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I VIDEO DI SONGWRITING ACADEMY

“I video di Songwriting Academy sono firmati da Ivan Bentivoglio Films, registrati nel personal studio dell’autore Disco di Platino, con tecnologia 6k”

Per la realizzazione delle clip video del progetto Songwriting Academy ho chiesto la collaborazione di un talentuoso collega autore e interprete: Ivan Bentivoglio.

Insolitamente ci siamo trovati nel mio studio personale non per scrivere canzoni, e abbiamo registrato alcuni pensieri estrapolati dai miei corsi di Songwriting.

Come sempre Ivan si è dimostrato un professionale collaboratore.

Nella sezione Academy trovate tutte le “Pillole di Songwriting”.

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

SABATO NOTTE – IL QUARTETTO ITALIANO

“Una canzone scritta per Lucio Dalla, proposta alla selezione di Sanremo 1994 dal “Quartetto Italiano”, il noto gruppo vocale supporter ai concerti di Renato Zero, Alex Britti, Dolcenera, Paolo Vallesi, Spagna, Fiordaliso e tantissimi altri artisti.  Il videoclip ha partecipato al “Goodby Festival di Sanremo” con tutti gli artisti dell’edizione 94 ospiti di Piero Chiambretti al Pala Omnitel”

Molte volte mi sono ritrovato a pensare che la rete sia una sorta di memoria storica dove qualunque cosa fai -bella o brutta- rimane per sempre negli anni a venire.

L’eccezione che conferma la regola è la storia di questo straordinario gruppo vocale, uno dei migliori negli’anni in cui abbiamo lavorato insieme, di cui però le tracce rimaste in rete sono solo una piccolissima parte della loro bravura, esperienza e mole di concerti in cui facevano da supporter ad artisti famosi.

Ho sempre pensato il problema sia stata un omonimia con una nota formazione orchestrale degli anni 50 che portava lo stesso nome e operava in campo musicale di altro genere.

Il Quartetto Italiano – formazione vocale – è stata una bella realtà musicale.

Andrea Civa e Marisa Gatti per presenza scenica e qualità tecniche e timbriche, non avevano nulla da invidiare ai big di cui aprivano i concerti, e il gruppo era impreziosito dalla vulcanica presenza di Stefania Giustetto e la gestione manageriale di Luciano Sabadin, che sul palco portavano timbriche sonore contrastanti e completavano una macchina da spettacolo efficiente, collaudata, molto professionale.

Avevano tutti una grande presenza scenica e padronanza del palco, nonché un repertorio molto popolare. Belli da vedere e da ascoltare.

Negli anni 2000 li accompagnava sul palco la presenza di Tore Melillo, storico chitarrista professionista.

Sono stati uno dei gruppi più carismatici con cui ho avuto modo di lavorare e  il brano “Sabato notte” rimane uno dei brani più belli che ho scritto.

 

Riporto di seguito una intervista rilasciata nel 2015 che parla del brano:

Gae Capitano: il mio incontro con Lucio Dalla [La stampa]

“Sono molto affezionato a questa canzone. L’ho scritta in un solo giorno, in una sorta di ritiro mentale, dopo che mi avevano confermato un appuntamento al Teatro Colosseo di Torino con Lucio Dalla, in occasione di un suo concerto torinese, in un giovedì pomeriggio piovoso come in un racconto di Edmondo De Amicis.”

“Questa è la ragione dell’incipit lunatico, delle immagini visionarie e dei tratti a volte strafottenti del testo;  cercai di scrivere qualcosa che rientrasse nel suo modo particolare di vedere le cose e di dare alla linea musicale una struttura che avesse strofe non scontate e un ritornello arioso e radiofonico.

Il mitico Lucio era nel suo camerino quando mi portarono a conoscerlo: firmava documenti e ascoltava musica.

Dopo qualche frase di circostanza le persone dello staff ci lasciarono soli: “Allora scrivi?” disse, e parlammo di generi musicali, chitarre, del mio Mark1 Rhodes del 1973 e poi gli chiesi se potevo fargli ascoltare il brano che avevo scritto per lui.

