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Giugno 2022

SONGWRITING – PERCHE’ SOLITAMENTE NON AMIAMO LE COSE CHE SCRIVIAMO?

“Solitamente non amiamo le cose che abbiamo scritto in passato”

I nostri testi, le nostre musiche, e quelle canzoni che ci sembravano bellissime e perfette nel momento in cui le abbiamo scritte, perchè ci affascinano di meno quando, tempo dopo, le riascoltiamo?”

“Alla base di queste impressioni ci sono meccanismi  mentali che fanno parte della nostra evoluzione”

❝Perché solitamente non ci piacciono le cose che abbiamo scritto tempo prima?❞

L’antico detto “L’erba del vicino è sempre più verde” ha in qualche modo -semplicistico-a che fare con la risposta a questa domanda.

David Huron negli anni 50 aveva sviluppato un modello di risposte comportamentali legate all’ascolto della musica che evidenziava risposte meccaniche impresse in noi da millenni di biologia evolutiva.

‹Tra queste una delle più significative è la capacità di sviluppare aspettative›

Riuscire a prevedere con precisione quello che può accadere nell’ambiente a noi circostante si è rivelato un aspetto fondamentale per la nostra sopravvivenza:

come interpretare il suono provocato da un animale: tipo di animale, posizione nello spazio intorno a noi, distanza, velocità con cui potrebbe raggiungerci, tempi di fuga, possibilità di risposta difensiva.

Il nostro cervello ha sviluppato complessi algoritmi di decodificazione che ci permettono calcoli strabilianti per analizzare le cose che velocemente si evolvono intorno a noi:

come prevedere traiettorie di oggetti in movimento verso di noi e quindi poter reagire velocemente al lancio di pietre, lance, attacchi di animali.

‹Per arrivare a queste complesse capacità il cervello ha adottato un sistema per “premiare” le azioni utili e “punire” quelle sbagliate›

Come i benefici evolutivi del sesso -come mezzo per diffondere i geni- sono favoriti dalla sua piacevolezza, così il valore adattativo alla capacità di previsione sono gestiti da meccanismi che provocano sensazioni piacevoli o sgradevoli a secondo il risultato finale possa essere utile o no per noi.

‹Cosa c’entra questo con la musica e la scrittura di canzoni?›

Tralasciando l’aspetto sessuale- la musica è un’arma di corteggiamento- il meccanismo di gratificazione si attiva anche nei processi di creazione in generale: quando una soluzione musicale o letteraria ci “piace” i circuiti neurali coinvolti nelle risposte adattative si attivano allo stesso modo di quando assumiamo buon cibo o droghe.

Cambiando i livelli di serotonina e dopamina nel sangue, una dose di neurotrasmettitori che ci daranno una sensazione di piacere o di sgradevolezza.

Nei processi mentali legati alla musica noi sfruttiamo un punto fondamentale di questo meccanismo: l’evoluzione ha deciso di attivarlo anche in presenza di stimoli più innocui

Essendo difficile prevedere se qualche evento ci mette davvero in pericolo di vita, il sistema di premiazione-punizione si attiva anche nei semplici processi di creazione: quando abbiamo una buona idea, quando arriviamo ad una conclusione corretta, quando creiamo associazioni di note e sillabe piacevoli: musiche e testi, appunto.

‹Huron ci ricorda che è meglio scappare cento volte al rumore di un daino che rischiare di incontrare un leone anche una sola volta›

Arriviamo a noi.

Quando non esisteva la rete e le informazioni in nostro possesso erano quindi notevolmente più limitate, pensavo di soffrire di un disturbo particolare:

di notte sognavo canzoni complete bellissime, con testi e musiche perfette, straordinariamente musicali e prive di errori. Canzoni dalla costruzione perfetta che scorrevano velocemente senza alcuna ridondanza, che mi meravigliavano in ogni secondo di esecuzione.

Canzoni che al risveglio non ricordavo più.

Negli anni qualche volta è capitato che per l’intensità dell’emozione – o per puro caso- mi sia svegliato immediatamente dopo il sogno e sia riuscito a trascrivere su uno spartito la canzone.

E qui viene la parte più interessante: quelle rare volte in cui questo è successo, al mattino risuonando la canzone al pianoforte e analizzandola con attenzione, non ho ritrovato la bellezza assoluta che avevo provato nel sogno, ma spesso una composizione normale, senza pregi o demeriti particolari

Ho scoperto da adulto che sognare canzoni complete e non ricordarsele al mattino è un evento che succede a molti musicisti e che non si tratta di un evento particolarmente straordinario, quindi.

Ho iniziato i miei studi di biologia musicale proprio incuriosito da questo particolare processo.

‹Oggi conosco una possibile risposta tecnica, che a grandi linee può essere sintetizzata così: nella notte i valori di dopamina nel sangue scendono riducendo la capacità di analisi. Tutto nei sogni ci sembra più enfatizzato ( o meno processato criticamente) musiche comprese›

 

Da qui la risposta al nostro quesito iniziale: “Perché solitamente non ci piacciono le cose che abbiamo scritto tempo prima?”

Perché quando le abbiamo create il cervello ci ha “premiati” inducendo una scarica di sostanze chimiche gratificanti, per il solo fatto che abbiamo creato un’abbinamento di strutture piacevoli, utilizzando quel sistema di ricompensa creato per favorire le risposte adattative più utili alla nostra sopravvivenza e poi estese a tutti i processi di creazione per motivi di comodità, efficienza e migliore utilizzo di risorse mentali.

