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Luglio 2022

LUCA CIVILETTI – UNA VENTATA DI FRESCHEZZA NELLA MUSICA ITALIANA

 “Vincitore della masterclass del Premio Lunezia diretta da Niccolò Agliardi -con la supervisione del Patron Stefano De Martino e della direttrice Loredana D’ Anghera- Luca Civiletti aprirà il concerto di Fulminacci al prestigioso'”Alcart Festival” di Alcamo, una delle manifestazioni Siciliane più importanti” 

Luca Civiletti è una ventata di freschezza nella musica italiana”  [Gae Capitano]

 

“Ho conosciuto la musica di Luca attraverso la comune amica Maria Russell che me lo aveva segnalato. Si erano incontrati ad una serata doveLuca aveva affascinato pubblico e professionisti con la sua musica fuori dagli schemi comuni dei cantautori moderni e con la sua grande tecnica chitarristica

“Abbiamo iniziato subito a lavorare insieme al suo repertorio mentre Luca, nel tempo, è stato seguito dai consigli di grandissimi professionisti del mondo della musica che lo hanno fatto maturare e crescere stilisticamente il suo stile personalissimo”

Dopo aver vinto la Masterclass del Premio Lunezia presieduta da uno dei più importanti autori italiani – Niccolò Agliardi

che grazie alla scrittura del brano Io sì (Seen) nel 2021, si è aggiudicato, insieme a Laura Pausini e Diane Warren, il Golden Globe e il Nastro d’argento per la miglior canzone originale, oltre a ricevere una nomination ai Premi Oscar.

Luca quest’anno aprirà il concerto di Fulminacci (Premio Tenco, Sanremo) davanti ad una platea di 3000 persone” 

“Una bellissima pausa live mentre la sua produzione prende forma

 

https://www.instagram.com/alcartfestival/?hl=it

 

 

 

© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

YLENIA ALBANESE – VOCE E TALENTO

 “Ylenia Albanese è una delle voci più belle con cui abbia mai lavorato, in grado di passare dai registri Pop a quelli Jazz & Gospel con naturalezza e potenza”

 

“Negli anni 90 mi chiesero di scrivere per una ragazza, giovanissima, che doveva partecipare al festival di Castrocaro. In quegli anni lavorando al G7 studio di Torino – uno degli studi più importanti dell’epoca, diretto da Gualtiero Gatto, discografico che era stato produttore di Toquino, – era una richiesta di normale amministrazione.

Ricordo però che quando ascoltammo il provino con Roberto Puleo, in veste di arrangiatore, rimanemmo colpiti dalla versalità, limpidezza e purezza timbrica di questa ragazza

 

“Incantato dalla sua voce, scrissi per lei due brani molto difficili: “Cuori nella tempesta” per Castrocaro e “Il Mare dentro di me” per  “A voice for Europe” di Telemontecarlo.  Quando ascoltai il provino del primo pezzo, le mandai un mazzo di fiori: per noi autori sentire le proprie idee prendere vita grazie ad una interpretazione di livello è una delle cose più belle del mestiere di scrivere canzoni

Negli anni -per le occasioni importanti – ho chiesto ad Ylenia di aiutarmi nel mio lavoro di autore dando vita con la sua voce alle idee che formano le bozze inedite, ricordo tra tutte un provino per Massimiliano Pani e Mina.

Oggi è sempre un piacere poter contare su una voce così bella e sulla sua preparazione tecnica, che negli anni ha affinato in mille prestigiosi progetti.

Grazie sempre, Yle

“Ylenia Albanese inizia a cantare grazie all’interesse per la musica che la sua famiglia le trasmette.

A 8 anni si apre alle sue prime esperienze musicali, partecipando a varie manifesta­zioni canore.

Nel 1997 vince il Premio “Arnaldo Santoro” e il “Festival degli Scono­sciuti” di Ariccia ideato e organizzato da Teddy Reno e Rita Pavone, con gli stessi firma un contratto discografico per la “Ricordi”.

Seguiranno varie partecipazioni su palchi, aprendo concerti di alcuni artisti italiani del momento come Irene Far­go, Wilma Goich, Franco Fasano. Finalista nel 1998 dell’“Accademia di Sanremo Giovani”, nel 2000 vince il Festival Premio Mia Martini.

Si esibisce assieme allo stimato e conosciuto artista pugliese Ninni Maina nell’or­chestra “La Taverna del Gufo”. Nel 2001 partecipa come protagonista femminile al musical “Miss Italia Story” il tour che promuove la manifestazione di Mirigliani per la regione Puglia. Cantante femminile nell’orchestra abruzzese di Rudy De Cesaris.