Lucio inserì la musicassetta nell’impianto appoggiato su uno scatolone e ascoltò:

annuiva con la testa quando i passaggi musicali si facevano più intens , socchiudeva gli occhi e ogni tanto mi lanciava un’occhiata. Io mi ero seduto su una panca dello specchio da trucco, con le lampadine sul vetro come nei migliori film. E sudavo.

Al passaggio “Chissà se Dio- gli occhi stanchi e i capelli più bianchi -guarda mai giù qui al mondo, o anche stasera si è già addormentato davanti alla tv” sorrise.

La canzone finì: qualche secondo di silenzio – per me un’ eternità-  e Lucio mi chiese quali libri avrei bruciato e salvato se avessi dovuto scegliere nella notte dei cristalli; dissi che avrei salvato “Il Dio del fiume” di Wilbur Smith e bruciato “I malavoglia” di Verga. Il primo perchè mi aveva commosso e il secondo perchè non l’avevo mai sopportato, ma in realtà non ero preparato alla domanda e risposi la prima cosa che mi veniva in mente.

Rimase un po’ silenzioso, rileggendo il testo, poi – visto che mi ero presentato come chitarrista- mi chiese se una sala da ballo dove lui suonava da giovane esistesse ancora, “Il Principe” e mi raccontò qualche aneddoto di quando faceva il clarinettista quel locale fumoso. Qualcuno dello staff entrò, posò un caffè sul bancone e si sedette ad ascoltare. Ridevamo tutti e tutto sembrava molto familiare.

Sulla canzone non disse più niente.

Al primo momento di silenzio, rimisi a posto testo e cassetta in una busta (i cd masterizzati sarebbero arrivati qualche anno dopo) e mi congedai.

“Salutai Lucio con goffaggine, volevo abbracciarlo ma gli strinsi solo la mano:  mi disse un criptico “Continua a scrivere“, mentre la porta del camerino si chiudeva.

Qualcuno del suo staff mi portò fino al lato sinistro del palco dove c’erano i gradini per la sala e mi regalò i biglietti per la serata, nelle prime file.

“Sentivo la sensazione non essere stato all’altezza dell’occasione, ed ero un po’ confuso dalla contentezza e la consapevolezza di essere riuscito comunque a fare ascoltare una mia canzone a un autore che ammiravo da sempre.”

Mangiai qualcosa in un bar e poi ritornai a teatro per il concerto, bellissimo  come sempre:

Lucio era imprevedibile sul palco, spartano ed efficace al piano, anima e poesia allo stato puro quando ci regalava uno dietro l’altro capolavori di cui avevo consumato i dischi grazie a Rino, il tastierista della mia orchestra, più grande di me e dai gusti più raffinati dei miei, che i suoi dischi li aveva tutti.

Quando cantò “Anna & Marco” mi emozionai come la prima volta che l’avevo ascoltata e mi sentii un idiota per aver sognato anche solo per un attimo potesse mai piacergli una mia “canzonetta”.

Pensavo fosse un capitolo chiuso quella canzonetta.

Scoprirò più tardi che nel giro di due settimane Lucio aveva presentato il brano  a Samuele Bersani e Morandi: i quali, anche se non l’hanno fermato per i loro progetti -Samuele era già uno straordinario autore, molto personale, e il Gianni nazionale era concentratissimo in quel periodo a un album con tutti testi propri- non impedirono alla canzone di compiere il suo iter.”

“Grazie al benestare di Lucio,  “Sabato notte”  è approdata alle grandi case editrici musicali, continuando per alcuni mesi a circolare nell’ambiente fino a giungere nelle mani di un gruppo vocale che allora apriva la tournée “Voyeur” di Renato Zero: Il Quartetto Italiano.”

“Da lì in poi, una soddisfazione dopo l’altra. Grazie alla produzione e la direzione musicale di uno dei più grandi maestri piemontesi –Silvano Borgatta–  il brano ha iniziato la sua corsa discografica per la partecipazione al Festival di Sanremo.

Ci sperammo sino all’ultimo, perchè i consensi erano unanimi, e tutti gli addetti ai lavori erano entusiasti dal brano, ma non passò.

Certo, col senno di poi quella edizione fu davvero piena di talenti: basta guardare i nomi delle nuove proposte,  artisti che sarebbero diventati famosissimi, da Andrea Bocelli in poi.

