

L’odore delle stelle
che cade prima della notte
sulla mia pelle
non va più via

Ti guardo e ora so
perché tutto d’improvviso ha un senso:
bastava solo
un po’ di follia

La strada corre contro il vento
e la radio suona “I Do” di Jessie James
E’ un mare all’orizzonte il cielo
e finalmente sono libera

Non sono fragile se sei
adesso dentro i giorni miei
noi come Thelma
& Louise

noi
Uniche Sensei
di questa vita perché in fondo sei
tu l’altra parte
di me
tu l’altra parte
di me
tu l’altra parte
di me

 

 

 

 

© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

MAX GAZZE’ COMMENTA “IL DIO DELLE PICCOLE COSE”

“Il Dio delle piccole cose” è un po’ ovunque: basta entrare in contemplazione con tutto ciò che sta intorno per riuscire a trovare Dio, o un dio, anche nelle piccole cose”

 

 

 

 

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LUCA CIVILETTI – UNA VENTATA DI FRESCHEZZA NELLA MUSICA ITALIANA

 “Vincitore della masterclass del Premio Lunezia diretta da Niccolò Agliardi -con la supervisione del Patron Stefano De Martino e della direttrice Loredana D’ Anghera- Luca Civiletti aprirà il concerto di Fulminacci al prestigioso'”Alcart Festival” di Alcamo, una delle manifestazioni Siciliane più importanti” 

Luca Civiletti è una ventata di freschezza nella musica italiana”  [Gae Capitano]

 

“Ho conosciuto la musica di Luca attraverso la comune amica Maria Russell che me lo aveva segnalato. Si erano incontrati ad una serata doveLuca aveva affascinato pubblico e professionisti con la sua musica fuori dagli schemi comuni dei cantautori moderni e con la sua grande tecnica chitarristica

“Abbiamo iniziato subito a lavorare insieme al suo repertorio mentre Luca, nel tempo, è stato seguito dai consigli di grandissimi professionisti del mondo della musica che lo hanno fatto maturare e crescere stilisticamente il suo stile personalissimo”

Dopo aver vinto la Masterclass del Premio Lunezia presieduta da uno dei più importanti autori italiani – Niccolò Agliardi

che grazie alla scrittura del brano Io sì (Seen) nel 2021, si è aggiudicato, insieme a Laura Pausini e Diane Warren, il Golden Globe e il Nastro d’argento per la miglior canzone originale, oltre a ricevere una nomination ai Premi Oscar.

Luca quest’anno aprirà il concerto di Fulminacci (Premio Tenco, Sanremo) davanti ad una platea di 3000 persone” 

“Una bellissima pausa live mentre la sua produzione prende forma

 

https://www.instagram.com/alcartfestival/?hl=it

 

 

 

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RECENSIAMOMUSICA: LE CANZONI ITALIANE IMPERDIBILI DEL 2017

“La brava interprete sarda confeziona perfettamente un delicato racconto scritto dall’ottimo Gaetano Capitano che, con un ricercato linguaggio ed una innata capacità d’espressione profonda, le dona un gioiellino d’altri tempi. Ilaria segue le parole donandogli corpo senza mai esagerare dimostrandosi degna delle grandi dive dell’interpretazione di ieri. Uno struggente capolavoro per pochi intenditori.”

La firma leggera contemporaneamente profonda di Gaetano Capitano dona all’interpretazione sentita di Ilaria Porceddu un’intensissima gemma musicale che pare voler accompagnare un lento dipingere nostalgico a cui si contrappongono improvvise ed irrequiete pennellate frenetiche e violenti. In questa tela di Van Gogh il testo racconta con cruda verità e realtà un istante in cui i due amanti si trovano di fronte ad un burrone tra disillusione e piacere

Eros è un demone”, diceva Socrate menzionando Diotima di Mantinea, e a prescindere che il nostro pensiero si avvicini al romanticismo di Platone (l’amore come completamento di un altro essere) o al crudo realismo di Dawkins (“Il gene egoista”) e Schopenhauer (“Metafisica dell’amore sessuale”), è innegabile che il sesso sia una componente inscindibile della nostra esistenza.

Un gesto estremo e naturale di cui la parola “amore” non svela la profonda alchimia di emozioni, paure, rabbia, fiducia, totale abbandono, desideri, e che nella sua forma più pura, nella sua capacità di fondere due anime distinte ha qualcosa di magico.

Nell’atto di fare l’amore mostriamo davvero chi siamo. E alla sua fine, quando la coscienza riprende dominio dei pensieri, il cuore (innocente) ritrova una tavoletta di cera vuota, su cui poter riscrivere una nuova storia.

Una “tabula rasa”.  [Presentazione di Gae Capitano. “La Nazione”]

 

 

 

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© Gae Capitano, 2022