Organizzatrice del “Festi­val Spazio Giovani” dal 2001 al 2007.

Studia pianoforte presso il Conservatorio di Musica “Umberto Giordano” di Foggia e presso la “Hope Music School”a Roma nella sezione interpreti e presso il Pentagramma di Bari dove intrapren­de lo studio del canto jazz.

Attualmente canta nella formazione “Italiani in Swing “ della Swing Bekos Band. È solista nella formazione Gospel del Daunia Gospel Choir diretta dal M° Agostino Ruscillo, assieme alla cantante Mara De Mutiis.

Insegna canto corale per la triennale professionale di Musical dell’AMA “Accademia Nazionale Musical Art”.

E’ tra le coprotagoniste dello spettacolo “Spotlight on women” con Silvia di Stefano e Miriam Stranieri, promosso dall’Accademia Musical Art di Foggia.

 

 

 

 

© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

GAE CAPITANO – IL PENSIERO DI NICO DONVITO

 “All’interno degli scritti che riflettono i suoi pensieri, finezza ed esperienza si intrecciano dando vita a quell’ancestrale atto eroico che più comunemente chiamiamo poesia

Nico Donvito, Scrittore e  Critico Musicale per  le testate generaliste newsly.it e italiapost.it, RecensiamoMusica.com, musica361.it e ImusicFun.it.

“Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione

La penna di Gae riflette tutta la sua sensibilità, me ne rendo conto ogni volta che ascolto “Il Dio delle piccole cose” del trio Gazzè-Fabri-Silvestri, oppure “Tabula rasa” di Ilaria Porceddu, ma anche e soprattutto attraverso ciascun dialogo realizzato con lui, anche solo leggendo un suo semplice post sui social. All’interno degli scritti che riflettono i suoi pensieri, finezza ed esperienza si intrecciano dando vita a quell’ancestrale atto eroico che più comunemente chiamiamo poesia” [Nico Donvito]

Partecipazione a conferenze e manifestazioni in sala stampa, tra cui il Festival di Sanremo e l’Eurovision Song Contest, collaborazioni con varie etichette discografiche, sia major (Universal, Sony, WarnerMusic) che indipendenti per interviste ai vari artisti;

Il suo primo libro è dedicato all’icona dei Festival musicali italiani: “SANREMO IL FESTIVAL – Dal boom economico al rock dei Maneskin” con prefazione di Amadeus e copertina disegnata da Riccardo Mazzoli –

https://www.facebook.com/watch/?v=249859130672563

Vai al libro di Nico Donvito

 

 

 

 

© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

GAE CAPITANO – IL PENSIERO DI ROBERTO PULEO

“Gae è il Mogol del XXI secolo: il musicista migliore che abbia mai incontrato” Il pensiero di Roberto Puleo chitarrista storico di Branduardi, Fogli, Togni.

Gae Capitano:

” Trovo immeritato il pensiero di Roberto Puleo nei miei confronti: lui ha avuto il piacere di suonare con i più grandi professionisti della musica italiana degli anni 80 e 90, con cui non ho alcun confronto”

“Sicuramente ci lega un’ affetto trentennale”

“Ma sono lusingato, perchè ho sempre considerato Roberto Puleo -con Silvano Borgatta- i maestri che più hanno influenzato la mia scrittura, artisti che ancora oggi ammiro e considero inarrivabili come sensibilità ed esperienza, professionisti che “suonano” con una marcia – fisica e intellettuale- che sai di non poter mai raggiungere”

“Maestri con stili diversi  – e strumenti diversi in quanto Puleo è un grande chitarrista e Borgatta uno straordinario pianista – ma con quella sensibilità, visione della musica e dell’orchestrazione, che appartiene a pochi”

“Sentire i dischi a cui hanno lavorato è una cosa che mi affascina ( e fa incazzare) ancora oggi, perché sono di un altro pianeta

Intervista a Roberto Puleo

“Gae Capitano? L’unicità del genio”

Incredibile che dopo aver lasciato la scena internazionale per troppa fatica, il destino mi abbia messo davanti  Gae Capitano, un signore gentile che già componeva e arrangiava alla grande le sue canzoni”

Non mi aspettavo un’epifania come questa avendo appena lasciato tutta la mia attività live.