 

Pur non riuscendo a rientrare in gara sul palco del Teatro Ariston, il video fu trasnmesso da Piero Chiambretti al Pala Omnitel, allora sede del mitico “Dopofestival”, nella serata con tutti i BIG finalisti di quell’edizione.”

Il Quartetto Italiano rimane ancora oggi una bellissima realtà musicale. Grazie ragazzi.

Il Quartetto italiano & Tore Melillo

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

“POSSO SCRIVERE LA MIA CANZONE?” – IL FORMAT DI BEPPE VARRONE

“Il format per autori di canzoni giunto alla terza edizione. Tra gli ospiti delle edizioni Bianco – uno dei cantautori piu’ importanti d’italia- Daniele Celona produttori di Levante e Il finalista Premio Tenco Federico Sirianni. I docenti stabili  per tutte le edizioni sono il disco di Platino Gae Capitano, il  direttore degli Anno Domini Gospel Choir Aurelio Pitino, il maestro Fabio Banchio e il session man Beppe Varrone “

Beppe Varrone, frontman dei progetti “Il Circo di Biga” e “Progetto Battisti” è l’organizzatori dei workshop “Posso scrivere la mia canzone” dedicato al mondo del songwriting.

Una formula collaudata che negli anni ha visto crescere il numero di iscritti, a dimostrare che la voglia di specializzarsi nel settore della musica è una priorità sentita e necessaria.

– Maestro Fabio Banchio: docente musicale di Amici: lezione sul pianoforte a tema “La melodia che funziona”
– Maestro Gaetano Capitano: Disco di Platino esperto di testi canzone
– Aurelio VocalCoach Pitino: utilizzo della voce ed interpretazione brani
– Beppe Varrone: alimentare la creatività, mancanza di ispirazione

Ospiti speciali di ogni workshop professionisti del mondo dello spettacolo

https://www.facebook.com/ilchisolino/videos/1753533234705935/

 

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

SONGWRITING ACADEMY & OFFICINA TECNOLOGICA

“Per la realizzazione del progetto “Songwrting Academy” la sezione informatica era di fondamentale importanza. Ho potuto contare su un talentuoso amico fraterno: Giusto Moreno, fondatore di Officina Tecnologica” [Gae Capitano]

“Dietro il progetto Songwriting Academy pulsa il cuore di Officina tecnologica, che ha curato la parte web. Devo ringraziare di cuore Giusto Moreno che è riuscito a dare corpo alle mie idee realizzando una piattaforma che risponde alle mie esigenze di gusto e praticità di esecuzione, rubando del tempo ai suoi più importanti programmi di lavoro, che vanno dagli assistenti virtuali alle intelligenze artificiali”

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

QUESTI SIAMO NOI – RICCARDO D’AVINO

“Daniel Bestonzo e Gae Capitano firmano la produzione del singolo “Questi siamo noi” del cantautore Riccardo D’Avino dedicato ai tempi del lockdown.  Il brano è stato scritto da D’Avino ed è stato arrangiato assieme a Daniel Bestonzo – arrangiatore e session-man per Eros Ramazzotti, Red Canzian, Levante, WIllie Peyote e molti altri- e Gae Capitano – autore il disco di Platino collaboratore di Mogol, Maurizio Fabrizio, Bungaro Fabi Silvestri Gazzè e innumerevoli altri artisti- ”

MIAMI BEACH, FL – APRIL 25: Annalisa (R) and Daniel Bestonzo perform during The Billboard Latin Music Conference & Awards – Italian Trade Agency panel at Ritz Carlton South Beach on April 25, 2017 in Miami Beach, Florida. (Photo by Johnny Louis/FilmMagic)

Il videoclip” spiega Riccardo D’Avino  “include numerosi spezzoni video realizzati da me, dai miei fans, da amici e parenti, che mostrano ciò che facciamo tutti  nel quotidiano, allo scopo di lanciare un grido di speranza e di positività in un momento difficile.

Registrata da Riccardo D’Avino, Daniel Bestonzo e Gae Capitano.
Mixata e masterizzata da Daniel Bestonzo.
Testo e musica di Riccardo D’Avino.
Arrangiamenti di Riccardo D’Avino, Gae Capitano e Daniel Bestonzo.

