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GAE CAPITANO – IL PENSIERO DI ADRIAN BERWICK

“L’attuale CEO di Soundreef – ex dirigente Sony, Bmg Ricordi, Polygram – è stato uno dei primi a credere nel mio lavoro di autore e per questo gli sarò sempre grato ” [Gae Capitano]

CEO di Soundreef Ltd; Precedentemente responsabile di BMG Italia ha lavorato nella consulenza creativa, produzione, sviluppo progetti internazionali, gestione degli artisti, editoria musicale, collaborando in una o più di queste funzioni con artisti come Giusy Ferreri, Gigi D’ Alessio, Il Volo, Plácido Domingo, Fabri Fibra e aziende come Panini S.p.A, Sony Music Entertainment, Pecunia Entertainment, Electronic Arts Europe ecc.

Presidente e CEO di BMG Ricordi S.p.A. a Roma e Milano fino alla fusione con Sony Music nel 2004. Sono entrato in BMG a Roma nel 1996 come Amministratore Delegato. Amministratore delegato di Polydor presso Polygram Italy (ora Universal) a Milano (1990-1996) – -Direttore marketing di Polygram International a Londra (1986-1990)- Incarichi precedenti con Polygram nei Paesi Bassi e in Argentina.


“Trovare persone che prendono a cura il tuo lavoro è uno dei doni più grandi che un’artista, nel mio caso-un autore- possa ricevere: Adrian Berwick è stato per me uno di questi rari incontri”

Ricordo il primo lavoro che sottoposi ad Adrian:

mi disse che era “Scritto divinamente, con un testo poetico e bellissimo e una musica emozionante”  poi aggiunse ” 10 anni fa sarei stato onorato di produrlo, oggi lo puoi buttare perchè la scrittura si sta muovendo verso altre direzioni

Ci rimasi male. Ovvio.

Ma trovare un professionista che parla chiaro quando si tratta di analisi, anche quando queste non ti lusingano, è un dono: occorre mettere da parte l’orgoglio se si vuole crescere. E con Adrian abbiamo lavorato per qualche tempo insieme.

Ancora oggi ringrazio per aver avuto la possibilità di essere seguito dalla sua esperienza e i suoi consigli preziosi.

 

Dopo aver esaminato una serie di cose che avevo scritto mi regalò un suo pensiero che conservo con affetto:

 “Una scrittura così raffinata come la tua è una scelta difficile e ambiziosa, ma a lungo termine darà i suoi frutti

Quando sono tentato- o cercano di farmi scrivere- cose molto semplici o commerciali, penso sempre al pensiero di Adrian, che è diventato una linea guida del mio lavoro:

Continuo a scrivere cose che tentano di lasciare una piccola traccia di se

PS Il primo brano di cui parlavamo è stato poi scelto dallo staff di Amadeus per concorrere alla selezione dei brani di Sanremo 2020, ma abbinato ad una cantante storica della musica italiana.

La grande esperienza di Adrian aveva colto subito l’aspetto pratico della canzone.

Ad ognuno il suo mestiere. Touché.

Grazie sempre di tutto, Adrian”

 

 

 

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

SABATO NOTTE – IL QUARTETTO ITALIANO

“Una canzone scritta per Lucio Dalla, proposta alla selezione di Sanremo 1994 dal “Quartetto Italiano”, il noto gruppo vocale supporter ai concerti di Renato Zero, Alex Britti, Dolcenera, Paolo Vallesi, Spagna, Fiordaliso e tantissimi altri artisti.  Il videoclip ha partecipato al “Goodby Festival di Sanremo” con tutti gli artisti dell’edizione 94 ospiti di Piero Chiambretti al Pala Omnitel”

Molte volte mi sono ritrovato a pensare che la rete sia una sorta di memoria storica dove qualunque cosa fai -bella o brutta- rimane per sempre negli anni a venire.

L’eccezione che conferma la regola è la storia di questo straordinario gruppo vocale, uno dei migliori negli’anni in cui abbiamo lavorato insieme, di cui però le tracce rimaste in rete sono solo una piccolissima parte della loro bravura, esperienza e mole di concerti in cui facevano da supporter ad artisti famosi.

Ho sempre pensato il problema sia stata un omonimia con una nota formazione orchestrale degli anni 50 che portava lo stesso nome e operava in campo musicale di altro genere.

Il Quartetto Italiano – formazione vocale – è stata una bella realtà musicale.

Andrea Civa e Marisa Gatti per presenza scenica e qualità tecniche e timbriche, non avevano nulla da invidiare ai big di cui aprivano i concerti, e il gruppo era impreziosito dalla vulcanica presenza di Stefania Giustetto e la gestione manageriale di Luciano Sabadin, che sul palco portavano timbriche sonore contrastanti e completavano una macchina da spettacolo efficiente, collaudata, molto professionale.