Gae arrivava sempre in studio (lavoravamo negli studi torinesi degli anni 90 “Minirec” di Gigi Guerrieri, “Leone Audiovisivi” di Maurizio Leone Studi e principalmente il mitico “G7” di Gualtiero Gatto) con delle canzoni stupefacenti, nuove fresche e coinvolgenti.

E mi incaricò per anni di arrangiare i suoi brani: tantissimi i  lavori con artisti emergenti o big della musica”

“Ora lo ammiro con piacere e sono felice che a parer mio Gae sia il Mogol del XXI secolo, il musicista migliore che abbia mai incontrato, e sono felicissimo di averlo come caro amico ancora oggi. Non è così frequente nel mondo dello spettacolo” [Roberto Puleo]

Roberto Puleo, grande esperienza alle spalle di collaborazioni con artisti quali Riccardo Fogli, Angelo Branduardi, Gianni Togni, Pooh, Goblin

La sua notorietà, in qualche caso, deriva più da episodi che dalla sua esperienza artistica; desidero ricordare a proposito, proprio l’episodio voluto dal produttore di Fogli Giancarlo Lucariello, che al Festival di Sanremo del 1982, vinto da Riccardo, fece salire sul palco proprio Roberto Puleo accanto all’elegantissimo Fogli (fatto inusuale per quel periodo), che spopolò con la marcata esibizione chitarristica, dando enorme risalto al brano “Storie di tutti i giorni”.

Quel Festival di Sanremo rimane nella storia per l’eliminazione di Vasco Rossi con “Vado al massimo”; di Zucchero con “Una notte che vola via”; di Bobby Solo con “Tu stai” etc.

Roberto Puleo è noto per aver fatto parte per un breve periodo dei Goblin di Simonetti (famosi per la colonna sonora di “Profondo Rosso”).

Roberto Puleo e forse la CGD (casa discografica di Riccardo Fogli) sull’onda della probabile notorietà dell’immagine ricevuta, decisero di incidere un disco a 45 giri, ovviamente solo strumentale, nel quale esplode il grande virtuosismo chitarristico di Roberto. La produzione e la realizzazione fu ovviamente curata da Giancarlo Lucariello e gli arrangiamenti e la direzione a Maurizio Fabrizio. Il disco fu stampato e distribuito anche in Germania su etichetta CGD Ariola 104 562 – 100. In Italia con l’etichetta CGD Paradiso PRD 10403.

 

Vai al vincitore Sanremo 1982

 

 

 

 

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RECENSIAMOMUSICA: LE CANZONI ITALIANE IMPERDIBILI DEL 2017

“La brava interprete sarda confeziona perfettamente un delicato racconto scritto dall’ottimo Gaetano Capitano che, con un ricercato linguaggio ed una innata capacità d’espressione profonda, le dona un gioiellino d’altri tempi. Ilaria segue le parole donandogli corpo senza mai esagerare dimostrandosi degna delle grandi dive dell’interpretazione di ieri. Uno struggente capolavoro per pochi intenditori.”

La firma leggera contemporaneamente profonda di Gaetano Capitano dona all’interpretazione sentita di Ilaria Porceddu un’intensissima gemma musicale che pare voler accompagnare un lento dipingere nostalgico a cui si contrappongono improvvise ed irrequiete pennellate frenetiche e violenti. In questa tela di Van Gogh il testo racconta con cruda verità e realtà un istante in cui i due amanti si trovano di fronte ad un burrone tra disillusione e piacere

Eros è un demone”, diceva Socrate menzionando Diotima di Mantinea, e a prescindere che il nostro pensiero si avvicini al romanticismo di Platone (l’amore come completamento di un altro essere) o al crudo realismo di Dawkins (“Il gene egoista”) e Schopenhauer (“Metafisica dell’amore sessuale”), è innegabile che il sesso sia una componente inscindibile della nostra esistenza.

Un gesto estremo e naturale di cui la parola “amore” non svela la profonda alchimia di emozioni, paure, rabbia, fiducia, totale abbandono, desideri, e che nella sua forma più pura, nella sua capacità di fondere due anime distinte ha qualcosa di magico.

Nell’atto di fare l’amore mostriamo davvero chi siamo. E alla sua fine, quando la coscienza riprende dominio dei pensieri, il cuore (innocente) ritrova una tavoletta di cera vuota, su cui poter riscrivere una nuova storia.