Testo:

“Questi siamo noi ” ( Riccardo D’Avino)

A questa dolce primavera
Che stiam vivendo come un inverno
A chi vuol correre ed urlare
Ed è costretto a stare fermo
Alla natura senza uomo
Che si riprende un po’ del suo mondo
A chi si sente annoiato e inutile
A chi si sente un po’ più profondo

Ai nostri eroi negli ospedali
Che non ci dormono più la notte
Non han mai visto da così vicino
Qual è il senso della morte
A te che non ti frega niente
E vivi come niente fosse
A te che hai perso tuo fratello
Solo per un colpo di tosse

Perché in fondo proprio questi siamo noi
Così piccoli e così pieni di paura
All’idea che adesso si è fermato tutto
Che rialzarsi sarà dura

Ed ogni sera dai balconi
C’è chi non smette di cantare
Ci sono immense lune piene
Che abbiamo il tempo di guardare
Ed ogni giorno un po’ più soli
più preoccupati sul futuro
Senza nessuno da abbracciare
Con cui sentirsi più al sicuro

Perché in fondo proprio questi siamo noi
Così piccoli e così pieni di paura
All’idea che adesso sta cambiando tutto
Che rialzarsi sarà dura

Io non so se mai cambieremo
Quando tutto sarà finito
E se dirlo con una canzone
A qualcosa sarà servito
Io non so scrivere una legge
Io non so trovare una cura
Posso solo con la mia voce
Cercare di sognare ancora.

Perchè in fondo proprio questi siamo noi
Così piccoli e così pieni di paura
All’idea che adesso si è fermato tutto
Che rialzarsi sarà dura

Perchè in fondo proprio questi siamo noi
ma possiamo farci un po’ più di calore
Per riuscire a dare più significato
Anche a tutte le parole
Alle cose e alle persone
A quello che chiamiamo amore.

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

“AVE MARIA” DI DE ANDRE’- CLEO’ OMAGGIA ANTONELLA RUGGIERO E FABER

“A guidare il canto la delicatezza dell’orchestrazione di archi e corale, frutto dell’estro del Maestro Gaetano Capitano, vincitore del ‘Premio Lunezia’, finalista del ‘Premio De André’, vincitore del Premio Miglior arrangiamento al Festival delle arti di Andrea Mingardi, nonché coautore della fortunata hit “Il Dio delle piccole cose” contenuta nell’album storico “Il padrone della Festa” di Fabi, Silvestri, Gazzè. In prezioso raccoglimento in una struttura cistercense del 1100 sono stati ripresi il cantato solista e gli echi della corale, per godere appieno, in fase di mixaggio, della riverberazione naturale che si respira nelle navate antiche delle chiese, fondendola al resto dell’arrangiamento orchestrale in un secondo momento in sala d’incisione”

 

 

 

 

 

 

CLEO’, la voce misteriosa che canta in rete senza mostrarsi – di cui tutto il web parla, con ottime recensioni per via di una grandissima estensione vocale e un timbro particolarissimo che le consente di trascorrere con naturale spontaneità dal registro maschile a quello femminile- prosegue la pubblicazione di omaggi ai grandi artisti della musica italiana, che hanno maggiormente ispirato il suo senso musicale.

E così dopo i Matia Bazar, Bungaro, Mango, Valentina Giovagnini e Mina è adesso Fabrizio De André, il mitico Faber ad essere oggetto del suo nuovo omaggio.

L’Ave Maria di De André è uno dei brani più complessi e significativi del repertorio dell’indimenticato artista genovese, canzone contenuta nel disco ‘La Buona Novella’, del 1970.

La versione scelta è una delle più belle mai realizzate: quella di Antonella Ruggiero.

 

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

CANTAGIRO LA COMPILATION DELLA STORICA MANIFESTAZIONE

Gae Capitano e Gianpaolo Bellucci firmano uno dei brani della compilation 2022 della famosissima manifestazione che negli anni 60 ha rivoluzionato la musica italiana: da Mia Martini a Lucio Battisti, da Patty Pravo all’Equipe 84, da Dori Ghezi a Gigliola Cinguetti, Il Cantagiro ha sempre occupato uno spazio importane nella discografia italiana. 

