“Davide Cruccas – oltre ad essere un brillante e talentuoso cantautore, dalla splendida voce e tecnica chitarristica, è anche un grande professionista dell’art designer. Quando ho deciso di realizzare il mio sito è stato un piacere poter affidare alle sua sensibilità il post editing delle immagini e della grafica. Andate ad ascoltare il suo delizioso e pluri-recensito ultimo lavoro: Ballate fra terra e cielo”

L’isola che non c’era

Esistono cantautori d’allevamento e cantautori ruspanti. Davide Cruccas – sardo d’origine e torinese d’adozione – si inserisce nel secondo gruppo. Semplice e naturale, nella musica quanto nella vita, a un certo punto ha rotto gli schemi, quelli che potevano imprigionarlo, affossarlo e renderlo un insoddisfatto cronico, ha impugnato la sua chitarra ed è partito alla volta di Londra dove ha iniziato la carriera da busker dividendosi tra strade (Carnaby Street, Covent Garden, South Bank le zone più bazzicate), pubopen mic e live radio show. Freddo e situazioni non certo confortanti l’hanno forgiato dotandolo di quel senso concreto che aleggia nelle sue composizioni.

Trascorso qualche anno dalla pubblicazione di EP 2009, ad aprile 2020 è arrivato il primo album Ballate fra terra e cielo, manifesto autentico della sua esistenza e della sua essenza, saldamente legate alla realtà ma profondamente slanciate verso la dimensione dell’oltre. Davide è uno che non molla, è consapevole del mondo che gli gira intorno, popolato dai molti che spargono odio e sopraffazione, però nonostante tutto riesce a cantare con forza e coraggio Siamo ancora vivi. In alcune ballate, un po’ blues un po’ folk, non manca quel pizzico di ironia (e autobiografia) nel raccontare ad esempio in maniera pungente la Storia di un cantante disoccupato oppure con un velo di malinconia il sentirsi solo Come Charlie Brown. Intimo e riflessivo, e perciò emotivamente più coinvolgente, lo si ritrova in Sogni sbagliati, canzone da brivido imbevuta di spunti esistenzialisti appartenenti a chi vede passare i giorni senza che nulla cambi («mai niente di nuovo, già un altro tramonto») e vuole fuggire dalle auto, dal traffico, dai parcheggi, dai supermercati, dagli inverni (quelli dell’anima sono più pesanti), dagli anni sprecati.

Pulizia dei suoni, linearità degli arrangiamenti (curati dallo stesso Cruccas insieme a Paolo Rigotto), chiarezza di voce e passione interpretativa, fanno di questo disco un degno esempio di “artigianato cantautorale”, senza artifici né effettistica né finzioni, dove verità e credibilità per Davide fanno rima con libertà. La sua. Irrinunciabile.

 

 

 

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