Il processo di premiazione avviene solo al momento della creazione: quando riesaminiamo quello che abbiamo creato precedente il giudizio è affidato solo ai processi mentali critici. E quello che abbiamo scritto potrebbe piacerci o no.

“Nei miei workshop- e nella lezione “10 consigli PRO per scrivere un testo canzone”- consiglio sempre di conservare le cose che scriviamo all’inizio del nostro percorso di scrittura, perchè -analizzate molto tempo dopo i processi di ricompensa mentale – potrebbe riservarci piacevoli sorprese❞

10 CONSIGLI PRO PER SCRIVERE UN TESTO CANZONE

 

© Gae Capitano @ Songwriting Academy 

 

 

 

SONGWRITING – I MIEI TESTI PIU’FAMOSI

“Scrivo da sempre, da quando ne ho memoria”. “E le parole hanno ancora la capacità di emozionarmi” “Quando questo succede sento di essere di fronte ad un piccolo miracolo”

Ad ogni testo e canzone che ho scritto sono legati sogni, storie, emozioni, felicità, delusioni, progetti, visi e parole di chi ho conosciuto, amato, perso per strada o incontrato anche solo per un attimo.”

“Ma un attimo importante”

Gino Paoli diceva che le canzoni sono degli appendiabiti dove uno posa dei ricordi, ricordi ed emozioni che per noi rimarranno per sempre inscindibili dalla canzone stessa”

Sono cresciuto con l’ammirazione per quegli artisti che la parola la sapevano usare per raccontare storie e farmi emozionare: Fossati, De Andrè, De Gregori, ma anche Baglioni, Renato Zero, Fabi.

E molti altri, anche non famosi, perchè la magia delle parole può arrivare da ogni parte.

Per questo alcuni di questi testi rappresentano chi sono stato, chi sono oggi e la direzione di quello che vorrei scrivere domani.

 

E questo è il testo del mio brano più famoso: “Il Dio delle piccole cose”

 

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

ENZO CASSIBBA: “CUORE D’IRLANDA” CON L’ATTRICE ILARIA AMADASI

Un delizioso ritratto sonoro di luoghi e leggende irlandesi a cui fa contrappunto una sofisticata regia orchestrale. Una bravissima Ilaria Amadasi” (Amazing Music Poetry)

Ho conosciuto Enzo Cassibba negli anni 90, per una partecipazione al Premio Rino Gaetano in Rai che ci vedeva rispettivamente io autore e lui interprete.

Enzo Cassibba  arrivava da una esperienza prestigiosa: allievo della scuola Moyso, Premio alla regia Rai, ospite fisso come cantante nelle trasmissioni di Paolo Limiti, tutti i pomeriggi su Rai uno e Rai due appuntamento durato dal 1996 al 2002, con una band che suonava dal vivo.

Da allora la nostra amicizia e collaborazione non si è mai interrotta e considero Enzo una sorta di fratello maggiore con cui abbiamo condiviso la passione per la musica e la scrittura.

Questo brano che abbiamo scritto insieme rimane un cameo per esperti: per la regia, affidata a Paolo Mantero di Armonica Film con la supervisione di Genova Film Commision,  per la presenza di una attrice bravissima e bellissima come Ilaria Amadasi.

E’ stata una delle mie prime esperienze di orchestrazione, e sebbene sono cosciente di essere solo un semplice imitatore dei maestri che ho studiato e conosciuto (come Fabio Gurian, Danilo Ballo, Silvano Borgatta, Roberto Puleo, Pasquale Morgante, Daniel Bestonzo, che sanno orchestrare sul serio), la piccola direzione orchestrale di questo brano mi ha fatto vincere alcuni premi e ha ricevuto l’attenzione di molte testate giornalistiche, anche legate al mondo dell’Irlanda, in cui a distanza di anni viene ancora nominato.

Per questo è un brano che ricordo sempre con affetto, (in particolare per la bellezza della riprese e la  fatica di dirigere l’orchestra dal minuto 03:52).

Il brano rimane una chicca sconosciuta ai più, uscito negli anni in cui il web non faceva ancora da anarchico e folle supervisore di tutto quello che succede

Credo mantenga quella piccola magia di saper evocare luoghi lontani e il senso di aver provato a creare qualcosa di piccolo ma speciale, capace di sopravvivere al tempo.

Ci sono immagini, intenzioni, tentativi di contaminazione sonora che credo  appartengono al mio universo di scrittura, al mio modo di vedere le cose. e che avrebbero meritato di arrivare al grande pubblico.

Perché aldilà degli aspetti tecnici, della produzioni minimalista, delle mille cose che possono essere osservate, questo progetto racchiude tutti dettagli che distinguono la mia ricerca continua della bellezza.

Testo e musica di ENZO CASSIBBA & GAE CAPITANO – Videoclip prodotto da ARMONICA FILM – Regia di PAOLO MANTERO- Assistente alla regia FRANCESCO MOLINELLI- Sceneggiatura FRANCESCO MOLINELLI & PAOLO MANTERO – Make up LOREDANA CALDAROLA- Montaggio PAOLO MANTERO- Con la partecipazione di ILARIA AMADASI- -Direzione Orchestrale GAE CAPITANO- Suepervisione GENOVA FILM COMMISION

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

© Gae Capitano, 2022