Una “tabula rasa”.  [Presentazione di Gae Capitano. “La Nazione”]

 

 

 

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SONGWRITING-PERCHE’ LA MUSICA E’ COSI’ IMPORTANTE NELLE NOSTRE VITE

“Una domanda che nasconde il segreto intrinseco della capacità delle canzoni di evocare stati d’animo ed emozionarci”

 

Perché la musica è così importante nelle nostre vite?

Steven Pinker, professore di psicologia all’università di Harward, afferma che

“Rispetto al linguaggio, alla vista, al ragionamento sociale e alle conoscenze fisiche, la musica potrebbe scomparire dalle nostre vite lasciando praticamente intatto il nostro stile di vita. La musica è semplicemente un cocktail di elementi ricreativi che attraverso l’apparato uditivo stimolano una massa di circuiti, creando una sensazione di piacere”

Un’affermazione cinica.

Oggi conosciamo i meccanismi di “premiazione chimica” del cervello di fronte a stimoli sonori, ma ridurre una esperienza così straordinaria come l’ascolto (e ancor di più la creazione) di esperienze sonore è sicuramente una visione troppo semplicistica.

La prima risposta sul perché dell’ esistenza della musica nella storia dell’uomo ha bisogno di un’angolazione diversa per essere elaborata:

Ci sono molti aspetti culturali che ci appartengono che non sono direttamente legati alla sopravvivenza diretta ma rivestono ugualmente grande importanza.

L’alfabetizzazione per esempio – cioè la capacità di trasmettere informazioni- è importantissima ma appartiene a una fase evolutiva dell’uomo abbastanza recente., segno che la sua invenzione ha – sì- accelerato il passo e portato grandi benefici, ma l’essere umano era giunto ugualmente in qualche modo fino al tempo della sua apparizione nella società.

J.Carroll dell’Università del Missouri esprime un concetto interessante anticipato da un aforisma di Liebiz nel 1600, che diceva” La musica è il piacere che la mente umana prova quando conta senza essere conscia di contare“.

Liebiz era un grande filosofo quindi dietro questa affermazione apparentemente semplice si nasconde un argomento molto complesso.

Carroll dice che: “La musica, l’arte, la letteratura sono strumenti grazie ai quali affiniamo la macchina cognitiva che l’evoluzione ci ha messo a disposizione attraverso i processi del nostro cervello

Platone parlava già della “Natura nobilitatrice dell’arte”.

Ritorniamo alla domanda principale:

la musica è così importante nelle nostre esistenze -ed è presente in qualche mondo nella vita di ognuno di noi -per qualche motivo che non può essere semplificato in una funzione necessaria alla vita.

Ma allo stesso tempo la musica non è una cosa che pratichiamo per scelta: è radicata in noi , nelle nostre funzioni motorie, cognitive, uditive, in modo così naturale che non potremmo liberarcene neanche se volessimo.

Charles Darwin nell’”Origine dell’uomo” del 1877, diceva che la musica è una qualità latente presente in tutti gli esseri umani, non direttamente legata alla sopravvivenza diretta ma piuttosto collegabile alla selezione sessuale, in cui un organismo ottiene un vantaggio riproduttivo non grazie ad una vita più lunga ma al maggior successo nel corteggiamento, quindi ad una maggiore possibilità di trasmissione dei geni.

Qualcuno, negli anni a venire,  ha espresso l’obiezione che se fosse così la musica avrebbe intrapreso strade diverse nella vita di uomini o donne, ma non esistono studi che evidenziano questo aspetto.

Quindi approfitto di questo punto per svelarvi un pensiero:

rispondere correttamente da un punto di vista scientifico alla domanda “Perché la musica è così importante nelle nostre vite” è una impressa difficilissima: personalmente studio questo quesito da sempre e non ci sono affermazioni sicure ma solo risposte che cambiano continuamente in base a nuove scoperte scientifiche e correnti di pensiero filosofiche.

Sicuramente sono convinto Joseph Carroll abbia evidenziato un punto fondamentale: il nostro cervello è in grado di svolgere potenti connessioni emotive legate al processa mento dei suoni e lo fa di continuo, incessantemente perché ne è capace.

Nei miei workshop utilizzo intere lezioni per evidenziare come il suono sia stato per l’essere umano un arma potentissima per sopravvivere.

Le capacità quasi magiche del suono di poter essere udito a distanza, al buio, di poter superare aggirare gli ostacoli e di poter trasmettere la stessa informazione in tempi velocissimi a molti individui contemporaneamente, si sono rivelate dei superpoteri.

