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#premiolunezia

GAE CAPITANO, RON E STEFANO DE MARTINO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Gae Capitano, Ron, Stefano De Martino e Michele de Lucia sono stati ricevuti alla Camera dei Deputati alla presenza del Vice Presidente, l’On. Roberto Giachetti, in occasione di una importante iniziativa culturale promossa dal Premio Lunezia

Il paroliere del momento, già al lavoro su altri importanti fronti artistici, si dichiara “Entusiasta per aver preso parte a un evento di primo piano e rilievo organizzato dal Premio Lunezia, insieme a uno dei maestri indiscussi del cantautorato italiano che ho sempre ammirato: Ron”

“Sono certo che le sue note non mancheranno di emozionare ancora il pubblico, aggiungendo un tocco di classe, delicatezza e poesia alla manifestazione come il grande cantautore lombardo fa con successo da oltre trent’anni a oggi”

 

“Ron è un artista eccezionale con una cultura e sensibilità musicale fuori dal comune”.

Poterlo conoscere e ascoltare di presenza i suoi meravigliosi aneddoti che spaziavano dall’imprevedibilità di Lucio Dalla e Patty Pravo al suo viaggio in America in cerca di nuove sonorità, fino agli episodi lavorativi nel suo bellissimo studio di registrazione L’angelo, costruito all’interno delle mura di una antica fabbrica di cioccolato a Garlasco, vicino Pavia- è stata una bellissima esperienza.

Musicalmente Rosalino è un professionista con una esperienza immensa del mondo dello spettacolo, che frequenta sin da quando era giovanissimo.

Sono sempre stato affascinato dal suo repertorio sofisticato capace di rimanere in equilibrio tra il raffinato e il pop e straordinariamente accontentare il pubblico più semplice e quello più esigente.

Certo nella sua scaletta i capolavori non mancano.

E l’eleganza e la delicatezza che naturalmente gli appartengono sono il marchio di fabbrica di canzoni senza tempo

Non abbiam bisogno di parole, Vorrei incontrarti fra cent’anniJoe Temerario,  Anima, E’ l’Italia che va, Al centro della musica,  Abitante di un corpo celeste. 

La chitarra è il mio strumento principale, mi accompagna sin da quado sono bambino e tra le sue canzoni sono particolarmente affezionato- sia per la delicata tecnica di fingerpicking sia per la malinconia del brano- a Una città per cantare, brano che suono sempre quando voglio rilassarmi.

la sua versione è disarmante: come solo i professionisti del suo livello sanno fare, Ron la esegue con una interpretazione che mantiene un leggero distacco narrativo, tecnica che ricorda le voci narranti dei film.

Sei cosciente di ascoltare parole che raccontano della sua vita, di esperienze che gli appartengono, ma la visione è cinematografica, distante, asciutta, essenziale, carica di pathos.

Ascoltarlo suonare dal vivo con la sua formazione è una esperienza che ricorda i gruppi girovaghi country americani, dove ensemble di pochi strumenti come chitarre folk, basso e batteria, violino e pianoforte sono in grado di orchestrare in modo molto dettagliato i suoi racconti sonori.

Canzoni che “stanno in piedi da sole” grazie alla bellezza delle melodie e delle parole che, nei brani di Ron, sono sempre ricercate e di alto livello.

Di Rosalino colpisce l’estrema gentilezza dei modi:

alla camera dei deputati ho dimenticato di mettere giacca e cravatta (era un particolare raccomandato nel comunicato degli inviti di Montecitorio! che naturalmente non ho letto fino in fondo) e mi hanno dato una giacca tre volte più grande di me per entrare.

A Montecitorio, nella hall d’ingresso, hanno un armadio antico dove tengono vestiti di emergenza: camicie, giacche, cravatte- naturalmente rigorosamente orrende- per i casi disperati come il mio.

Ron ha riso tutto il pomeriggio e con la sua tranquillità e simpatia ha reso la cosa divertente togliendo me e la direzione del premio dall’imbarazzo della gaffe. Noi autori siamo un po’ orsi abituati a lavorare nel buio degli studi di registrazione e agli appuntamenti mondani siamo delle frane.

Una volta in un intervista dissi che incontrare i tuoi idoli musicali a volte può essere sconveniente, ed è meglio continuare ad immaginarseli come meglio preferiamo, perchè un grande artista potrebbe anche non essere una grande persona.

Ron è una di quelle eccezioni in cui l’uomo e l’artista sono superiori a quello che immaginavi:  per la presenza, umanità, bravura, simpatia.

Di ritorno da una pausa caffè, davanti a Montecitorio abbiamo trovato una donna con una bambina che protestava per una questione-se non ricordo male- legata ad uno sfratto. Ron si è fermato ad ascoltarla con particolare attenzione e disponibilità poi, senza farsi troppo notare, ha chiesto al suo collaboratore di interessarsene..

Questi sono gli uomini a cui affiderei volentieri il mondo.

E che bello tornare a casa – con un sorriso da bambino negl’occhi – con la sensazione di aver conosciuto una specie di supereroe.

 

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

GAE CAPITANO: IL PENSIERO DEL PATRON DEL PREMIO LUNEZIA

“Il successo di  Gae Capitano è il maggior orgoglio per un patron di un festival: un concetto da estendere a tutti i festival. Sarebbe bello fosse sempre così

Sostanzialmente possiamo confermare il fatto che tanto lavoro di ricerca porti relazioni e conseguenze. Questo non vuol dire che il vero significato della passione di scrivere testi sia sublimato non solo dal fatto di diventare famosi. Vi sono molte vie intermedie che possono gratificare l’amore per la scrittura musicale. Quello che sta capitando a Gae è un po’ questo, ed è quello che più gratifica noi come organizzatori e puristi dell’arte canzone: rappresenta per noi il modello di ciò che vorremmo accadesse quando qualcuno vince il “Lunezia”, è finalista, o vi partecipa. I festival devono essere una fucina di relazioni e incontri per dare lavoro, anche a chi un lavoro ce l’ha già. Non solo, dunque, per appagare l’anima ma anche lo stomaco in termini economici. Realtà come le nostre incrementano il lavoro artistico di chi ci prova, per dare a nostra volta soddisfazione a chi ci prova.

 

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

© Gae Capitano, 2022