Partecipare a questa kermesse storica, rivisitata oggi in chiave moderna,  è ripercorrere la storia della musica che ascoltavo da bambino – commenta il songwriter torinese Gae Capitano. Il poeta Gianpaolo Bellucci, autore del testo, ha affidato l’interpretazione a Marinella Bottazzi.

Il Cantagiro è una manifestazione canora itinerante estiva che si svolge ogni anno in Italia. La kermesse è fra le prime manifestazioni musicali in Italia (l’edizione iniziale si svolse nel 1962, nonché una delle più importanti.

Dal Cantagiro sono passati tutti i maggiori interpreti degli anni 60 e la manifestazione ha decretato il successo di artisti come Lucio Battisti che lo vinse nel 1969 con il suo primo grande successo “Balla Linda”

 

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SONGWRITING – PERCHE’ SOLITAMENTE NON AMIAMO LE COSE CHE SCRIVIAMO?

“Solitamente non amiamo le cose che abbiamo scritto in passato”

I nostri testi, le nostre musiche, e quelle canzoni che ci sembravano bellissime e perfette nel momento in cui le abbiamo scritte, perchè ci affascinano di meno quando, tempo dopo, le riascoltiamo?”

“Alla base di queste impressioni ci sono meccanismi  mentali che fanno parte della nostra evoluzione”

❝Perché solitamente non ci piacciono le cose che abbiamo scritto tempo prima?❞

L’antico detto “L’erba del vicino è sempre più verde” ha in qualche modo -semplicistico-a che fare con la risposta a questa domanda.

David Huron negli anni 50 aveva sviluppato un modello di risposte comportamentali legate all’ascolto della musica che evidenziava risposte meccaniche impresse in noi da millenni di biologia evolutiva.

‹Tra queste una delle più significative è la capacità di sviluppare aspettative›

Riuscire a prevedere con precisione quello che può accadere nell’ambiente a noi circostante si è rivelato un aspetto fondamentale per la nostra sopravvivenza:

come interpretare il suono provocato da un animale: tipo di animale, posizione nello spazio intorno a noi, distanza, velocità con cui potrebbe raggiungerci, tempi di fuga, possibilità di risposta difensiva.

Il nostro cervello ha sviluppato complessi algoritmi di decodificazione che ci permettono calcoli strabilianti per analizzare le cose che velocemente si evolvono intorno a noi:

come prevedere traiettorie di oggetti in movimento verso di noi e quindi poter reagire velocemente al lancio di pietre, lance, attacchi di animali.

‹Per arrivare a queste complesse capacità il cervello ha adottato un sistema per “premiare” le azioni utili e “punire” quelle sbagliate›

Come i benefici evolutivi del sesso -come mezzo per diffondere i geni- sono favoriti dalla sua piacevolezza, così il valore adattativo alla capacità di previsione sono gestiti da meccanismi che provocano sensazioni piacevoli o sgradevoli a secondo il risultato finale possa essere utile o no per noi.

‹Cosa c’entra questo con la musica e la scrittura di canzoni?›

Tralasciando l’aspetto sessuale- la musica è un’arma di corteggiamento- il meccanismo di gratificazione si attiva anche nei processi di creazione in generale: quando una soluzione musicale o letteraria ci “piace” i circuiti neurali coinvolti nelle risposte adattative si attivano allo stesso modo di quando assumiamo buon cibo o droghe.

Cambiando i livelli di serotonina e dopamina nel sangue, una dose di neurotrasmettitori che ci daranno una sensazione di piacere o di sgradevolezza.

Nei processi mentali legati alla musica noi sfruttiamo un punto fondamentale di questo meccanismo: l’evoluzione ha deciso di attivarlo anche in presenza di stimoli più innocui

Essendo difficile prevedere se qualche evento ci mette davvero in pericolo di vita, il sistema di premiazione-punizione si attiva anche nei semplici processi di creazione: quando abbiamo una buona idea, quando arriviamo ad una conclusione corretta, quando creiamo associazioni di note e sillabe piacevoli: musiche e testi, appunto.

‹Huron ci ricorda che è meglio scappare cento volte al rumore di un daino che rischiare di incontrare un leone anche una sola volta›

Arriviamo a noi.