Il cervello ha sfruttato queste informazioni importantissime, evolvendosi dedicando processi di raccolta ed elaborazione di queste informazioni in modi velocissimi e prioritari.

E ha continuato a elaborare i suoni intorno a noi perché si tratta di uno strumento molto potente che ci fornisce indicazioni precise in tempo reale dell’ambiente intorno a noi. Una specie di radar sempre attivo.

Tornando un passo indietro, la capacità del cervello di elaborare dati si è trasmessa in modo automatico al mondo dei suoni legato alle strutture regolari che sono poi diventate le canzoni.  

Le canzoni  hanno sempre avuto una componente di piacere nelle nostre vite e hanno avuto un ruolo sempre più presente nelle nostre vite: mentre una volta per ascoltare musica occorreva trovare un musicista che suonasse uno strumento o qualcuno che cantasse, oggi  siamo bombardati continuamente da un mare di strutture di suoni (canzoni) che vengono diffuse da radio, tv, cellulari.

Il pensiero personale che cerco di trasmettere a chi mi dedica del tempo ed è interessato da questo argomento, la mia personale deduzione che riassume i miei anni di studi e ragionamenti è brevemente questo:

“Quando suoniamo, inventiamo file ordinate di suoni , aggiungiamo concetti alla musica con l’utilizzo del linguaggio delle parole – utilizziamo quei circuiti di elaborazione principale che la natura ha prima creato per la sopravvivenza ma ha poi utilizzato per scopi ludici e di piacere anche alla musica”

Arrivare a questa conclusione ha cambiato molto il mio modo di scrivere: spero queste mie considerazioni possano condurvi ad un nuovo modo di pensare alla musica,  utile anche al vostro percorso. Gae

 

Citazioni di Correll, Bach, Liebniz, Platone, Pinker & Gae

 

 

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GAE CAPITANO – IL PENSIERO DI ADRIAN BERWICK

“L’attuale CEO di Soundreef – ex dirigente Sony, Bmg Ricordi, Polygram – è stato uno dei primi a credere nel mio lavoro di autore e per questo gli sarò sempre grato ” [Gae Capitano]

CEO di Soundreef Ltd; Precedentemente responsabile di BMG Italia ha lavorato nella consulenza creativa, produzione, sviluppo progetti internazionali, gestione degli artisti, editoria musicale, collaborando in una o più di queste funzioni con artisti come Giusy Ferreri, Gigi D’ Alessio, Il Volo, Plácido Domingo, Fabri Fibra e aziende come Panini S.p.A, Sony Music Entertainment, Pecunia Entertainment, Electronic Arts Europe ecc.

Presidente e CEO di BMG Ricordi S.p.A. a Roma e Milano fino alla fusione con Sony Music nel 2004. Sono entrato in BMG a Roma nel 1996 come Amministratore Delegato. Amministratore delegato di Polydor presso Polygram Italy (ora Universal) a Milano (1990-1996) – -Direttore marketing di Polygram International a Londra (1986-1990)- Incarichi precedenti con Polygram nei Paesi Bassi e in Argentina.


“Trovare persone che prendono a cura il tuo lavoro è uno dei doni più grandi che un’artista, nel mio caso-un autore- possa ricevere: Adrian Berwick è stato per me uno di questi rari incontri”

Ricordo il primo lavoro che sottoposi ad Adrian:

mi disse che era “Scritto divinamente, con un testo poetico e bellissimo e una musica emozionante”  poi aggiunse ” 10 anni fa sarei stato onorato di produrlo, oggi lo puoi buttare perchè la scrittura si sta muovendo verso altre direzioni

Ci rimasi male. Ovvio.

Ma trovare un professionista che parla chiaro quando si tratta di analisi, anche quando queste non ti lusingano, è un dono: occorre mettere da parte l’orgoglio se si vuole crescere. E con Adrian abbiamo lavorato per qualche tempo insieme.

Ancora oggi ringrazio per aver avuto la possibilità di essere seguito dalla sua esperienza e i suoi consigli preziosi.

 

Dopo aver esaminato una serie di cose che avevo scritto mi regalò un suo pensiero che conservo con affetto:

 “Una scrittura così raffinata come la tua è una scelta difficile e ambiziosa, ma a lungo termine darà i suoi frutti

Quando sono tentato- o cercano di farmi scrivere- cose molto semplici o commerciali, penso sempre al pensiero di Adrian, che è diventato una linea guida del mio lavoro:

Continuo a scrivere cose che tentano di lasciare una piccola traccia di se

PS Il primo brano di cui parlavamo è stato poi scelto dallo staff di Amadeus per concorrere alla selezione dei brani di Sanremo 2020, ma abbinato ad una cantante storica della musica italiana.