Avevano tutti una grande presenza scenica e padronanza del palco, nonché un repertorio molto popolare. Belli da vedere e da ascoltare.

Negli anni 2000 li accompagnava sul palco la presenza di Tore Melillo, storico chitarrista professionista.

Sono stati uno dei gruppi più carismatici con cui ho avuto modo di lavorare e  il brano “Sabato notte” rimane uno dei brani più belli che ho scritto.

 

Riporto di seguito una intervista rilasciata nel 2015 che parla del brano:

Gae Capitano: il mio incontro con Lucio Dalla [La stampa]

“Sono molto affezionato a questa canzone. L’ho scritta in un solo giorno, in una sorta di ritiro mentale, dopo che mi avevano confermato un appuntamento al Teatro Colosseo di Torino con Lucio Dalla, in occasione di un suo concerto torinese, in un giovedì pomeriggio piovoso come in un racconto di Edmondo De Amicis.”

“Questa è la ragione dell’incipit lunatico, delle immagini visionarie e dei tratti a volte strafottenti del testo;  cercai di scrivere qualcosa che rientrasse nel suo modo particolare di vedere le cose e di dare alla linea musicale una struttura che avesse strofe non scontate e un ritornello arioso e radiofonico.

Il mitico Lucio era nel suo camerino quando mi portarono a conoscerlo: firmava documenti e ascoltava musica.

Dopo qualche frase di circostanza le persone dello staff ci lasciarono soli: “Allora scrivi?” disse, e parlammo di generi musicali, chitarre, del mio Mark1 Rhodes del 1973 e poi gli chiesi se potevo fargli ascoltare il brano che avevo scritto per lui.

Lucio inserì la musicassetta nell’impianto appoggiato su uno scatolone e ascoltò:

annuiva con la testa quando i passaggi musicali si facevano più intens , socchiudeva gli occhi e ogni tanto mi lanciava un’occhiata. Io mi ero seduto su una panca dello specchio da trucco, con le lampadine sul vetro come nei migliori film. E sudavo.

Al passaggio “Chissà se Dio- gli occhi stanchi e i capelli più bianchi -guarda mai giù qui al mondo, o anche stasera si è già addormentato davanti alla tv” sorrise.

La canzone finì: qualche secondo di silenzio – per me un’ eternità-  e Lucio mi chiese quali libri avrei bruciato e salvato se avessi dovuto scegliere nella notte dei cristalli; dissi che avrei salvato “Il Dio del fiume” di Wilbur Smith e bruciato “I malavoglia” di Verga. Il primo perchè mi aveva commosso e il secondo perchè non l’avevo mai sopportato, ma in realtà non ero preparato alla domanda e risposi la prima cosa che mi veniva in mente.

Rimase un po’ silenzioso, rileggendo il testo, poi – visto che mi ero presentato come chitarrista- mi chiese se una sala da ballo dove lui suonava da giovane esistesse ancora, “Il Principe” e mi raccontò qualche aneddoto di quando faceva il clarinettista quel locale fumoso. Qualcuno dello staff entrò, posò un caffè sul bancone e si sedette ad ascoltare. Ridevamo tutti e tutto sembrava molto familiare.

Sulla canzone non disse più niente.

Al primo momento di silenzio, rimisi a posto testo e cassetta in una busta (i cd masterizzati sarebbero arrivati qualche anno dopo) e mi congedai.

“Salutai Lucio con goffaggine, volevo abbracciarlo ma gli strinsi solo la mano:  mi disse un criptico “Continua a scrivere“, mentre la porta del camerino si chiudeva.

Qualcuno del suo staff mi portò fino al lato sinistro del palco dove c’erano i gradini per la sala e mi regalò i biglietti per la serata, nelle prime file.

“Sentivo la sensazione non essere stato all’altezza dell’occasione, ed ero un po’ confuso dalla contentezza e la consapevolezza di essere riuscito comunque a fare ascoltare una mia canzone a un autore che ammiravo da sempre.”

Mangiai qualcosa in un bar e poi ritornai a teatro per il concerto, bellissimo  come sempre:

Lucio era imprevedibile sul palco, spartano ed efficace al piano, anima e poesia allo stato puro quando ci regalava uno dietro l’altro capolavori di cui avevo consumato i dischi grazie a Rino, il tastierista della mia orchestra, più grande di me e dai gusti più raffinati dei miei, che i suoi dischi li aveva tutti.