Quando non esisteva la rete e le informazioni in nostro possesso erano quindi notevolmente più limitate, pensavo di soffrire di un disturbo particolare:

di notte sognavo canzoni complete bellissime, con testi e musiche perfette, straordinariamente musicali e prive di errori. Canzoni dalla costruzione perfetta che scorrevano velocemente senza alcuna ridondanza, che mi meravigliavano in ogni secondo di esecuzione.

Canzoni che al risveglio non ricordavo più.

Negli anni qualche volta è capitato che per l’intensità dell’emozione – o per puro caso- mi sia svegliato immediatamente dopo il sogno e sia riuscito a trascrivere su uno spartito la canzone.

E qui viene la parte più interessante: quelle rare volte in cui questo è successo, al mattino risuonando la canzone al pianoforte e analizzandola con attenzione, non ho ritrovato la bellezza assoluta che avevo provato nel sogno, ma spesso una composizione normale, senza pregi o demeriti particolari

Ho scoperto da adulto che sognare canzoni complete e non ricordarsele al mattino è un evento che succede a molti musicisti e che non si tratta di un evento particolarmente straordinario, quindi.

Ho iniziato i miei studi di biologia musicale proprio incuriosito da questo particolare processo.

‹Oggi conosco una possibile risposta tecnica, che a grandi linee può essere sintetizzata così: nella notte i valori di dopamina nel sangue scendono riducendo la capacità di analisi. Tutto nei sogni ci sembra più enfatizzato ( o meno processato criticamente) musiche comprese›

 

Da qui la risposta al nostro quesito iniziale: “Perché solitamente non ci piacciono le cose che abbiamo scritto tempo prima?”

Perché quando le abbiamo create il cervello ci ha “premiati” inducendo una scarica di sostanze chimiche gratificanti, per il solo fatto che abbiamo creato un’abbinamento di strutture piacevoli, utilizzando quel sistema di ricompensa creato per favorire le risposte adattative più utili alla nostra sopravvivenza e poi estese a tutti i processi di creazione per motivi di comodità, efficienza e migliore utilizzo di risorse mentali.

Il processo di premiazione avviene solo al momento della creazione: quando riesaminiamo quello che abbiamo creato precedente il giudizio è affidato solo ai processi mentali critici. E quello che abbiamo scritto potrebbe piacerci o no.

“Nei miei workshop- e nella lezione “10 consigli PRO per scrivere un testo canzone”- consiglio sempre di conservare le cose che scriviamo all’inizio del nostro percorso di scrittura, perchè -analizzate molto tempo dopo i processi di ricompensa mentale – potrebbe riservarci piacevoli sorprese❞

10 CONSIGLI PRO PER SCRIVERE UN TESTO CANZONE

 

© Gae Capitano @ Songwriting Academy 

 

 

 

SONGWRITING – I MIEI TESTI PIU’FAMOSI

“Scrivo da sempre, da quando ne ho memoria”. “E le parole hanno ancora la capacità di emozionarmi” “Quando questo succede sento di essere di fronte ad un piccolo miracolo”

Ad ogni testo e canzone che ho scritto sono legati sogni, storie, emozioni, felicità, delusioni, progetti, visi e parole di chi ho conosciuto, amato, perso per strada o incontrato anche solo per un attimo.”

“Ma un attimo importante”

Gino Paoli diceva che le canzoni sono degli appendiabiti dove uno posa dei ricordi, ricordi ed emozioni che per noi rimarranno per sempre inscindibili dalla canzone stessa”

Sono cresciuto con l’ammirazione per quegli artisti che la parola la sapevano usare per raccontare storie e farmi emozionare: Fossati, De Andrè, De Gregori, ma anche Baglioni, Renato Zero, Fabi.

E molti altri, anche non famosi, perchè la magia delle parole può arrivare da ogni parte.

Per questo alcuni di questi testi rappresentano chi sono stato, chi sono oggi e la direzione di quello che vorrei scrivere domani.

 

E questo è il testo del mio brano più famoso: “Il Dio delle piccole cose”

 

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© Esclusiva proprietà intellettuale di Gae Capitano @ Songwriting Academy 

© Gae Capitano, 2022