La grande esperienza di Adrian aveva colto subito l’aspetto pratico della canzone.

Ad ognuno il suo mestiere. Touché.

Grazie sempre di tutto, Adrian”

 

 

 

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GIOVANNA D’ANGI – ANIMALIBERA

“Dal palco del Festival di Sanremo a “The voice” nel team D’Alessio, dai musical con Michelle Hunziker, Enrico Brignano, Iva Zanicchi, Paolo Ruffino allo spettacolo Rai con Roberto Bolle, passando dal nuovo album di inediti scritto dagli stessi autori di Mina, Celentano, Morandi, Gazzè, fino al grande cinema con la colonna sonora del film “Tenebra”, con Elisa Del Genio, la protagonista della serie tv  “L’amica geniale”

“Giovanna D’angi ha una voce stupenda, un’anima solare e una personalità eclettica, in grado di passare attraverso generi diversi: grazie a Giovanna e al producer  Andrea Viscuso per avermi coinvolto in questo progetto” [Gae Capitano]

La carriera di Giovanna D’Angi inizia nel 2005 vincendo Area Sanremo e conquistando la partecipazione nella sezione” nuove proposte” al 55° Festival della canzone italiana.

Protagonista del musical “Hair Spray” insieme a Stefano Masciarelli da lì in poi inizierà per lei, una felice carriera nel mondo del musical, collaborando con Paolo Ruffini, Sergio Muniz, Roberta Lanfranchi, Iva Zanicchi.

Uno dei suoi ruoli più di successo è quello di  Candy nel musical “La febbre del sabato sera” per la regia di Claudio Insegno, esibendosi al teatro nuovo di Milano e in un tour nazionale.

https://www.instagram.com/giodangi/

Nel 2010 è ballerina e vocal coach nello spettacolo di Michelle Hunziker “Mi scappa da ridere” con cui duetta nel 2018 sul palcoscenico di Sanremo.

https://www.facebook.com/watch/?v=10156000572007744

La cantante è una delle ultime scoperte dell’etichetta discografica “Senza dubbi” (già editore del fenomeno mediatico Benji e Fede), che ha co-prodotto l’album realizzato da un altro talento siciliano: l’autore e produttore artistico Raffaele Andrea Viscuso.

“Animalibera” dell’etichetta Senza Dubbi s.a.s. interpretato da Giovanna D’Angi scritto da Andrea Viscuso e Gae Capitano

Lo stesso Viscuso ha scritto tutti i brani del disco avvalendosi della collaborazione di altri autori del panorama italiano

tra questi Gaetano Capitano (“Il Dio delle piccole cose” per Gazzè/Fabi/Silvestri), Andrea Gallo (“EVA ” per Mina & Celentano) Mauro Lusini compositore di “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones” per Gianni Morandi.

Nel 2019 segue Andrea Settembre che, dopo aver vinto il FestivalShow con il brano “Su”, scritta e composta dallo stesso Viscuso, partecipa a The Voice nel team D’Alessio

“Senza paracadute” è un disco dalle sonorità moderne ma concepito con cura di altri tempi, un album variegato ed eclettico, in cui convivono diversi arrangiamenti e generi: soul, pop, rock ma anche l’elettronica, il cantautorato e perfino il Tango argentino, come nel brano “Un posto migliore”, in cui sono presenti contaminazioni milonguere accentuate da una gradita ospite internazionale, la bandoneista argentina Marisa Marcadè, collaboratrice dei Gothan Project.

https://www.facebook.com/giodangiprivato/videos/1009916999666236

Un album, come afferma la stessa artista, che è “uno slogan alla positività ed un invito a credere in se stessi” come si evince dal testo della traccia omonima che dà il titolo all’album e che recita così: “Noi ci buttiamo senza paracadute… anche dall’alto di un astronave… e non cadiamo mai… i sogni mettono le ali”.

https://www.futurapress.it/2019/03/01/giovanna-dangi-senza-paracadute-dopo-6-anni-nuovo-disco-della-cantante-siciliana-video/

Dopo lo special su Rai uno di inizio anno con Roberto Bolle , ultimi lavori dell’artista il Musical “La piccola bottega degli orrori” e un brano per il Film “Tenebra” con Elisa Del Genio che debutta al cinema dopo aver interpretato Lenù nella serie TV “L’amica geniale”

 

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I VIDEO DI SONGWRITING ACADEMY

“I video di Songwriting Academy sono firmati da Ivan Bentivoglio Films, registrati nel personal studio dell’autore Disco di Platino, con tecnologia 6k”

Per la realizzazione delle clip video del progetto Songwriting Academy ho chiesto la collaborazione di un talentuoso collega autore e interprete: Ivan Bentivoglio.