Quando cantò “Anna & Marco” mi emozionai come la prima volta che l’avevo ascoltata e mi sentii un idiota per aver sognato anche solo per un attimo potesse mai piacergli una mia “canzonetta”.

Pensavo fosse un capitolo chiuso quella canzonetta.

Scoprirò più tardi che nel giro di due settimane Lucio aveva presentato il brano  a Samuele Bersani e Morandi: i quali, anche se non l’hanno fermato per i loro progetti -Samuele era già uno straordinario autore, molto personale, e il Gianni nazionale era concentratissimo in quel periodo a un album con tutti testi propri- non impedirono alla canzone di compiere il suo iter.”

“Grazie al benestare di Lucio,  “Sabato notte”  è approdata alle grandi case editrici musicali, continuando per alcuni mesi a circolare nell’ambiente fino a giungere nelle mani di un gruppo vocale che allora apriva la tournée “Voyeur” di Renato Zero: Il Quartetto Italiano.”

“Da lì in poi, una soddisfazione dopo l’altra. Grazie alla produzione e la direzione musicale di uno dei più grandi maestri piemontesi –Silvano Borgatta–  il brano ha iniziato la sua corsa discografica per la partecipazione al Festival di Sanremo.

Ci sperammo sino all’ultimo, perchè i consensi erano unanimi, e tutti gli addetti ai lavori erano entusiasti dal brano, ma non passò.

Certo, col senno di poi quella edizione fu davvero piena di talenti: basta guardare i nomi delle nuove proposte,  artisti che sarebbero diventati famosissimi, da Andrea Bocelli in poi.

 

Pur non riuscendo a rientrare in gara sul palco del Teatro Ariston, il video fu trasnmesso da Piero Chiambretti al Pala Omnitel, allora sede del mitico “Dopofestival”, nella serata con tutti i BIG finalisti di quell’edizione.”

Il Quartetto Italiano rimane ancora oggi una bellissima realtà musicale. Grazie ragazzi.

Il Quartetto italiano & Tore Melillo

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

SONGWRITING ACADEMY & OFFICINA TECNOLOGICA

“Per la realizzazione del progetto “Songwrting Academy” la sezione informatica era di fondamentale importanza. Ho potuto contare su un talentuoso amico fraterno: Giusto Moreno, fondatore di Officina Tecnologica” [Gae Capitano]

“Dietro il progetto Songwriting Academy pulsa il cuore di Officina tecnologica, che ha curato la parte web. Devo ringraziare di cuore Giusto Moreno che è riuscito a dare corpo alle mie idee realizzando una piattaforma che risponde alle mie esigenze di gusto e praticità di esecuzione, rubando del tempo ai suoi più importanti programmi di lavoro, che vanno dagli assistenti virtuali alle intelligenze artificiali”

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

QUESTI SIAMO NOI – RICCARDO D’AVINO

“Daniel Bestonzo e Gae Capitano firmano la produzione del singolo “Questi siamo noi” del cantautore Riccardo D’Avino dedicato ai tempi del lockdown.  Il brano è stato scritto da D’Avino ed è stato arrangiato assieme a Daniel Bestonzo – arrangiatore e session-man per Eros Ramazzotti, Red Canzian, Levante, WIllie Peyote e molti altri- e Gae Capitano – autore il disco di Platino collaboratore di Mogol, Maurizio Fabrizio, Bungaro Fabi Silvestri Gazzè e innumerevoli altri artisti- ”

MIAMI BEACH, FL – APRIL 25: Annalisa (R) and Daniel Bestonzo perform during The Billboard Latin Music Conference & Awards – Italian Trade Agency panel at Ritz Carlton South Beach on April 25, 2017 in Miami Beach, Florida. (Photo by Johnny Louis/FilmMagic)

Il videoclip” spiega Riccardo D’Avino  “include numerosi spezzoni video realizzati da me, dai miei fans, da amici e parenti, che mostrano ciò che facciamo tutti  nel quotidiano, allo scopo di lanciare un grido di speranza e di positività in un momento difficile.

Registrata da Riccardo D’Avino, Daniel Bestonzo e Gae Capitano.
Mixata e masterizzata da Daniel Bestonzo.
Testo e musica di Riccardo D’Avino.
Arrangiamenti di Riccardo D’Avino, Gae Capitano e Daniel Bestonzo.