Insolitamente ci siamo trovati nel mio studio personale non per scrivere canzoni, e abbiamo registrato alcuni pensieri estrapolati dai miei corsi di Songwriting.

Come sempre Ivan si è dimostrato un professionale collaboratore.

Nella sezione Academy trovate tutte le “Pillole di Songwriting”.

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SABATO NOTTE – IL QUARTETTO ITALIANO

“Una canzone scritta per Lucio Dalla, proposta alla selezione di Sanremo 1994 dal “Quartetto Italiano”, il noto gruppo vocale supporter ai concerti di Renato Zero, Alex Britti, Dolcenera, Paolo Vallesi, Spagna, Fiordaliso e tantissimi altri artisti.  Il videoclip ha partecipato al “Goodby Festival di Sanremo” con tutti gli artisti dell’edizione 94 ospiti di Piero Chiambretti al Pala Omnitel”

Molte volte mi sono ritrovato a pensare che la rete sia una sorta di memoria storica dove qualunque cosa fai -bella o brutta- rimane per sempre negli anni a venire.

L’eccezione che conferma la regola è la storia di questo straordinario gruppo vocale, uno dei migliori negli’anni in cui abbiamo lavorato insieme, di cui però le tracce rimaste in rete sono solo una piccolissima parte della loro bravura, esperienza e mole di concerti in cui facevano da supporter ad artisti famosi.

Ho sempre pensato il problema sia stata un omonimia con una nota formazione orchestrale degli anni 50 che portava lo stesso nome e operava in campo musicale di altro genere.

Il Quartetto Italiano – formazione vocale – è stata una bella realtà musicale.

Andrea Civa e Marisa Gatti per presenza scenica e qualità tecniche e timbriche, non avevano nulla da invidiare ai big di cui aprivano i concerti, e il gruppo era impreziosito dalla vulcanica presenza di Stefania Giustetto e la gestione manageriale di Luciano Sabadin, che sul palco portavano timbriche sonore contrastanti e completavano una macchina da spettacolo efficiente, collaudata, molto professionale.

Avevano tutti una grande presenza scenica e padronanza del palco, nonché un repertorio molto popolare. Belli da vedere e da ascoltare.

Negli anni 2000 li accompagnava sul palco la presenza di Tore Melillo, storico chitarrista professionista.

Sono stati uno dei gruppi più carismatici con cui ho avuto modo di lavorare e  il brano “Sabato notte” rimane uno dei brani più belli che ho scritto.

 

Riporto di seguito una intervista rilasciata nel 2015 che parla del brano:

Gae Capitano: il mio incontro con Lucio Dalla [La stampa]

“Sono molto affezionato a questa canzone. L’ho scritta in un solo giorno, in una sorta di ritiro mentale, dopo che mi avevano confermato un appuntamento al Teatro Colosseo di Torino con Lucio Dalla, in occasione di un suo concerto torinese, in un giovedì pomeriggio piovoso come in un racconto di Edmondo De Amicis.”

“Questa è la ragione dell’incipit lunatico, delle immagini visionarie e dei tratti a volte strafottenti del testo;  cercai di scrivere qualcosa che rientrasse nel suo modo particolare di vedere le cose e di dare alla linea musicale una struttura che avesse strofe non scontate e un ritornello arioso e radiofonico.

Il mitico Lucio era nel suo camerino quando mi portarono a conoscerlo: firmava documenti e ascoltava musica.

Dopo qualche frase di circostanza le persone dello staff ci lasciarono soli: “Allora scrivi?” disse, e parlammo di generi musicali, chitarre, del mio Mark1 Rhodes del 1973 e poi gli chiesi se potevo fargli ascoltare il brano che avevo scritto per lui.

Lucio inserì la musicassetta nell’impianto appoggiato su uno scatolone e ascoltò:

annuiva con la testa quando i passaggi musicali si facevano più intens , socchiudeva gli occhi e ogni tanto mi lanciava un’occhiata. Io mi ero seduto su una panca dello specchio da trucco, con le lampadine sul vetro come nei migliori film. E sudavo.