Testo:

“Questi siamo noi ” ( Riccardo D’Avino)

A questa dolce primavera
Che stiam vivendo come un inverno
A chi vuol correre ed urlare
Ed è costretto a stare fermo
Alla natura senza uomo
Che si riprende un po’ del suo mondo
A chi si sente annoiato e inutile
A chi si sente un po’ più profondo

Ai nostri eroi negli ospedali
Che non ci dormono più la notte
Non han mai visto da così vicino
Qual è il senso della morte
A te che non ti frega niente
E vivi come niente fosse
A te che hai perso tuo fratello
Solo per un colpo di tosse

Perché in fondo proprio questi siamo noi
Così piccoli e così pieni di paura
All’idea che adesso si è fermato tutto
Che rialzarsi sarà dura

Ed ogni sera dai balconi
C’è chi non smette di cantare
Ci sono immense lune piene
Che abbiamo il tempo di guardare
Ed ogni giorno un po’ più soli
più preoccupati sul futuro
Senza nessuno da abbracciare
Con cui sentirsi più al sicuro

Perché in fondo proprio questi siamo noi
Così piccoli e così pieni di paura
All’idea che adesso sta cambiando tutto
Che rialzarsi sarà dura

Io non so se mai cambieremo
Quando tutto sarà finito
E se dirlo con una canzone
A qualcosa sarà servito
Io non so scrivere una legge
Io non so trovare una cura
Posso solo con la mia voce
Cercare di sognare ancora.

Perchè in fondo proprio questi siamo noi
Così piccoli e così pieni di paura
All’idea che adesso si è fermato tutto
Che rialzarsi sarà dura

Perchè in fondo proprio questi siamo noi
ma possiamo farci un po’ più di calore
Per riuscire a dare più significato
Anche a tutte le parole
Alle cose e alle persone
A quello che chiamiamo amore.

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“AVE MARIA” DI DE ANDRE’- CLEO’ OMAGGIA ANTONELLA RUGGIERO E FABER

“A guidare il canto la delicatezza dell’orchestrazione di archi e corale, frutto dell’estro del Maestro Gaetano Capitano, vincitore del ‘Premio Lunezia’, finalista del ‘Premio De André’, vincitore del Premio Miglior arrangiamento al Festival delle arti di Andrea Mingardi, nonché coautore della fortunata hit “Il Dio delle piccole cose” contenuta nell’album storico “Il padrone della Festa” di Fabi, Silvestri, Gazzè. In prezioso raccoglimento in una struttura cistercense del 1100 sono stati ripresi il cantato solista e gli echi della corale, per godere appieno, in fase di mixaggio, della riverberazione naturale che si respira nelle navate antiche delle chiese, fondendola al resto dell’arrangiamento orchestrale in un secondo momento in sala d’incisione”

 

 

 

 

 

 

CLEO’, la voce misteriosa che canta in rete senza mostrarsi – di cui tutto il web parla, con ottime recensioni per via di una grandissima estensione vocale e un timbro particolarissimo che le consente di trascorrere con naturale spontaneità dal registro maschile a quello femminile- prosegue la pubblicazione di omaggi ai grandi artisti della musica italiana, che hanno maggiormente ispirato il suo senso musicale.

E così dopo i Matia Bazar, Bungaro, Mango, Valentina Giovagnini e Mina è adesso Fabrizio De André, il mitico Faber ad essere oggetto del suo nuovo omaggio.

L’Ave Maria di De André è uno dei brani più complessi e significativi del repertorio dell’indimenticato artista genovese, canzone contenuta nel disco ‘La Buona Novella’, del 1970.

La versione scelta è una delle più belle mai realizzate: quella di Antonella Ruggiero.

 

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CANTAGIRO LA COMPILATION DELLA STORICA MANIFESTAZIONE

Gae Capitano e Gianpaolo Bellucci firmano uno dei brani della compilation 2022 della famosissima manifestazione che negli anni 60 ha rivoluzionato la musica italiana: da Mia Martini a Lucio Battisti, da Patty Pravo all’Equipe 84, da Dori Ghezi a Gigliola Cinguetti, Il Cantagiro ha sempre occupato uno spazio importane nella discografia italiana. 

Partecipare a questa kermesse storica, rivisitata oggi in chiave moderna,  è ripercorrere la storia della musica che ascoltavo da bambino – commenta il songwriter torinese Gae Capitano. Il poeta Gianpaolo Bellucci, autore del testo, ha affidato l’interpretazione a Marinella Bottazzi.

Il Cantagiro è una manifestazione canora itinerante estiva che si svolge ogni anno in Italia. La kermesse è fra le prime manifestazioni musicali in Italia (l’edizione iniziale si svolse nel 1962, nonché una delle più importanti.

Dal Cantagiro sono passati tutti i maggiori interpreti degli anni 60 e la manifestazione ha decretato il successo di artisti come Lucio Battisti che lo vinse nel 1969 con il suo primo grande successo “Balla Linda”

 

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© Gae Capitano, 2022