Al passaggio “Chissà se Dio- gli occhi stanchi e i capelli più bianchi -guarda mai giù qui al mondo, o anche stasera si è già addormentato davanti alla tv” sorrise.

La canzone finì: qualche secondo di silenzio – per me un’ eternità-  e Lucio mi chiese quali libri avrei bruciato e salvato se avessi dovuto scegliere nella notte dei cristalli; dissi che avrei salvato “Il Dio del fiume” di Wilbur Smith e bruciato “I malavoglia” di Verga. Il primo perchè mi aveva commosso e il secondo perchè non l’avevo mai sopportato, ma in realtà non ero preparato alla domanda e risposi la prima cosa che mi veniva in mente.

Rimase un po’ silenzioso, rileggendo il testo, poi – visto che mi ero presentato come chitarrista- mi chiese se una sala da ballo dove lui suonava da giovane esistesse ancora, “Il Principe” e mi raccontò qualche aneddoto di quando faceva il clarinettista quel locale fumoso. Qualcuno dello staff entrò, posò un caffè sul bancone e si sedette ad ascoltare. Ridevamo tutti e tutto sembrava molto familiare.

Sulla canzone non disse più niente.

Al primo momento di silenzio, rimisi a posto testo e cassetta in una busta (i cd masterizzati sarebbero arrivati qualche anno dopo) e mi congedai.

“Salutai Lucio con goffaggine, volevo abbracciarlo ma gli strinsi solo la mano:  mi disse un criptico “Continua a scrivere“, mentre la porta del camerino si chiudeva.

Qualcuno del suo staff mi portò fino al lato sinistro del palco dove c’erano i gradini per la sala e mi regalò i biglietti per la serata, nelle prime file.

“Sentivo la sensazione non essere stato all’altezza dell’occasione, ed ero un po’ confuso dalla contentezza e la consapevolezza di essere riuscito comunque a fare ascoltare una mia canzone a un autore che ammiravo da sempre.”

Mangiai qualcosa in un bar e poi ritornai a teatro per il concerto, bellissimo  come sempre:

Lucio era imprevedibile sul palco, spartano ed efficace al piano, anima e poesia allo stato puro quando ci regalava uno dietro l’altro capolavori di cui avevo consumato i dischi grazie a Rino, il tastierista della mia orchestra, più grande di me e dai gusti più raffinati dei miei, che i suoi dischi li aveva tutti.

Quando cantò “Anna & Marco” mi emozionai come la prima volta che l’avevo ascoltata e mi sentii un idiota per aver sognato anche solo per un attimo potesse mai piacergli una mia “canzonetta”.

Pensavo fosse un capitolo chiuso quella canzonetta.

Scoprirò più tardi che nel giro di due settimane Lucio aveva presentato il brano  a Samuele Bersani e Morandi: i quali, anche se non l’hanno fermato per i loro progetti -Samuele era già uno straordinario autore, molto personale, e il Gianni nazionale era concentratissimo in quel periodo a un album con tutti testi propri- non impedirono alla canzone di compiere il suo iter.”

“Grazie al benestare di Lucio,  “Sabato notte”  è approdata alle grandi case editrici musicali, continuando per alcuni mesi a circolare nell’ambiente fino a giungere nelle mani di un gruppo vocale che allora apriva la tournée “Voyeur” di Renato Zero: Il Quartetto Italiano.”

“Da lì in poi, una soddisfazione dopo l’altra. Grazie alla produzione e la direzione musicale di uno dei più grandi maestri piemontesi –Silvano Borgatta–  il brano ha iniziato la sua corsa discografica per la partecipazione al Festival di Sanremo.

Ci sperammo sino all’ultimo, perchè i consensi erano unanimi, e tutti gli addetti ai lavori erano entusiasti dal brano, ma non passò.

Certo, col senno di poi quella edizione fu davvero piena di talenti: basta guardare i nomi delle nuove proposte,  artisti che sarebbero diventati famosissimi, da Andrea Bocelli in poi.

 

Pur non riuscendo a rientrare in gara sul palco del Teatro Ariston, il video fu trasnmesso da Piero Chiambretti al Pala Omnitel, allora sede del mitico “Dopofestival”, nella serata con tutti i BIG finalisti di quell’edizione.”

Il Quartetto Italiano rimane ancora oggi una bellissima realtà musicale. Grazie ragazzi.

Il Quartetto italiano & Tore Melillo

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